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17 dicembre 1931 – Ennesima epidemia di malaria, lotta anti-zanzare a Rimini, Riccione e Bellaria


17 Dicembre 2023 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Il 17 dicembre 1931 parte una massiccia campagna contro le zanzare che continuano a provocare numerosi casi di malaria a Rimini, Bellaria, Riccione.

Particolarmente grave è la situazione della Barafonda, dove si parla di vere e ripetute epidemie. Area da sempre malsana per la presenza di acque stagnanti, le condizioni igieniche erano ulteriormente peggiorate per il sovraffollamento: dopo il terremoto del 1916, molto Riminesi si erano trasferiti proprio a San Giuliano Mare ritenendo di essere più al riparo dalle scosse.

Non bastasse, gli interminabili lavori per lo scavo dello “Scaricatore” del Marecchia avevano provocato ulteriori ristagni negli avvallamenti del terreno che si erano creati.

Lo “Scaricatore” del Marecchia con i suoi tre nuovi ponti nel 1938

Eppure, la situazione riminese non è delle più gravi in Italia. La malaria è endemica e micidiale in moltissime aree del Paese e Rimini non è neppure compresa nelle mappe delle zone più a rischio, nonostante che a fine Ottocento si verificassero casi anche in pieno centro, soprattutto vicino al malsano Lavatoio di San Domenico lungo l’attuale corso Giovanni XXIII all’incrocio con via Vittime civili di guerra. Forse anche per questo la malattia perdurerà così a lungo pure qui, dove prima degli anni ’30 del Novecento non erano mai state intraprese profilassi sistematiche.

Carta della malaria in Italia nel 1882

Ancora non c’è il Ddt, gli antiparassitari sono per lo più a base di zolfo, poco efficaci e molto tossici. In realtà contro le zanzare i rimedi sono all’epoca pochi: reticelle a porte e finestre, prosciugare tutto il possibile. E poi il chinino per chi la malattia comunque se l’è presa. Ecco perché la campagna anti-zanzare parte in pieno inverno, quando il rischio di punture è minimo: bisogna prepararsi per tempo, ridurre le zone dove le acque ristagnano e soprattutto mettere per tempo le zanzariere.

Istruzioni delle Ferrovie romane per l’utilizzo del chinino (1878)

E infatti i risultati non sono soddisfacenti: i casi di malaria alla Barafonda continueranno a ripetersi anche negli anni successivi e di nuovo sarà necessaria la massima attenzione delle autorità sanitarie.

Ciò nonostante, anche la Barafonda partecipava alla nuova Rimini, quella del turismo: malaria o no, a San Giuliano Mare erano già nati due hotel, affollati di bagnanti anche quando le emergenze sanitarie erano più acute, cioè proprio durante le estati.

“San Giuliano a Mare, la ridente spiaggia”