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7 febbraio 1434 – Sigismondo sposa Ginevra


7 Febbraio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Il 7 febbraio 1434 Sigismondo Pandolfo Malatesta sposa Ginevra d’Este. Si rafforza così il legame fra Malatesta ed Estensi, già solido in passato e destinato a durare nel futuro, mentre precedenti trattative per un matrimonio con una figlia del Carmagnola non erano andati a buon fine.

Lui ha 17 anni, lei 15. I giovanissimi principi si uniscono come in una favola cortese. Ma son tempi in cui si deve crescere in fretta e Sigismondo è già un condottiero fra i più reputati. E Ginevra ha già dovuto sapere fin troppo della vita di corte.

Sigismondo si era messo in luce quando aveva 13 anni “salvando la signoria del fratello – scrive Domenico Berardi (Rocche e castelli di Romagna, vol. 3) – quando, mentre quello piangeva e pregava, aveva promosso la sortita risultata decisiva avendo sorpreso e disperso le forze papali e dei cugini pesaresi; e appena un anno prima di succedergli aveva nuovamente liberato il Beato Galeotto dalla minaccia rappresentata questa volta da un altro congiunto, Giovanni di Ramberto, sempre appoggiato e stimolato dai Malatesta di Pesaro, eliminando poi da Fano un focolaio di ribelli istigati da un prete maneggione”.

Quando Galeotto “il Beato” morì a vent’anni, Sigismondo divenne il quindicenne signore di Rimini; i domini malatestiani furono equamente divisi con il fratello minore, il quattordicenne Domenico, detto Malatesta Novello, che si insediò a Cesena.

Nel 1433 l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo arriva a Rimini e crea Sigismondo cavaliere: è la scena trasfigurata nell’affresco di Piero della Francesca nel Tempio Malatestiano. Come prevedeva il rito, il principe fu prima percosso e poi benedetto con la spada, ma dall’imperatore in persona. Ed era un cesare che portava il suo stesso nome.

I genitori di Ginevra erano il marchese di Ferrara Niccolò III d’Este e la sua seconda moglie Parisina Malatesta, figlia di Andrea signore di Cesena (a sua volta fratello di Pandolfo, padre di Sigismondo). Gli sposi erano quindi cugini di secondo grado. L’immagine di Ginevra (se non è quella di sua sorella gemella Lucia, o di Margherita Gonzaga) è forse nel “Ritratto di principessa estense” del Pisanello oggi al Louvre. Ebbe anche un fratello minore morto a pochi mesi.

La madre Parisina, accusata di infedeltà con Ugo d’Este, fratellastro di Ginevra, venne dal marito condannata a morte insieme all’amante quando la loro figlia aveva sei anni. 

"Parisina" di Giuseppe Bertini (1854 ca.)

“Parisina” di Giuseppe Bertini (1854 ca.)

Dal matrimonio di Sigismondo e Ginevra nacque un unico figlio, Galeotto Roberto Novello, morto in fasce nel 1438.

E due anni dopo se ne andò anche Ginevra, ad appena 21 anni. Pare non avesse sopportato la perdita del bambino e la sua mente vacillasse; si era ritirata nell’abbazia di Scolca. È sepolta nella cappella “dei giochi infantili” del Tempio Malatestiano.

Bassorilievo di Agostino di Duccio nella Cappella dei giochi infantili del Tempio MalatestIano

Bassorilievo di Agostino di Duccio nella Cappella dei giochi infantili del Tempio Malatestiano

Molto tempo dopo, nel 1461, papa Pio II Enea Silvio Piccolomini accusò Sigismondo di aver ucciso sia Ginevra che Polissena Sforza, la seconda moglie sposata nel 1441. Prove: zero. Erano solo alcune delle tante e orripilanti imputazioni inventate di sana pianta che dovevano servire per condannare il riottoso Malatesta alla scomunica e al rogo “in effige”, cioè bruciando pubblicamente fantocci che dovevano rappresentarlo. Fake news, diremmo oggi, che tuttavia continuano a essere ripetute a pappagallo anche ai giorni nostri da “storici” che non si prendono la minima briga di verificare le fonti.