Io questa destra proprio non la capisco. Non l’ho mai capita, ma dopo l' insediamento del nuovo governo la capisco ancora meno. Propugna il ritorno del merito, e mette un incompetente confesso, Gilberto Pichetto Fratin, sulla delicatissima poltrona dell’Ambiente e della Sostenibilità energetica. Il suo unico merito è essere più arrendevole di Paolo Zangrillo, cui inizialmente era stato assegnato il ministero più rognoso del momento. Appena l’ha saputo, ha scongiurato Meloni di scambiarlo con quello della Pubblica amministrazione, per il quale era già stato designato Pichetto Fratin. Così, sette minuti dopo la diffusione della lista dei ministri, è avvenuto il mini-rimpasto, il più veloce della storia dei governi. Il nuovo ministro dell’Ambiente e dell’Energia ne sa così poco dell’uno e dell’altra che gli è stato assegnato un ministro di sostegno, il suo predecessore Stefano Cingolani. E non parliamo della titolare del Turismo, Daniela Santanché, che qui a Rimini dovremo tenere d’occhio perché avrà in mano i destini dell’industria che dà da mangiare a mezza città: ci ha informato via social che non parteciperà al primo vertice nazionale sul turismo perché deve studiare i dossier riguardanti il turismo. Il che significa che non è proprio un'esperta della materia, pur essendo lei stessa
Insieme a due che già si strizzano l’occhio e alla prima occasione le sgonfieranno le gomme e le manometteranno la catena, tanti auguri
Dicono i meteorologi che da domani inizierà una nuova ottobrata, che prolungherà il posticipo d’estate in corso da qualche settimana e probabilmente si salderà con l’estate di san Martino. Tanto di guadagnato, o meglio di risparmiato, per l’economia familiare, che con il caro-energia di tutto ha bisogno tranne che di una botta di freddo. Tutti noi speriamo che il deprecato global warming ci risarcisca della terrificante altalena siccità-bombe d’acqua consentendoci almeno di sopravvivere con i termosifoni freddi ben oltre il 22 ottobre, quando nei territori compresi nella fascia E, in cui rientra quasi tutta la nostra regione, si potrà accendere per qualche ora al giorno il riscaldamento. E mentre c’è chi si gode gli ultimi o penultimi tepori assicurandosi un supplemento autunnale di tintarella o cenando all’aperto, qualcuno si allena a rigori e a rinunce inevitabili. Parlo dell’ignoto signore di Misano che giovedì scorso è stato immortalato mentre se ne andava a passeggio, anzi, a passo di corsa, completamente nudo, a parte calze e scarpe. La camminata adamitica, immortalata da parecchi telefonini e diffusa prontamente sul web, a tutto faceva pensare tranne che a un atto di esibizionismo, visto che le riprese mostrano il nudista muoversi lungo strade pressoché deserte. Di solito
Voglio condividere con voi impressioni e sensazioni di una tipica disavventura del nostro tempo: il furto/smarrimento del cellulare. Non che le mie impressioni e sensazioni valgano più di quelle di chiunque altro; oltretutto, più che tipica del nostro tempo, smarrire il cellulare è una disavventura tipica della sottoscritta, come ben sanno i suoi familiari e amici, che da molto prima che l’età le ottundesse le facoltà mentali devono inseguirla col dispositivo in mano o telefonare al suo numero per aiutarla a rintracciarlo. Stavolta il soccorso dei congiunti sarebbe inutile o impossibile, visto che ho dimenticato il cellulare nel taxi che mi ha portato in aeroporto – a Dublino, e per quanto il tassista sembrasse un gentile e integerrimo vecchietto, dubito che mi insegua in Italia col prossimo volo per consegnarmi il telefonino con una di quelle battute estemporanee spiritose e non volgari per cui gli irlandesi sono famosi (non scherzo, sono davvero così, anche da sobri). E siccome è il giorno della mia rubrica e non riesco a pensare ad altro che alle prossime mosse per ritornare in possesso di un telefonino funzionante (denuncia, ricerca di apparecchio a prezzi ragionevoli, reperimento di Sim-card appropriata, trasferimento dei dati ecc.), ho deciso di
«No uterus, no opinion»: non serve la traduzione, anche se lo slogan viene dalla celeberrima serie americana Friends, ed è la risposta tranchant con cui Rachel, una delle protagoniste, zittisce un partner che minimizza le sue contrazioni in gravidanza. Alle nostre pie orecchie italiane può sembrare un po’ tranchant, «niente utero, niente opinioni». Non è che avere organi genitali femminili automaticamente significhi avere sempre opinioni corrette e condivisibili in fatto di riproduzione. Diciamo che se l’opinione viene da una donna, si presuppone venga espressa da punto di vista un po’ più competente sulla fisiologia e sulla psicologia femminile rispetto a quella di un uomo, se non altro dal punto di vista empirico. In soldoni: se una donna mi dice «l’aborto è un dramma», posso non essere d’accordo, ma so che è in grado di immaginare cosa sarebbe per lei ritrovarsi con una gravidanza non prevista e non voluta, oppure le è successo davvero e ha dovuto prendere una decisione in un senso o nell’altro, oppure è ricorsa a precauzioni per evitare di dover affrontare un dramma che avrebbe vissuto col suo corpo e con la sua mente. E comunque non permetterei nemmeno a lei di applicare a me o a qualunque
Voglio la stessa cosa che prende Enrico Mentana prima delle sue maratone televisive. Alzi la mano chi non l’ha pensato almeno una volta, quando deve affrontare una giornata campale non catodica, soprattutto se si ha una una certa età, la resistenza fisica è quello che è, e dopo una giornata di lavoro anche una pizza fuori casa sembra la tredicesima fatica di Ercole. Mentana è più vicino ai settanta che ai sessanta, conduce un tiggì tutte le sere e dirige pure un giornale, ma non sembra mai così energetico ed euforico come quando può aggiungere ai suoi normali impegni qualche ora di diretta no-stop nello studio de La7. La maratona elettorale di stasera, dalle 23 alle 20 di domani, è una corsetta di riscaldamento rispetto alle distanze che Chicco Duracell ha coperto dal 2011 in poi, quando inaugurò il format in occasione delle elezioni amministrative: un ballon d’essai di sole cinque ore, un lampo, ma molto apprezzato dall’audience, che mostrò di preferire l’adrenalinica (ma mai vacua) logorrea mentaniana al soporifero bla bla dei conduttori dell’emittente pubblica. Al pragmatico boss de LA7, Urbano Cairo, non dev’essere sfuggito il vantaggioso rapporto costi-benefici in termini di share delle performance del suo direttore. Da allora non c’è
Slogan improvvisati, tour alla carlona, promesse elettorali che prendono a schiaffi la logica e il buon senso, per non parlare del buon gusto