Oreste Delucca, Alessandra Peroni: "Vita sul porto a Rimini nei documenti del tardo Cinquecento" Luisè. Dopo “Rimini e il mare nei documenti del Tre-Quattrocento” (Luisè, 2020) Oreste Delucca, con l’aiuto di Alessandra Peroni, prosegue il suo excursus storico nei secoli del Basso Medioevo, dedicandosi all’esame delle carte d’archivio del Cinquecento riminese. Scrive nella nota introduttiva l’editore Luisè: “La nostra città si è lasciata alle spalle la memoria del Principe guerriero-mecenate e vive la nuova era dominata dal potere papalino (…). In Italia è il tempo del Concilio tridentino con cui la Chiesa di Roma reagisce alla ribellione luterana”. Il Quattrocento si era chiuso con la scoperta dell’America; “il Mediterraneo da centro della civiltà occidentale stava gradualmente trasformandosi in un piccolo mare, interno e periferico”. Venezia lottava per la sua sopravvivenza e Rimini stava vivendo “il tramonto della signoria malatestiana e il passaggio sotto il diretto controllo pontificio; da piccola capitale di una ambiziosa signoria a modestissimo nucleo marginale”. Il Cinquecento è per Rimini un secolo di profonda crisi economica, politica, finanziaria. Il porto di Rimini vivrà per tutto il secolo in condizioni precarie. “Il porto riminese sconta la cronica carenza dei fondali necessari a dare ricetto ad imbarcazioni appena maggiori delle barchette”.
Roberto Matatia: "Passerà. Storia di una famiglia ebrea" Il Ponte Vecchio. Un bellissimo racconto che narra le traversie dei componenti il ramo della famiglia di Eliezer Matatia. La famiglia Matatia comprendeva tre fratelli, tutti pellicciai, che da Kerkyra, capoluogo dell'omonima isola greca che chiamiamo Corfù, emigrarono in Italia intorno agli anni Venti. I primi ad arrivare nella nostra penisola erano stati i due maggiori, Nissim e Leone, che una volta constatate le buone possibilità di lavoro, chiamarono a raggiungerli anche il terzo e più giovane fratello Eliezer. Prima svolgendo la loro attività nelle Marche poi in Emilia-Romagna, i tre fratelli finirono per stabilirsi in località diverse, ma vicine: Nissim a Forlì, Leone a Bologna, Eliezer a Faenza, ognuno di loro partecipando dell’impresa di famiglia, ma avviando un’attività commerciale in proprio di compravendita di pelli e pellicce pregiate, che permise a ciascuno di raggiungere condizioni di benessere per sé e per la propria famiglia già dagli anni Trenta. Proprio in quegli anni Nissim, il primogenito tra i fratelli Matatia, riuscì addirittura a comprarsi una villetta sul lungomare di Riccione, a fianco di quella villa Margherita che compreranno i Mussolini per trascorrere le loro vacanze estive. Per i Matatia la situazione cominciò a modificarsi, man mano che il clima politico italiano ebbe a risentire del progressivo avvicinamento del fascismo alla Germania, poiché
Completate raccolta e messa in ordine dei documenti raccolti in sezioni e federazioni, dove
Amati e Zavatta: gli ultimi processi, le difficoltà economiche, il silenzio. “La Rimini dei miliardari è un’invenzione”: il tramonto dei patriarchi – 3
Il nuovo giallo riminese di Enrico Franceschini
Il giornalista Vittorio Monti sul Corriere della Sera dell’1 febbraio 1982, in un articolo intitolato “’Mio marito ha un impero nascosto, è anche mio’. Sarà a Rimini il divorzio più costoso d’Italia”, intervista a Paola Amati Magnani, "la donna che con le sue rivelazioni fa tremare la Riviera Adriatica", scrisse: “Lui chiede il divorzio, esibendo una denuncia dei redditi di 166 milioni, e lei, che vuole la metà dei beni, porta in tribunale una lunga documentazione. Il magistrato legge e salta sulla sedia: ‘il patrimonio tra azioni e immobili sembra superiore ai mille miliardi’”. La donna dichiara: “Piero dice che ha pochi soldi e un sacco di problemi, ma in realtà il suo patrimonio è enorme. Io lo so bene, perché da un anno passo le notti a leggere verbali, statuti, rogiti e documenti delle sue società. Avevo studiato latino e filosofia, ma adesso ne so più di un commercialista”. La richiesta di divorzio mette così in moto tanti soggetti: la magistratura per falso in bilancio e reati valutari vari, il fisco, la guardia di finanza, il Comune di Rimini. La Magnani, sempre sul Corriere della Sera: “Io non sono una Mata Hari del fisco, voglio soltanto quello che mi spetta.
Alimentari, turismo, divertimento e tantissime costruzioni: le epopee dei personaggi che hanno fatto la storia recente della riviera
65 anni fa in piena guerra fredda tutti i giornali del mondo parlano di quel che sta succendo a Rovereta