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Voi che avete osato straziare il Lupo


5 Novembre 2017 / Lia Celi

Personalmente detesto i film horror, ma mi piacerebbe tanto che chi ha ucciso a badilate il lupo di Coriano e poi (e questo è forse il particolare più disgustoso) ha appeso la povera carcassa alla fermata dell’autobus, si trovasse invischiato in una trama degna di George Romero o Joe Dante, anche se spendere nomi così illustri per un pugno di sadici deficienti sembra uno spreco.

Ma i film horror pullulano di sadici deficienti, anzi, spesso è uno di loro a innescare una nemesi sanguinolenta, commettendo un atto di violenza gratuita e sacrilega, tipo uccidere un lupo, appunto.

Dovendo scegliere un animale su cui sfogare la propria sociopatia, il Canis lupus è il meno raccomandabile: non solo è una specie protetta, ma è un totem, simbolo temuto e rispettato da tante popolazioni europee, e italiche in particolare (non c’è solo la lupa romana, anche gli Irpini derivano il loro nome proprio da “hirpus”, lupo).

Una creatura oscura e luminosa, tanto da essere sacro ad Apollo, che ad Atene era chiamato Liceo, cioè «dio dei lupi»: le scuole superiori frequentate dai nostri ragazzi sono quindi, almeno etimologicamente, «i luoghi dei lupi», che in questo caso diventano garanzia di raffinata trasmissione del sapere, altro che favole alla Cappuccetto Rosso o i Tre porcellini.

Inoltre, proprio per le sue prerogative di distruttore di vite, nelle religioni pagane il lupo era visto come il custode della soglia che separa vita e morte, e qui entriamo in zona «storie de paura». Nella logica delle storie horror, ora sui responsabili non solo della morte e del vilipendio del malcapitato lupo corianese, ma anche del trauma causato agli scolaretti che per primi hanno notato il suo cadavere straziato esposto sul ciglio della strada, incomberebbe la sete di vendetta del Lupo Italico primigenio, che infesterà i loro sogni e le loro vite, in forme più o meno efferate, fino al totale sterminio in una notte di plenilunio.

Nella realtà ci accontenteremmo di vedere i colpevoli pizzicati dai Carabinieri e obbligati a riparare, almeno idealmente il torto fatto al più nobile dei Canidi, tanto affascinante quanto diffamato dalla letteratura per l’infanzia.

Come? Tanto per cominciare, conoscendolo meglio e studiandolo, il materiale non manca, visto che il lupo è l’animale selvatico su cui sono stati scritti più libri in assoluto, tanto per ribadire la sua importanza nella nostra cultura. Poi, a scelta, un po’ di volontariato a favore dei derelitti parenti domestici del lupo ospitati nel canile di Coriano, oppure nella raccolta di cacche di cani da parchi e strade. A mani nude, ovviamente.

Lia Celi @liaceli.com