HomeCronacaBravo Buck, Amatrice e Accumoli ringraziano


Bravo Buck, Amatrice e Accumoli ringraziano


29 Gennaio 2017 / Lia Celi

Mentre l’Europa comincia a chiedersi se è il caso di elargire all’Italia fondi d’emergenza per il terremoto, visto che ormai, più che un’emergenza, è la normalità, anche la nostra solidarietà con le popolazioni colpite, fatta di bonifici e sms, si fa più guardinga: dove sono finiti i fiumi di denaro partiti da tutta Italia dopo il sisma di agosto?

La diffidenza, anziché zittirsi dopo gli ultimi tragici eventi, è aumentata, vedendo i disagi in cui vivevano ancora tanti sfollati. E il dito non corre più tanto automaticamente sul cellulare per l’sms benefico, sospettando che quei soldi si fermino chissà dove, impiegati chissà come.

E allora lasciamo perdere il messaggino e proviamo con altre iniziative, più sicure e generose. Non le asettiche parole di un sms, ma quelle di un gruppo di scrittori. Sono i racconti di Buck e il terremoto, una piccola antologia scritta a molte mani e moltissime zampe, visto che tutte le storie, che siano virate al realismo, alla fantascienza o al fantasy, parlano di cani (o dei loro fratelli maggiori, i lupi): un omaggio ai tanti amici dell’uomo impegnati nei soccorsi.

Il libro, curato in primis dalla scrittrice e blogger Serena De Matteis, che ha arruolato nell’impresa autori da tutta Italia, è stato autopubblicato su Amazon, costa 8.50 euro in versione cartacea e 2.99 come ebook, e il ricavato, attraverso la Croce Rossa, va interamente alla gente delle zone squassate dal sisma, a cominciare da Amatrice e Accumoli, i cui Comuni hanno patrocinato l’operazione.

«Va interamente»: vabbè, a dirlo sono buoni tutti. Però qui non ci si ferma alle promesse. Sulla pagina Facebook del libro (facebook.com/buckeilterremoto/) vengono pubblicati regolarmente i resoconti di vendite e donazioni: i san Tommaso sono serviti.

Ma anche i lettori, perché i racconti sono belli. Vabbè, le storie con i cani sono come le foto con i gattini: commozione a colpo sicuro. Ma «mission» di Buck e degli altri quadrupedi protagonisti dell’antologia non è solo raccogliere soldi con (e già basterebbe), è anche infondere speranza e motivazione.

Niente lacrime a buon mercato, insomma: quelle lasciamole alla tivù del pomeriggio. E tanto per sfumare il buonismo con un pizzico di campanilismo, lasciatemi segnalare, fra i tanti bravi e generosi autori del libro, una presenza riminese, celata dietro lo pseudonimo di Velma J. Starling. Suo è «La lupa nella grotta», sì, proprio quella lupa lì, la pelosa nutrice di Romolo e Remo, oggi domiciliata nello stemma della città dove Virginia Raggi sta passando tanti guai. Anche lei per aver voluto sfamare due voraci fratelli, i Marra. La lupa antica sapeva scegliere meglio.

Lia Celi
https://www.liaceli.com/