HomeCronacaDocenti e allieve lo chiamano amore ma il suo nome è Narciso


Docenti e allieve lo chiamano amore ma il suo nome è Narciso


28 Gennaio 2018 / Lia Celi

«E allora Macron e Brigitte?».  La coppia presidenziale francese, con i venticinque anni di differenza fra lei, ex prof, e lui, suo ex allievo del liceo, non ha solo sdoganato ad alto livello le relazioni fra donne mature e ragazzini, ma per alcuni è anche diventato un precedente assolutorio per le storie tra docenti e studenti, che in Italia si declinano ancora nel più modo più tradizionale, professore e allieva.

Chissà se fra qualche decennio vedremo al Quirinale la studentessa quindicenne di un liceo riminese oggi chiacchieratissima per la sua love-story con il professore di trent’anni più anziano, al quale spetterebbe il ruolo di first husband. Sarà meglio che si tenga in forma per far bella figura quanto Brigitte Macron, visto che per diventare Capo dello Stato la ragazza dovrà aver compiuto cinquant’anni, e quindi lui ne avrà ottanta.

E chissà se suo figlio, ex fidanzato della fanciulla, sarà sportivo come i figli di primo letto di Brigitte, che sono diventati assistenti e consulenti di un patrigno loro coetaneo. In attesa del lieto fine politico, possiamo farci qualche domanda.

Non tanto sui Macron, quanto sui Brigitti di casa nostra, che perdono totalmente il senso della realtà e dimenticano non solo le loro responsabilità di adulti, docenti e cittadini, ma anche il buon senso, il buon gusto e la più elementare prudenza, e riempiono i cellulari delle loro beniamine di messaggi sconci e foto zozze, a tutte le ore, quando ormai anche i bambini dell’asilo sanno quanto sia compromettente e pericoloso.

Ho il sospetto che questi prof, inconsciamente, vogliano essere beccati. Che non gli dispiaccia, sotto sotto, che il mondo possa venire a sapere che loro, a dispetto dell’età, dànno dei punti ai maschi giovani, e, pur con la pancetta e qualche capello grigio, sono così affascinanti e irresistibili da aver sedotto una giovanissima.

Non è l’amore ad avergli dato alla testa, ma la vanità e l’autocompiacimento. Vale la pena di rovinarsi la famiglia, la carriera e la fedina penale, per non parlare della reputazione della loro acerba partner, pur di passare per il sexy-professore che ha fatto sul serio quel che tanti lumaconi della sua età si limitano a immaginare, di nascosto dalle mogli.

E pure per la ragazzina, a suo dire «consenziente», quei messaggi hot da mostrare alle amiche ridacchianti sono un trofeo che prova la sua precoce abilità nella caccia grossa; ma lei, vivaddio, ha un’età in cui non si è in grado di valutare le conseguenze delle proprie azioni.

L’amore è cieco e imprevedibile, non guarda la carta d’identità e può scavalcare qualunque barriera, compresa quella fra cattedra e banco, com’è successo fra Emmanuel e Brigitte. Ma nei casi che ci ha offerto la cronaca italiana recente, più che l’anarchico Cupido, sembra esserci di mezzo uno sconsiderato Narciso. Perdonabile nell’adolescenza, sconcertante e inaccettabile in un adulto.

Lia Celi www.liaceli.it