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Nirigua di Riccione, così nacque il divertimentificio


18 Dicembre 2017 / Paolo Zaghini

Fosco Rocchetta: “Riccione strabiliante: il Nirigua e le origini del divertimentificio” – La Piazza.

Fosco Rocchetta, ex-Direttore del Centro della Pesa di Riccione, da quando è andato in pensione ha iniziato a scrivere una sua particolare storia della Perla Verde, fatta di tanti libretti dedicati a varie vicende della città. Ma con un comun denominatore: il turismo, i suoi luoghi, gli eventi ad esso legati.

Ha iniziato nel 2009 con “Riccione estivo: agosto 1894. Origini del turismo riccionese al tempo della Belle epoque”, per proseguire poi con “Riccione nel Risorgimento. Il villino Mattioli quartier generale dell’Armata italiana a Riccione” e “Riccione il mio ritrovo estivo preferito. Il divino tenore Giuseppe Borgatti nella Riccione della Belle Époque” nel 2013, “Riccione sotto le bombe, settembre 1944. Il diario di Luisa e l’attività artistica di Camillo Innocenti” nel 2014, “Riccione, la mia città. Raccolta di scritti vari” e “Nascita del turismo di Riccione. Gli ospizi marini: un’eccellenza riccionese” nel 2015, “Riccione città del Motogiro d’Italia : una mitica cavalcata… (1953-57)” nel 2016, infine “Riccione strabiliante: il Nirigua e le origini del divertimentificio” nel 2017. Tutti editi da La Piazza Editore di Misano Adriatico.

Quest’ultimo libro racconta del “Nirigua” (anagramma di Guarini), vasto complesso per spettacoli teatrali, sportivi e d’intrattenimento, eretto sul Lungomare di Riccione, dal conte romagnolo Luigi Guarini (1873-1941), agli inizi degli anni Venti dello scorso secolo. Una struttura che proponeva le biciclette del mare, tennis, pattinaggio, slitte russe, un teatro all’aperto per oltre mille spettatori, ed ancora bar, gelateria, giochi per bambini e negozi.Un vero e proprio parco divertimenti, simbolo della rinascita e della ripresa del turismo riccionese, dopo le devastazioni del primo conflitto mondiale”.

Furono quelli anni ricchi di avvenimenti, fra cui la conquistata autonomia comunale nell’ottobre 1922, in cui Riccione attirò grandi investimenti privati. Poi la predilezione di Mussolini che ne fece il luogo del soggiorno estivo della sua famiglia, servì a consolidare il successo di Riccione come località turistica apprezzata a livello internazionale.

Riccione, nell’anno dell’autonomia comunale, contava 5.600 abitanti e le pensioni e gli alberghi erano 13, fra cui il Lido (ora Hotel Mediterraneo) in fondo alla Viola, il viottolo che dal vecchio Paese conduceva al mare (oggi Viale Ceccarini), costruito nel 1910 da Domenico Galavotti, uno dei precursori del turismo riccionese.

Il “Nirigua” venne inaugurato nel giugno 1921. Andava dal mare all’attuale Viale Gramsci, dove poi alla metà degli anni ’30 venne edificato il dancing Florida. Il Politeama del “Nirigua” era dove poi fu realizzato l’Aquarium dei delfini. La struttura operò sei stagioni estive (l’ultima è quella del 1926). Per pochi anni propose spettacoli teatrali e sportivi, unitamente ai ricevimenti ed alle feste di gala.

Poi, probabilmente, le spese assai elevate superarono gli incassi e ne decretarono la fine. “Il conte Guarini, povero di mezzi, ma milionario della fantasia” portò a Riccione “i più grandi spettacoli del tempo”, fra cui una grandiosa “Aida” nel 1925, le migliori compagnie teatrali (fra cui quella delle sorelle Gramatica, di Ermete Zacconi, di Sergio Tofano, di Elsa Merlini), la grande boxe (con i campioni Bruno Frattini, milanese e campione d’Italia e d’Europa dei pesi medi nel 1924, e Jean Loup, senegalese, della scuderia dei fratelli Bruno e Ribelle Galavotti, figli di Domenico).

La maggior quantità di informazioni sul “Nirigua” Rocchetta le ha tratte dalla rivista “La Riviera Romagnola” (uscita fra il 1921 e il 1925) ed edita da Silvio Lombardini (1866-1935), primo Sindaco di Riccione e poi podestà. Forlivese, frequentatore estivo di Riccione, sostenitore dell’autonomia comunale riccionese da Rimini, con il suo settimanale si batté “per lo sviluppo turistico della riviera e per la modernizzazione di tutta l’area romagnola, indicando come priorità le ferrovie, i porti, gli acquedotti, le colonie marine, l’igiene urbana, l’istruzione pubblica”.

Il libro è arricchito da numerose foto, oltre che da documenti scritti ed iconografici, inediti, frutto di ampie ricerche dell’Autore in archivi e biblioteche, pubbliche e private.

Paolo Zaghini