HomeCronacaIo razzista? È lui che è negro! (o zingaro, fa lo stesso)


Io razzista? È lui che è negro! (o zingaro, fa lo stesso)


24 Marzo 2017 / Nando Piccari

Se emigrare non è un diritto ma un privilegio, come sostiene il buffonesco cialtrone che siede alla Casa Bianca, si può allora dire che, tutto sommato, l’immigrato nigeriano Emmanuel Nnumani abbia solo subito un momentaneo ridimensionamento della sua condizione di privilegiato, stante lo sfortunato contrattempo di essere incappato in un riminese che in tanti, con alquanta superficialità, hanno immediatamente definito un razzista cocainomane, per il solo fatto di averlo prima malmenato al grido di «negro di merda», poi accoltellato e infine investito con la propria auto, riducendolo in fin di vita.

Andiamoci però piano con il distribuire a destra e a manca patenti di razzismo e xenofobia. Perché se vale la teoria, più volte enunciata da uno zuccardone legaiolo che siede in Consiglio Comunale, secondo cui Rimini sarebbe diventata «una discarica» a causa degli immigrati che vi dimorano, come si fa allora a non riconoscere in quel rude ragazzone italiano una sorta di esuberante “operatore ecologico”, che magari ha svolto con un po’ troppo zelo la lodevole mansione di “ripulitore della città”?

Quando ho appreso la drammatica notizia di quel crimine, mi son detto: “Gallina che canta per prima ha fatto l’uovo: vediamo chi sarà il politico riminese che precederà tutti gli altri nell’assicurarci che, contrariamente all’apparenza, nemmeno questa volta è consentito parlare di razzismo”. Finora è invece arrivato solo il flebile coccodè del “sovranista” Gennaro Mauro, ad annunciare un ovetto uscitogli da qualche parte, sotto forma di un pensierino la cui certificata profondità raggiunge… zero centimetri.

Mettendo in mostra tutta la coda di paglia di cui dispone, Mauro minimizza «un atto criminale compiuto da uno squilibrato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; fenomeni del genere possono avere per vittima chiunque».

Ohibò, quanto ragionevole e saggio distacco! Lo stesso che, c’è da giurarci, Mauro e quelli come lui avrebbero sicuramente mantenuto anche nel caso inverso; vale a dire se fosse stato un nigeriano di colore, non dico a ridurre in fin di vita un riminese, ma anche soltanto a prenderlo a schiaffi.

Dopo aver aggiunto che «il razzismo in questo caso non c’entra nulla» e che «i riminesi non hanno bisogno di lezioni moraliste da nessuno, neanche dal sindaco», ecco che a Mauro… la lingua batte dove il dente duole: «Le resistenze al provvedimento di ricollocazione di una parte degli “ex nomadi” residenti a via Islanda non sono riconducibili a germi razzisti presenti nella collettività».

Stia tranquillo, egregio Mauro; nessuno di noi “buonisti” – così chiamate voi chiunque non nutra pregiudizi verso nomadi o immigrati – pensa che quei germi razzisti trovino il loro habitat naturale nella collettività complessivamente intesa. Ma senza ombra di dubbio essi albergano nella testa o nel cuore – fa poca differenza – dei caporioni e degli aizzatori che alimentano paure assurde a suon di falsità e disprezzo; che danno vita a grotteschi supercomitati, megacomitati e rambocomitati, con l’intento di mettere alla gogna persone spesso riminesi più di loro; che contagiano perfino i bambini con i loro insani deliri; che invadono Facebook con xenofobo sudiciume; che nelle foto di gruppo ostentano una ghigna truce e nel contempo patetica, insieme all’idiozia di qualcuno di loro che, con sommo sprezzo del ridicolo, impugna minaccioso il forcone.

Certo, nessuno (o quasi) di costoro arriverebbe mai a commettere direttamente o ad incoraggiare intenzionalmente atti di violenza. Ma quegli urlanti assembramenti, consapevoli o meno che ne siano i loro protagonisti, costituiscono per il razzismo il brodo di coltura, il magma che ribolle sotto sotto, il vento che spinge nella cattiva direzione. E si può star certi che, prima o poi, non mancherà l’esaltato, il paranoico, il disturbato mentale, il cocainomane, o semplicemente il criminale, che nella convinzione di dover dare coerente seguito a certe nefaste predicazioni, sarà disposto a sporcarsi le mani di sangue.

Nando Piccari