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Ruggero Diotallevi, il “superassessore”


15 Marzo 2017 / Paolo Zaghini

Walter Ceccaroni, Sindaco di Rimini dal 1948 al 1970 (tranne le due parentesi delle sospensioni prefettizie: la prima dal 15 novembre 1949 al maggio 1951; la seconda dal 29 novembre 1954 al 23 gennaio 1958), e Nicola Pagliarani, Sindaco dal 1970 al 1978 (tranne per la parentesi di autosospensione per le vicende del Salumificio riminese dal giugno 1976 al marzo 1977) si avvalsero nell’espletamento dei loro mandati di un gruppo di assessori di grandi capacità amministrative. Anche se non sempre di uguale peso politico nel Partito. In particolare dalle elezioni del 31 marzo 1957 quando finalmente, alla luce di una chiara maggioranza PCI-PSI e di una secca sconfitta della DC (ribadita nelle successive elezioni amministrative), si dispiegò l’azione amministrativa che trasformò la Città dal punto di vista urbanistico, economico, infrastrutturale, scolastico, culturale. Per citarne alcuni: i comunisti Gino Arcangeli (1926-2007), Augusto Randi (1922-2011), Giovanni Baldinini (1921-2000), Vincenzo Mascia (1920-2003), ma soprattutto Ruggero Diotallevi; i socialisti Giordano Gentilini (1925-2014), Luciano Gambini (1924-2010), Giorgio Franchini (1938-viv.). In un intervista che rilasciai molti anni fa a La Gazzetta di Rimini (“40 anni di PCI” del 26 febbraio 1991) li definii “gli assessori pragmatici e pratici”.

Ruggero Diotallevi nacque a Macerata Feltria il 9 ottobre 1925 e venne con la famiglia a Rimini il 22 dicembre 1937. Giovanissimo entrò in fabbrica come operaio in fonderia. Si iscrisse al PCI nel 1944. Nel Comitato Federale riminese sin dalla nascita della Federazione del PCI nel 1949. Rappresentante sindacale in azienda, divenne prima funzionario della FIOM, il sindacato dei metalmeccanici, poi alla fine degli anni ’40 sino al 1956 responsabile della Camera del Lavoro di Santarcangelo di Romagna. Dal 1956 al 1961 divenne funzionario della Federazione delle Cooperative riminesi. Il 27 maggio 1951 entrò per la prima volta in Consiglio Comunale, dal giugno 1951 al dicembre 1952 e poi dal giugno 1961 in Giunta (con varie deleghe nel corso degli anni): ricoprì questi incarichi sino alla morte nel 1979. Nel periodo di autosospensione dall’incarico del Sindaco Pagliarani, Diotallevi in un momento politico delicato fu Sindaco facente funzioni con abilità ed efficienza. Fu anche dal 1972 Vice-Presidente della Fiera di Rimini, di cui era stato fra i principali promotori prima e fondatori poi. L’Ente Fiera venne istituito l’1 settembre 1970 per volontà del Comune di Rimini, dell’Azienda di Soggiorno e della Camera di Commercio di Forlì, ma il decreto del Ministero dell’Industria e del Commercio arrivò solo nel 1972. Primo Presidente (sino a gennaio 1980) fu il democristiano Italo Lazzarini.

Sposato il 3 giugno 1950 con Anna Maria Melini (1928- viv.), ebbe due figli: Fabrizio nel 1951 e Katia nel 1955 (morta nel 2009).

Per moltissimi anni fu assessore al bilancio comunale, che reimpostò complessivamente, per poi avere la delega ai Lavori Pubblici e dal 1975 anche quella dell’Urbanistica. La realizzazione di moderne infrastrutture per la Città fu da sempre la sua priorità di lavoro: il depuratore, l’inceneritore, la sistemazione del porto canale, i parchi cittadini, l’adeguamento della rete idrica, la Fiera. Ma anche il piano dei servizi di spiaggia, gli strumenti di attuazione della Variante urbanistica del 1975 (il Piano particolareggiato di sviluppo, il PPA urbanistico).

Diotallevi fece parte di quella classe dirigente comunista di formazione operaia, capace di crescere sul piano politico e amministrativo superando il deficit di mancanza scolastica. Seppe usare gli strumenti della politica e della amministrazione per la crescita della Città. La sua morte, il 12 aprile 1979, improvvisa per un infarto nel corso di accertamenti medici cardiologici in ospedale a Bologna, a soli 54 anni, privò il PCI e Rimini di uno dei suoi migliori amministratori pubblici.

Il 13 aprile 1979, il giorno successivo alla morte, il Sindaco Zaffagnini convocò una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per ricordare Diotallevi in cui presero la parola in tanti, di maggioranza e di minoranza, ma con un unanime riconoscimento alla statura dell’uomo politico e del pubblico amministratore scomparso.

Il suo funerale il 14 aprile in Piazza Cavour, gremita di cittadini, bandiere e corone, fu la testimonianza del suo profondo legame con i riminesi. Così come il lungo corteo, dietro il carro funebre, che lo accompagnò, attraversando la sua città fra due ali di folla, al cimitero. Le orazioni funebri vennero tenute dal Sindaco Zeno Zaffagnini, in carica da pochi mesi (dal 9 luglio 1978); dal Vice-Sindaco socialista Gianluigi Crescentini; dal consigliere comunale democristiano, a nome di tutte le minoranze, Ermanno Vichi; dal Segretario del PCI riminese Nando Piccari.

Il Comune di Rimini pubblicò un quaderno de L’Arengo (il n. 7 del 30 giugno 1979) in cui vennero riportati tutti gli interventi in Consiglio Comunale e le orazioni funebri in Piazza Cavour. E’ impressionante leggere le valutazioni di stima, di apprezzamento, di affetto qui contenute. Il Sindaco Zaffagnini: “diventato uno dei più capaci e stimati dirigenti del movimento democratico riminese. Se un tratto ha contraddistinto la vita e l’opera di Ruggero Diotallevi è stato l’amore – quasi viscerale – per Rimini, per la nostra città, per la sua città, per i suoi problemi”. Il capogruppo consiliare comunista Giorgio Alessi: “Diotallevi appartiene a quella leva di comunisti chiamati alla ricostruzione di Rimini e dell’intero paese, dalle rovine della guerra e per affermare i principi della libertà, della convivenza civile e della democrazia. A questi principi è stato ispirato tutto il suo impegno politico, distinguendosi nei momenti più acuti dello scontro politico come comunista fermo e rigoroso nei suoi principi; ma al tempo stesso tollerante, aperto al dialogo e al confronto con le altre forze democratiche”. Giuseppe Gemmani, capogruppo consiliare della DC: “L’ho conosciuto fin da prima della guerra (…) Il punto in cui la sua formazione è diventata più intensa è stato quando è stato dirigente di cooperativa, quando ha incominciato ad essere veramente un realizzatore, quando si è preparato ad essere un puro amministratore. Aveva nel suo modo di fare le doti del vero imprenditore, cioè del vero coordinatore di tutte le risorse economiche, tecniche ed umane per raggiungere il fine; ed il fine per lui era la realizzazione di importanti opere pubbliche, di cose importanti per la nostra città. Io lo ricordo competente, preparato, studioso. Diotallevi non era un superficiale. Era un operatore coscienzioso, nulla lasciava al caso”. Ercole Tiboni capogruppo consiliare del PSI: “Lo abbiamo chiamato Superassessore. Amici, compagni, colleghi, non era né un titolo nobiliare che avesse ereditato né una battuta nata in una notte; lo era perché se lo era guadagnato con le qualità che gli abbiamo invidiato tutti, la sua tenacia, la sua preparazione, la sua puntigliosità nel lavoro, la sua dedizione totale alla sua idea, alla sua missione di amministratore”.
Nando Piccari, Segretario della Federazione Comunista riminese: “Siamo qui per rendere l’estremo saluto ad uno dei nostri compagni migliori che ci ha lasciato. A piangerlo e a condividere con noi il grande vuoto per la sua scomparsa, ci sono anche uomini e donne di altre ideologie e di altre fedi, a testimonianza che Ruggero Diotallevi è stato un comunista la cui opera è andata ben al di là dei confini, pur vasti, di questo nostro e suo partito. La storia di Ruggero Diotallevi è la storia del difficile riscatto di quei figli del popolo che non hanno preteso soltanto per sé l’affermazione dei valori della libertà, della dignità umana, della solidarietà. Ma che di questi valori hanno fatto il perno di un impegno quotidiano di una vita spesa affinchè altri uomini diventassero – a loro volta – protagonisti del proprio riscatto”.

Paolo Zaghini

1

Ruggero Diotallevi (1925-1979)

2

1958. Urbino. Gruppo della Federazione delle Cooperative riminese. Da sin. Luciano Fornari, Silvano Doghieri, Ruggero Diotallevi, Gianluigi Crescentini, Argentino Cosmi; sotto Giacomo Evangelisti, Maurizio Soci

3

23 gennaio 1958. Rimini, Consiglio Comunale. Walter Ceccaroni parla dopo la rielezione a Sindaco. Da sin. Gino Arcangeli, Ruggero Diotallevi; da destra Vencislao Riccò, Giordano Gentilini, Luciano Gambini, il segretario comunale

4

6 ottobre 1962. Rimini, sede della Federazione Comunista. Al centro, con la camicia bianca, Boris Ponomariov, responsabile del Dipartimento Internazionale del PCUS. In fondo, da destra, Giuliano Pajetta, Antonio Roasio, Pio Vittorio Polverelli; a sin. Aldo Righi, Ruggero Diotallevi, Zeno Zaffagnini. In basso da sin. Walter Ceccaroni, Francesco Alici, Augusto Randi, Giovanni Baldinini

5

27-29 dicembre 1965. Rimini, Sala de L’Arengo. 7° Congresso della Federazione Comunista Riminese. Da sin. Nicola Pagliarani, Vito Nicoletti, Ruggero Diotallevi

6

Dicembre 1968. Rimini. Inaugurazione dei nuovi padiglioni fieristici in Via della Fiera. Al centro, da sin., Ruggero Diotallevi, Walter Ceccaroni

7

Gennaio 1977. Rimini, Hotel Bellevue. Da sin. Ruggero Diotallevi, Luigi Longo (Presidente del PCI), Nando Piccari, Francesco Alici

8

14 febbraio 1977. Rimini. Inaugurazione della Mostra dell’Alimentazione. Da sin. Italo Lazzarini, il Ministro Dario Antoniozzi, Ruggero Diotallevi