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E se The Place fosse a Rimini?


19 Novembre 2017 / Lia Celi

Se da qualche giorno, quando qualcuno vi dice «Si può fare», lo guardate negli occhi con un lieve sussulto, non ci sono dubbi: anche voi avete visto The Place, il film di Paolo Genovese che rispolvera in chiave contemporanea la vecchia storia del patto col diavolo.

Un misterioso signore seduto tutto il giorno al tavolo di un locale, munito di un librone e di una penna, riceve continue visite da parte di inquieti avventori, che gli chiedono di esaudire il loro più grande desiderio: una grossa somma di denaro, il recupero di una relazione, la guarigione di un figlio condannato da un male incurabile.

«Si può fare», risponde invariabilmente il misterioso figuro, sfogliando il tomo. E dopo averlo consultato, annuncia al postulante il prezzo che dovrà pagare: compiere un’azione, a volte insignificante, più spesso immorale o pericolosa.

Il cliente, a botta calda, rifiuta scandalizzato; ma poi cede, e tornerà più volte a relazionare sugli sviluppi dell’operazione fino a… no, non voglio cadere nel peccato mortale dello spoiler.

Ma accidenti a Genovese: già ci aveva fotografato tutti nel suo primo film, Perfetti sconosciuti, perfetto teorema sulle code di paglia nascoste nei nostri cellulari. E anche stavolta becca corde che risuonano in tutti noi: fino a dove siamo disposti ad arrivare per ciò cui teniamo veramente?

Ci piacerebbe o no incontrare qualcuno che, come il laconico «stregone» del film, ci facesse le stesse proposte indecenti assicurandoci la realizzazione dei nostri sogni?

Forse a Rimini c’è un The Place dove il moderno Mefistofele, seduto a un tavolo in disparte, aspetta le nostre richieste.

E se fosse proprio il bar dove prendiamo il caffè tutte le mattine o dove facciamo la pausa pranzo? O uno degli innumerevoli localini che aprono in centro? Bisognerebbe setacciarli tutti in cerca di un tizio seduto tutto solo in un angolo con un librone. Una volta localizzato, si fa come nel film: si va lì e ci si siede senza esitazione davanti a lui. Se fa una faccia incazzata e ti chiede lui di soddisfare immediatamente un suo desiderio, e cioè di toglierti dalle scatole perché sta aspettando la sua morosa, non è la persona giusta. Se alza lo sguardo dal suo librone, ti fissa con aria indecifrabile e ha una vaga somiglianza con Valerio Mastandrea, forse ci siamo.

Oserai rivelargli il desiderio che ti tormenta, e accettare il suo patto? Il rischio è che altra gente nel bar abbia visto The Place, noti il vostro conciliabolo e comincia ad additarvi, e magari si metta in coda aspettando il suo turno.

Mentre il vostro interlocutore alza gli occhi al cielo e mastica imprecazioni contro Genovese: per colpa del suo maledetto film ora non si può più starsene in pace da soli al bar a leggere un libro che ti si siede davanti un pazzoide che ti racconta i fatti suoi.

Lia Celi www.liaceli.com