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Un romanzo dell’essere donna


4 Giugno 2018 / Paolo Zaghini

Maria Pia Zanelli: “Una avventurosa rinascita” – Il Ponte Vecchio.

Romanzo. Sotto il titolo in copertina c’è scritto così. Ma difficilmente questo testo di Maria Pia Zanelli, maestra riminese in pensione, potrebbe essere definito tale. A differenza della sua opera prima “L’albero di ciliegio. Dieci racconti” (Panozzo, 2013), questo nuovo testo dà voce ad un lungo viaggio interiore che porta l’Autrice a sviscerare un percorso di crescita personale e di acquisizione di consapevolezza del proprio essere donna oltre che soffermarsi sul conflittuale rapporto con l’amata figlia Claudia.

Sembra che la sua fede cattolica (ha un Baccalaureato in Teologia preso a Bologna, ma anche una laurea in filosofia ottenuta a Urbino) abbia per molto tempo limitato il suo essere donna: “dopo anni di insensate elucubrazioni mentali, durante le quali non riuscivo a provare alcun interesse per il mondo femminile, e né tantomeno ad amarlo, me compresa, finalmente mi sono riconciliata con questa parte di umanità che ho faticato non poco a conoscere”.

Maria Pia non è certamente diventata femminista (anzi nelle sue riflessioni manca qualsiasi accenno a scelte politiche, in senso lato), ma è un acquisizione personale (come del resto è per tantissime altre donne): “Ogni giorno un po’ di più, i miei occhi fino ad allora velati dalla stupidità, vedevano finalmente e con grande sorpresa un mondo ricco di sentimenti sinceri, impavidi, e sempre accompagnati da gesti generosi che nella loro apparente leggerezza, come il lievito fanno accrescere l’amore in chi li riceve. Scoprivo che dentro la ciotola con la farina e le uova da impastare, a volte si mescolano dolorose lacrime che scendono tuttavia silenziose, per non destare troppo scompiglio”.

E finalmente Maria Pia sente di aver trovato il proprio posto, fra le donne: “Devo infinita riconoscenza a tutte le donne e alla loro grandezza, riposta nell’essere semplicemente donne: nella quotidiana normalità sanno essere meravigliose creature capaci di gratuita, infinita e commovente dedizione, capaci come sono di amare davvero fino in fondo, senza temere di soffrire”. Ma non solo: “E devo loro infinita gratitudine anche per avermi svelato l’importanza di appartenere a questo genere, il genere che ha il dono di trasmettere la vita proprio perché in grado di preservarla”.

Con questo nuovo spirito Maria Pia decide allora di fare anche i conti, conflittuali, con la figlia Claudia. Partendo da lontano: “Il passato è passato, ed è così distante dal vivere di oggi da non poter essere nemmeno raccontato, e poi non interessa più nessuno e le parole coi lori significati parziali e mai esaustivi, non rimangono che inutili e inascoltati sussulti, incapaci di sollevare animi disinteressati e comodamente adagiati”.

“Forse, è per questo motivo che i nostri vecchi raccontano ben poco del loro passato, se non di tanto in tanto e in rare occasioni, preferiscono mantenere i loro ricordi in un alone di riserbo che li protegga da imperturbabili e manifeste indifferenze!”.

E’ a questo punto del racconto che entrano in ballo la parrucchiera e i pop corn: Claudia chiede alla madre di acquistare dei pop corn prima di andare dalla parrucchiera, dove lei li mangerà osservando le signore in attesa e sotto i caschi come se fosse al cinema. “Lei bellissima, e per la verità poco consapevole e poco grata a Dio per la generosità dei Suoi doni, non mi sente quando busso alla sua porta, non se ne accorge, e così non mi fa entrare nella sua esistenza come vorrei anche solo per abbracciarla, per aiutarla o proteggerla”.

“Lei non sa di essere per me più importante dell’aria che respiro (…), io non ho mai desiderato e né vorrei mai vivere la sua vita, o fare le sue scelte”. Solo ora, dopo aver preso coscienza di se stessa, può dire: “Claudia vuole essere padrona di sé, dei suoi affetti senza compromessi, e di una libertà che a nessuno è concesso arrestare, vuole vivere senza intromissione alcuna con la sua vita in mano, e dar voce solo alla sua coscienza. Beh, come non darle ragione? E come non restare indietro a guardare i suoi passi, anche quando il cuore trema di paura?”.

E finalmente, con piena consapevolezza di tutto ciò che questo significa: “Vai, vai amore mio e corri verso il tuo futuro con fiducia, ma senza mai recidere le tue radici che col loro insostituibile e infinito amore, saranno sempre lì a sostenerti, magari anche solo attraverso i ricordi, L’importante per te è non mancare la tua vita”.

“Ho dovuto raccontare il mio passato semplicemente per liberarmi da me, dalla maschera che non mi permetteva mai di mostrarmi per quella che veramente sono. Non cerco giustificazioni o facili consensi, rivendico semplicemente il diritto ad essere me stessa, esattamente quella che sono senza mistificazioni”.
A Pia e Claudia, due amiche, un grande abbraccio. Ed anche ai due maschi di famiglia, marito e figlio, mai citati.

Paolo Zaghini