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11 gennaio 1836 – Muore il conte Felici, ministro riminese di Napoleone


11 Gennaio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO

“Daniele Antonio Felici Capello nacque a Rimini il 20 febbraio 1756 da una nobile famiglia. I genitori erano il capitano Rinaldo Felici e Chiara Faccini. Compiuti gli studi classici in città, entrò giovanissimo nel consiglio municipale (già nel 1776) come aggregato, in luogo di suo padre. Nel 1797 fu tra quelli che si dichiararono favorevoli alle riforme napoleoniche, cosicché quando Bonaparte salì al potere, lo chiamò a far parte dell’Amministrazione centrale della Legazione di Romagna, (ceduta a lui dal Papa Pio VI dopo la pace di Tolentino), che aveva sede a Ravenna e che era composta da nove persone, tra cui il Felici e Nicola Martinelli”.

Prendiamo queste notizie dall’articolo – “Un riminese alla corte di Napoleone” – di Enrico Morolli pubblicato su Il Ponte l’8 marzo 2015.

Daniele Felici prosegue la sua carriera nella Repubblica Cisalpina, nata il 3 novembre 1797. Rimini ne fa parte come capoluogo del Dipartimento del Rubicone. Il riminese è prima commissario del potere esecutivo, fino al luglio del 1798. Poi Ministro delle Finanze della Repubblica stessa, dal 16 luglio al 1 dicembre 1798.

Deve saper farsi apprezzare anche dagli anti-francesi, perché durante la temporanea restaurazione imposta dagli Austriaci gli viene affidato un incarico delicato come quello di amministratore del dazio sulla macina del grano.

Dopo la battaglia di Marengo, che ristabilisce il predominio di Napoleone nell’Italia settentrionale e la ricostituzione della Cisalpina, Felici torna all’amministrazione dipartimentale del Rubicone (il cui capoluogo è ora Forlì) e partecipa alla Consulta di Lione, che nel 1801 avrebbe dovuto essere la vera assemblea costituente della Repubblica Italiana, con 452 membri. Ma sia lui che gli altri delegati “fra cui i riminesi Ercole Buonadrata, Alessandro Belmonte Cima, Nicola Martinelli, Ottavio Zollio (rappresentante del vescovo), il notaio Gaetano Urbano Urbani e l’avvocato Luigi Pani per la Guardia nazionale” si rendono ben presto conto che il nuovo stato sarà solo un fantoccio nelle mani di Napoleone.

Tuttavia, Felici il 26 gennaio 1801 è uno dei “dieci componenti del Consiglio legislativo della nuova nazione – prosegue Morolli – che si estendeva dalle Alpi agli Appennini e che era divisa in dodici dipartimenti e 46 distretti, di cui Napoleone assunse la Presidenza, chiamando il milanese Francesco Melzi d’Eril alla Vicepresidenza. La Repubblica Italiana si trasformò poi in Regno d’Italia il 31 marzo 1805 ed il Bonaparte, divenuto imperatore ne cinse la corona, nominando vicerè il figlio adottivo Eugenio Beauharnais“, cioè il figlio dell’adorata Giuseppina.

Il Bonaparte vuole Felici a Parigi con un importante incarico legislativo per tutto il 1802 e parte del 1803. Poi lo invia a Milano come reggente del Ministero dell’interno, finché il 6 aprile 1804 viene investito di quel dicastero.

Resta in carica fino al 16 gennaio 1806. Il 19 febbraio 1809 è nominato senatore e nel 1810 insignito del titolo di Conte dallo stesso imperatore.

la corte dei ministri dell Regno d'Italia al matrimonio del vicerè Eugenio

La corte dei ministri dell Regno d’Italia al matrimonio del vicerè Eugenio Beauharnais con Augusta di Baviera

Quando per il Bonaparte le cose si mettono male, Felici, che era rimasto a Milano, se la vede brutta durante le tragiche giornate del 1814, durante le quali il ministro napoleonico delle finanze, Giuseppe Prima, viene brutalmente linciato dalla folla. È la “rivolta degli ombrelli”, perché il poveretto, che aveva avuto il merito di mantenere un equilibrio di bilancio esemplare, ma la colpa di averlo raggiunto con un’inesorabile politica fiscale, venne appunto ucciso a colpi di parapioggia.

Il Conte Felici torna allora nella sua Rimini, che peraltro non aveva mai abbandonato del tutto. Come, nonostante la militanza fra i filo-francesi, non aveva mai abbandonato la fede cattolica: fece infatti parte della Confraternita di San Girolamo fino a divenirne presidente onorario.

Anche durante la restaurazione dello Stato Pontificio, questa volta duratura, è gonfaloniere del Comune di Rimini tra il 1816 ed il 1818.

Daniele Felici aveva sposato Lucrezia, nobile cesenate, da cui avrà due figli: Rinaldo, la cui figlia Innocenza sarà poi la moglie del Conte Ruggero Baldini, fondatore assieme al fratello Alessandro del primo stabilimento-balneare di Rimini; Marianna, che sposerà il conte Ludovico Sturani di Ancona, Ministro delle Finanze nel governo delle effimere Provincie unite italiane.

Daniele Felici Capello muore l’11 gennaio 1836, “colpito da herpes o lebbra ed obbligato a letto e sulla sedia a ruote per vari mesi”. Aveva vissuto gli ultimi anni nel suo palazzo dell’allora contrada del Suffragio: esiste ancora, nell’attuale corso Giovanni XXIII al numero 14. “Fu sepolto – conclude Morolli – nell’antico tempio riminese di San Girolamo edificato nel 1630 e distrutto nel corso del secondo conflitto mondiale”.

Sul fronte del palazzo una lapide vergata da Enrico Bilancioni recita: “A perpetua ricordanza del Conte Daniele Felici Capello che accrebbe il lustro di questa città. Egli il primo ministro delle finanze nel regno di Napoleone poi ministro dell’Interno e senatore, serbata fra gli onori cittadina modestia con animo sempre memore del luogo natio morì il giorno XI Gennaio MDCCCXXXVI”.

La città di Rimini ricorda Daniele Felici con una via, traversa di via Covignano fino a via dell’Abete. Ma anche a Santarcangelo una strada porta il suo nome, dalla via Emilia alla via De Gasperi presso la stazione ferroviaria.

Rimini, via Giovanni XXII, il palazzo Felici Capello con la lapide che ricorda il conte Daniele

Rimini, corso Giovanni XXIII: palazzo Felici Capello con la lapide che ricorda il conte Daniele

Il patriottismo del Conte fu mantenuto in vita dalla moglie Lucrezia che, molti anni dopo, nel fatidico 1848 “accolse le truppe pontificie e civiche che, provenienti da Roma, andavano ad offrire il loro appoggio ai Savoia nella I guerra d’indipendenza”. Carlo Tonini nel suo Compendio così descrive quell’incontro: “La liberalissima e gentildonna cesenate Lucrezia vedova Felici, vestita all’italiana, come ella soleva, con cappello nero e largo a piume, presentò al colonnello una bandiera (quella italiana)”.

Daniele Felici è il primo ministro riminese in un governo italiano; solo altri due lo sono stati fino a oggi: Aldo Oviglio e Antonio Paolucci.

(nell’immagine di apertura, “ritratto di Daniele Antonio Felici Cappello” di Giovan Battista Galliadi, 1800-10 ca., al MUSAS di Santarcangelo di Romagna)