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17 febbraio 1317 – La festa di Fundador di Servi, a Rimini dal 1312


17 Febbraio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Alla data del 17 febbraio E’ Luneri Rumagnol di Gianni Quondamatteo riporta come santo del giorno: I Fundadur di Servi. Così nel riminese venivano infatti ricordati i Sette Santi Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria (ricorrenza facoltativa del calendario ecclesiastico).

Si legge nella storia dell’Ordine che esso giunse a Rimini già dal 1312 (appena due anni dopo la morte dell’ultimo dei Fondatori), con una cappella e un forse un primo piccolo convento. La chiesa fu consacrata nel 1317, probabilmente nel giorno che già allora la tradizione popolare aveva consacrato ai Santi Fondatori. 

Il terreno per edificare chiesa e convento fu donato ai Servi di Maria dai Malatesta, da sempre in ottimi rapporti con Firenze (almeno quella, dominante, di parte Guelfa), dalla quale i Servi di Maria provenivano. All’edificio, di una sola navata, si aggiunsero nel tempo altari e cappelle gentilizie come quella degli Agolanti (fiorentini di origine), il cui stemma si può ancora vedere murato sulla parete esterna lungo Corso d’Augusto.

Lo stemma degli Agolanti sul lato della chiesa dei Servi, sul Corso d’Augusto a Rimini

Fra il 1774 ed il 1777 la chiesa venne completamente trasformata ad opera dell’architetto bolognese Gaetano Stegani.

Nel 1806 la chiesa divennne quella della parrocchia di Santa Maria in Corte, assumendo il titolo dell’antichissima chiesetta dei duchi che governavano la città prima del Mille, che sorgeva nell’omonima via. Nel 1894 la facciata di S. Maria dei Servi venne ricostruita dall’ingegner Giuseppe Urbani.

L’interno è a navata unica, fastosamente decorato con stucchi e dorature.

Tra le opere che vi si possono ammirare vi sono:

  • Altare di Sant’Agostino: La Madonna di Reggio venerata dai Santi Agostino e Monica di Lucio Massari (1620)
  • Altare di San Luca: San Luca che ritrae la Madonna con il Bambino di Giovan Battista Costa (1744)
  • Altare dell’Immacolata: Immacolata Concezione di Pietro Tedeschi (1783)
  • Altare di San Pellegrino Graziosi: Visione di San Pellegrino Laziosi di Gaetano Gandolfi (1784)
  • Frammento cinquecentesco raffigurante Cristo, (proveniente dal Monte di Pietà).

Inoltre, sono riemersi più volte frammenti della decorazione originaria della chiesa, ovvero affreschi della scuola riminese del Trecento. Cesare Brandi li collocava nella fase finale della sua breve stagione, poco prima del 1350.

Ma chi erano i Servi di Maria?

“Intorno al 1233 – racconta il quotidiano  l’Avvenire – mentre Firenze era sconvolta da lotte fratricide, sette mercanti, membri di una compagnia laica di fedeli devoti della beata Vergine, legati tra loro dell’ideale evangelico della comunione fraterna e del servizio ai poveri, decisero di ritirarsi per far vita comune nella penitenza e nella contemplazione”.

“Lasciate attività, case e beni ai poveri, verso il 1245 si ritirarono sul Monte Senario, nei pressi di Firenze, dove costruirono una piccola dimora e un oratorio dedicato a santa Maria. Molti si rivolgevano a loro per risolvere dubbi e angosce, tanto che essi decisero di dare inizio ad un Ordine dedicato alla Vergine, di cui si dissero Servi – l’Ordine dei Servi di Maria -, adottando la Regola di sant’Agostino. Nel 1888 Leone XIII canonizzò i sette primi Padri, sepolti, insieme, a Monte Senario. Si tratta di San Bonfiglio (dei Monaldi), guida del gruppo laico e poi priore della nascente comunità. San Bonagiunta (Manetti), priore tra il 1256 e il 1257. San Manetto (dell’Antella), artefice delle prime fondazioni in Francia. Sant’Amadio (degli Amidei), anima del gruppo. San Sostegno (dei Sostegni) e Sant’Uguccione (degli Uguccioni), amici tra loro. Sant’Alessio (dei Falconieri), zio di santa Giuliana”.

I Sette Santi Fondatori in un dipinto in San Carlo al Corso, Milano

L’Ordine rischiò di scomparire quando, nel 1247, il concilio di Lione decretò la soppressione degli Ordini Mendicanti. Fu il Benizi che, forte dei pareri positivi espressi dai giuristi del tempo, ottenne di nuovo il riconoscimento pontificio. L’approvazione definitiva arrivò poi nel 1304 ad opera di Benedetto XI: soltanto Alessio dei Falconieri, ultimo superstite dei sette fondatori morti tutti a Monte Senario, poté assistervi. Nonostante le dure penitenze praticate (portò sempre la tonaca sulla nuda carne con cilici, si flagellava ogni notte e per molti anni digiunò a pane ed acqua) egli morì il 17 febbraio 1310, a quasi 110 anni di età.  Di qui la celebrazione della festa dell’Ordine in quella data.

Sono dunque mercanti che si danno alla carità. Tutti ricchi e parecchi di loro anche aristocratci. La famiglia degli Amidei, per esempio, era ritenuta fra le più antiche della città: pretendeva di avervi vissuto fin dall’epoca della fondazione romana di Florentia. Secondo Dante e i suoi contemporanei la rivalità con i Buondelmonti sarebbe stata all’origine della tragica divisione dei Fiorentini fra Guelfi (i secondi) e Ghibellini (i primi). Ma i Sette si mettono assieme anche per superare feroci faide politiche: ghibellini Amidei, Dell’Antella e Monaldi; guelfi Falconieri, Manetti e Uguccioni. Fanno parte di quella forte ondata di rinnovamento, sempre sull’orlo dell’eresia, che percorre la chiesa fra XII e XIII secolo e che nel XIV troverà una sua collocazione. Anche se di antica nobiltà, rappresentano la spriritualità “del fare” tipica della borghesia, la “gente nova” dai “facili guadagni” disprezzata da Dante Alighieri.

A Rimini non c’è tanta borghesia come a Firenze, ma “gente nova” non ne manca: i Malatesta calati dai monti hanno sgominato l’aristocrazia cittadina che risaliva ancora all’Esarcato dei duchi. Si chiamano guelfi e ghibellini, ma sono anche i nuovi ordini mendicanti ormai in concorrenza con le grandi abbazie benedettine e le loro sterminate proprietà ormai smangiucchiate da tutti. I Malatesta spalancano le porte a Francescani e Domenicani, ai Servi di Maria e agli Umiliati. Un intreccio di appetiti terreni e fede incrollabile come solo il medio evo ha saputo esprimere.

“Poco prima del transito – narra la tradizione – ad Alessio era apparso Gesù bambino contornato da angeli sotto forma di uccelli bianchissimi, mettendogli sul capo una corona di fiori. A lui si deve anche l’ascesa spirituale della nipote, santa Giuliana Falconieri, fondatrice delle Mantellate“. I Falconieri, trasferiti a Roma, nel XIX secolo finiranno per fondersi con i principi di Carpegna.

Tra i Serviti più noti degli ultimi anni, Famiglia Cristiana segnala padre David Maria Turoldo, noto predicatore dotato di una sorprendente vena poetica, considerato uno dei più rappresentativi esponenti di un cattolicesimo più dinamicamente impegnato nella seconda metà del ‘900″.

Padre David Maria Turoldo (Coderno, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992)