A Rimini vivono 37.358 anziani di cui 55 ultracentenari: il 10% di loro è solo
1 Ottobre 2024 / Redazione
Domani, 1° ottobre, si celebra la Giornata Internazionale dell’Anziano, un appuntamento annuale istituito dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sull’importanza di garantire assistenza e supporto adeguati alle persone anziane. Quest’anno, in particolare, il tema centrale ruota attorno al concetto di cura, una questione su cui anche l’amministrazione comunale di Rimini sta concentrando i propri sforzi, in linea con la necessità di affrontare il progressivo invecchiamento della popolazione, un fenomeno che riguarda tanto la realtà locale quanto lo scenario globale.
I dati demografici aggiornati a livello cittadino confermano chiaramente questa tendenza: sono ben 37.358 i residenti a Rimini con più di 65 anni, di cui la maggioranza donne (su una popolazione di 150.000 residenti). Una prevalenza femminile che con l’avanzare dell’età cresce ulteriormente, arrivando a picchi anche dell’80%, come evidenziato dal quadro statistico emerso dal percorso partecipativo Gente di Rimini.
Oltre alla questione della longevità, emerge un dato altrettanto significativo dal più recente rapporto demografico comunale: il crescente numero di anziani che vivono da soli. Nel primo semestre del 2024, infatti, sono stati registrati 10.844 anziani residenti a Rimini che conducono una vita autonoma, un numero in aumento rispetto alla fine del 2023.
Inoltre, secondo il report demografico riferito alla popolazione del 2022, Rimini conta 55 ultracentenari, un bacino di uomini e donne che hanno superato il secolo di vita.
“Questi dati testimoniano non solo l’aumento dell’aspettativa di vita, ma evidenziano anche la necessità di pensare a nuovi modelli di assistenza, più flessibili e capaci di rispondere in maniera efficace ai bisogni di una popolazione anziana in continua crescita – è il commento dell’assessore alla protezione sociale del comune di Rimini, Kristian Gianfreda -. Consapevoli di queste evoluzioni demografiche, come amministrazione stiamo concentrando gran parte della nostra attenzione al ripensamento del modello assistenziale e sanitario, perché tenga in considerazione l’impennata del numero di persone avanti con gli anni, alle solitudini, alle malattie croniche. E non è un caso che al centro della nostra agenda ci sia una riorganizzazione dei servizi nel solco della prossimità, quale concetto cardine sia per garantire cure mediche più efficienti, sia per creare un ambiente urbano più inclusivo e capace di rafforzare il tessuto sociale”.