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C’era un solo telefono al bar di Odo e la latteria della Giovanna, due spazzini, e Ciro, l’unica guardia comunale


Amarcord. Vita di paese


5 Gennaio 2025 / Enrico Santini

Moretti il falegname, Fafen de forne con il cappello, al centro molto a destra Micali ad Panzadura, Bucci e sartor, e Nando ad Ciapen. Anni ’60. I Beatles cantavano Please please me, ma ai nostri poco importava. Loro lavoravano per comperare il frigorifero Indesit, la 600 Fiat, e la televisione per le Olimpiadi di Roma.

L’osteria di Ciroli, la bottega di alimentari dello zio Nando ad “Muclena”, la macelleria di “Sibetta”, le stoffe della Clara Tentoni, e c’era anche, e sola, la Cassa di Risparmio di Rimini. La piazzetta con le panchine dove si giocava a pallone, il dopolavoro dei Reduci e Combattenti con il gioco delle bocce, il Cinema di Tabarroni dove la domenica pomeriggio si andava a vedere “Maciste”, l’Acli con il biliardo dove don Michele Arcangelo bocciava secco il pallino, e tagliava con la spada, il fumo delle Giubek.

Loro, gli eroi della foto, attori non pagati, vedevano tutto, sapevano tutto.

Nel paese c’era un solo telefono al bar di Odo e la latteria della Giovanna, due spazzini, e Ciro, l’unica guardia comunale.

Il Sindaco comunista veniva da Rimini, ma era di Pedrolara, la Sapum passava alle sette e mezzo, veniva da Mondaino e portava noi fortunati a scuola a Rimini, fermandosi una sola volta alle prigioni (Castel Sismondo).

Era una gran bella vita. Se guardo la foto mi commuovo. Ma non è un problema: è l’età.

Rurali sempre,

Enrico Santini