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«MCCCLXXXII, del mese d'Agosto venne in Italia ed Duca d'Angiò zio del Re di Francia cum grandissima quantitade de gente d'arme. Et venne cum lui el Conte de Savoglia, e 'l Conte de Geneva fratello dell'Antipapa». Così l'anonimo "cronista malatestiano", che poi narra di questa impresa di un esercito straniero in Italia; l'ennesima, ma una folla di armati così grande non si era mai vista. Il Duca viene ben accolto sulle terre dei Visconti, poi raggiunge Imola dove batte i Bolognesi. Quindi va a Ravenna dove i Polentani gli «dànno mercato» e gente che lo seguirà, mentre «Faenza gli dè niente». Ma chi è questo Duca d'Angiò? E cosa viene a fare dalle nostre parti? Si tratta di Luigi, figlio secondogenito del fu re di Francia Giovanni II detto "il Buono", e di Bona di Lussemburgo, sorella dell'imperatore Carlo IV del Sacro Romano Impero, zio e per qualche tempo tutore del Re di Francia in carica Carlo VI "il Beneamato" (o per altri "il Folle"). Sta andando nel Regno di Napoli per cercare di abbattere un altro Angioino, Carlo III "il Breve", che ha strappato il trono alla legittima regina Giovanna. [caption id="attachment_250323" align="aligncenter" width="781"] Carlo III d'Angiò-Durazzo[/caption] Ma se già è complicata l'eterna

In pieno XVII secolo gli assalti di pirati e corsari in Adriatico sono all'ordine del giorno. Chi si mette in mare anche a poca distanza dalla costa deve mettere in conto brutti incontri, che nel migliore dei casi si risolvono con la perdita di ogni avere e nel peggiore con l'essere venduti come schiavi o addirittura uccisi, gettati in mare senza riguardi. Ma nell'agosto 1672 accade un episodio sconcertante. Lo ricostruisce, sui documenti dell'epoca, Maria Lucia De Nicolò ("Paure e pericoli nelle acque costiere tra Marche e Romagna nei secoli XV-XVII", in "Pirati e corsari in Adriatico", a cura di Sergio Anselmi, 1998). Si tratta di un assalto di corsari a una flottiglia di Riminesi e Chioggiotti che stanno pescando assieme nell'agosto di quell'anno. [caption id="attachment_106835" align="aligncenter" width="1161"] Un Tartanone dell'Adriatico (da www.cherini.eu)[/caption] Scrive la studiosa cattolichina: «Dal testimoniale di un tartanante rilasciato al podestà di Chioggia, si ricavano molti particolari sull'accaduto. Alla distanza di 20 miglia al largo "pescano qua e là barche di Rimino e di Chioza", facilmente riconoscibili dai simboli e dai colori delle vele - "tutte si conoscono dalla diversità delle vele" - precisa il testimone - quando "lasciate star le chiozote si voltarono i turchi verso un tartanone

Nel 1344 Ceccolino e Menghino Ondedei sono i signori di Saludecio. Coinvolti nella faida fra Malatesta Guastafamiglia, Ferrantino Novello e Galeotto, quando questa viene a cessare grazie a un accordo, vedono ritornare in paese i loro nemici (e forse anch'essi Ondedei): i quattro figli di Bernardo, morto nell'esilio a cui i signori l'avevano condannato. [caption id="attachment_53320" align="aligncenter" width="1313"] Stemma degli Ondedei di Saludecio[/caption] Questo Bernardo era cognato del Guastafamiglia, avendone sposato la sorella. Ceccolino invece aveva appoggiato Ferrantino Malatesta, già signore di Rimini spodestato e incarcerato a tradimento proprio dal cugino Guastafamiglia, che gli aveva anche ammazzato il figlio Malatestino Novello e il nipote Guido. Ciò accadeva nel 1335. Da allora il figlio superstite di Ferrantino ed erede della discendenza di Malatestino "dall'occhio", Ferrantino Novello, aveva scatenato una guerra che era durata quasi dieci anni contro la stirpe di Pandolfo I, cioè appunto Malatesta Guastafamiglia e suo fratello Galeotto. Nel 1343 però si è raggiunta la pace: al Guastafamiglia vanno Rimini e Fossombrone; a suo fratello Galeotto tocca Fano e al figlio di lui, Pandolfo (II), Pesaro; a Ferrantino Novello resta solo Verucchio e poco altro e alla fine solo Mondaino, con la vicina Saludecio in mano appunto ai suoi sostenitori, gli Ondedei. Il tutto sancito dall'investitura sia dell'imperatore Lodovico il Bavaro, sia poi

Il 17 agosto 1946 nasce a Rimini Giovanni Urbinati, detto Gio. Inizia il mestiere di ceramista nel 1965 a Rimini presso l'atelier “Ceramica Stella Alpina”. Nel 1969 apre la sua prima bottega a Rimini ed inizia la sua ricerca sulla materia, sugli smalti e le cotture a lustro. Modella e cuoce ogni tipo di terra, argilla, gres, porcellana e perfino la terra del suo giardino. Dice di sé: "Nel 1969 ho aperto una mia bottega a Rimini, avviando così un lavoro di sperimentazione, scultura e soprattutto ricerca sugli smalti e cotture a lustro. In questo modo sono arrivato a toccare l’alchimia. Ho lavorato e cotto tutto quello che era possibile: dalla terra del mio giardino al gres più duro, alla porcellana più raffinata. Dopo diversi anni di cotture in forno con strumenti pirometrici sono arrivato alla cottura ad occhio, guardando dal rosso rubino del piccolo fuoco, al bianco luce dei 1350 gradi centigradi" Dal suo incontro con Tonino Guerra nel 1988 inizia una collaborazione che sfocia nel 1990 nella realizzazione della mostra “La Cattedrale dove va a dormire il mare” alla Chiesa sconsacrata di Budrio di Bologna . Nel 1991 realizza a Bascio Alta vicino a Pennabilli il "giardino pietrificato" da un'idea di Tonino

Il 16 agosto 1944 i tre partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani vengono impiccati nella piazza principale di Rimini, allora intitolata a Giulio Cesare e che da allora si chiamerà Tre Martiri.  I tre giovani partigiani, attivi nella Resistenza riminese sin dai primi giorni successivi all'Armistizio, nell'estate del 1944 facevano parte del medesimo Distaccamento della 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi". Durante una operazione di sabotaggio ad una trebbiatrice, con l'obbiettivo di impedire la trebbiatura del grano che era obbligo consegnare ai nazifascisti, un gappista riminese fu riconosciuto e denunciato. Catturato, fu costretto sotto tortura a denunciare i compagni di lotta. A causa di queste informazioni i tre partigiani, che avevano come sede operativa la vecchia casermetta di Via Ducale, nel centro storico di Rimini, vennero sorpresi dai nazifascisti il 14 agosto, mentre un quarto partigiano che era con loro, Alfredo Cicchetti, si salvò fortunosamente. Imprigionati e torturati, non rivelarono i nomi di loro compagni. La mattina del 16 agosto i tre vennero sottoposti a un processo sommario da parte della Corte marziale del 303° reggimento della 162° divisione di fanteria turkmena presieduta dall’Oberstleutenant Christiani e successivamente controfirmata dal generale Ralph von Heygendorff, comandante della divisione. Nell'avviso pubblico, firmato dal Commissario straordinario Ugo Ughi,

Il 15 agosto 1916 una scia sismica si verifica fra Rimini e Pesaro. Si pensa agli ultimi strascichi del terremoto accaduto il 17 maggio.   https://www.chiamamicitta.it/1916-primo-disastro/ “Tutta la giornata di martedì 15 sulla spiaggia da Bellaria a Pesaro fu un succedersi di scosse di terremoto con un sensibile progresso di intensità. Nullostante, Rimini – provata a ben maggiori tormenti – non cessava dalle abituali occupazioni, già avvezza da qualche mese al ripetersi di più o meno intensi movimenti tellurici: alla spiaggia continuava nella solita vita di gioconda animazione…” [Il Resto del Carlino, 1916.08.18]. “Verso le ore 23 le ire del sottosuolo si placarono […] ma la gente non si azzardò di dormire nelle case e nelle ville e si accampò alla meglio, su materassi gettati dove vi fosse un poco di riparo dal vento e dalla guazza, oppure si ricoverò più comodamente nei capanni a mare. Coloro i quali erano venuti per qualche giorno, approfittando del Ferragosto, rifecero in fretta e furia le valigie e scapparono a Bologna” [L’Avvenire d’Italia, 1916.08.18]. È il preludio a quanto sarebbe successo il giorno dopo. [caption id="attachment_53013" align="alignnone" width="1307"] La rappresentazione grafica dei terremoti a Rimini e dintorni il 15 e 16 agosto 1916[/caption] https://www.chiamamicitta.it/1916-atto-secondo-la-catastrofe-ferragosto/ Come ricorda Romano Camassi dell'INGV – Bologna, «I Comuni colpiti

Alex Righetti nasce a Rimini il 14 agosto 1977, figlio del pugile Alfio, che giunse a sfidare Leon Spinks in una semifinale mondiale. Cresciuto cestisticamente nelle giovanili del Basket Rimini, debutta in prima squadra a 17 anni non ancora compiuti. Con la formazione riminese conquista la promozione nella massima serie nel 1997, per poi debuttare nelle coppe europee ai tempi in cui Rimini era sponsorizzata Pepsi ed essere convocato in nazionale. Nel 2000 Righetti arriva alla Virtus Roma: in questa stagione conquista la Supercoppa italiana contro la Virtus Bologna, mentre in campionato ha una media di 14,1 punti. Abile tiratore dalla lunetta, conclude l'annata 2001-02 con il 93,3% ai tiri liberi. Nel 2003-04 debutta in Eurolega. Il rapporto con il sodalizio romano si interromperà solamente nel 2007, con Righetti che ritrova il quintetto base trasferendosi alla Scandone Avellino nell'anno in cui gli irpini vincono la Coppa Italia. Per un biennio gioca poi con la Virtus Bologna vincendo anche un EuroChallenge, ma perde gran parte del secondo anno di permanenza poiché la società decide di metterlo fuori rosa per alcuni contrasti legati al contratto. Nel 2010 disputa un'annata alla Pallacanestro Varese, seguita dall'esperienza alla Juvecaserta. Nel 2013-2014 fa ritorno alla Virtus Roma firmando un contratto annuale. Rimane nella capitale anche l'anno successivo,

Mattia Pasini nasce a Rimini il 13 agosto 1985, ma è riccionese a tutti gli effetti. Suo padre Luca è pilota professionista. Il piccolo Mattia ha una menomazione permanente che gli limita la funzionalità del braccio destro. Tuttavia esordisce nella classe 125 del motomondiale nel 2004, con una Aprilia RS 125 R del team Safilo Carrera - LCR, con compagno di squadra Roberto Locatelli. Nel 2005 passa al team Totti Top Sport - NGS, con compagno di squadra Manuel Hernández García, ottenendo due vittorie (Cina e Catalogna), un secondo posto in Turchia e tre terzi posti (Olanda, Malesia e Comunità Valenciana) e terminando la stagione al 4º posto con 183 punti. In questa stagione è stato costretto a saltare il GP di Francia a causa di una frattura al polso rimediata nelle qualifiche del GP. Nel 2006 ha corso nel team Master - MVA Aspar di Jorge Martínez in sella ad un'Aprilia con Sergio Gadea, Álvaro Bautista, Mateo Túnez ed Héctor Faubel come compagni di squadra. In questa stagione ottiene due vittorie (Italia e Germania), un secondo posto in Cina, tre terzi posti (Spagna, Gran Bretagna e Australia) e due pole position (Spagna e Francia) e termina la stagione ancora quarto con 192 punti. Nel

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