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Il maestro del giornalismo italiano si spegne serenamente nel sonno nella nottedel 4 agosto 2020 nella sua casa di Bracciano. Avrebbe compiuto 97 anni il 21 settembre. Nato a Ravenna, cresce a Rimini dove inizia giovanissimo la sua carriera da giornalista. Nel dopoguerra si inventa con alcuni amici il Publiphono e con mezzi rudimentali trasmette la cronaca di una partita del Rimini Calcio. Collabora con la Rai dal 1947 e viene chiamato a Roma da Vittorio Veltroni, padre di Walter. Amico da sempre di Federico Fellini, quando diverrà presidente della Rai il regista gli spedì un telegramma di tre parole: “Osta te. Federico”. Sergio Zavoli in un disegno di Federico Fellini Sempre popolare, mai volgare. La voce calda e inconfondibile. I suoi servizi radiofonici si distinguono per originalità, freschezza, umanità, la capacità di saper farsi comprendere da tutti senza rinunciare alla lingua più raffinata. Nel 1962 crea la trasmissione televisiva Processo alla tappa, inventandosi il talk show sportivo a commento del Giro d’Italia. Un successo di ascolti senza precedenti che durerà sette anni. 1958. Giro d’Italia. Da sinistra, Sergio Zavoli, Giovanni Mosca, Fausto Coppi, N. Oppo Ormai firma di punta della Rai, il suo programma  Nascita di una dittatura (1972) segna un’epoca, intervistando tutti i protagonisti dell’avvento del

Il 4 agosto 1753 nasce a Rimini Aurelio de' Giorgi Bertola. La famiglia Bertola (in origine Bertolli), è nobile ma in cattive condizioni economiche; il giovane Aurelio è destinato subito alla vita ecclesiastica e spedito al seminario di Todi. A soli quindici anni entra già nell'abbazia senese di Monte Oliveto, appartenente al medesimo ordine benedettino che a Rimini possiede S. Maria Annunziata di Scolca. Ma Aurelio scappa ben presto per andare ad arruolarsi in Ungheria. La vita militare non fa però per la sua debole costituzione e deve perciò tornarsene all'abbazia, dove viene riaccolto con l'incarico di lettore. [caption id="attachment_51729" align="alignnone" width="1303"] L'abbazia di Monte Oliveto Maggiore a Siena[/caption] Il suo interesse va alla poesia più moderna di allora: le correnti preromantiche d'oltralpe, in particolare tedesche. Nel 1774, con il Saggio di Odi italiane e il carme Le notti Clementine, pubblicato con il titolo La Notte, acquista una certa notorietà letteraria. Nel 1776 pubblica a Siena in forma anonima un volumetto intitolato Versi e Prose, contenente audaci sonetti e brevi racconti in forma di apologo, inneggianti ad una vita spensierata, mossa dal piacere e dalla fusione con la natura. Quest''opera ha notevole successo, venendo più volte ristampata. Diviene docente di storia e geografia nell'Accademia della Marina, a Portici. A Napoli

Nel 1803 Rimini fa parte della Repubblica Italiana, effimera creazione napoleonica che durò dal 1802 al 1805. Comprendeva la Romagna, l'Emilia eccetto il ducato di Parma ma con la Garfagnana e la Lombardia senza il Pavese, la Bergamasca e il Bresciano. Presidente della Repubblica era lo stesso Napoleone Bonaparte. Fra l'altro, alla bandiera del 1802 si ispira lo Stendardo Nazionale dei nostri Presidenti della Repubblica. [caption id="attachment_51266" align="aligncenter" width="1312"] Bandiera della Repubblica Italiana del 1802[/caption] [caption id="attachment_51267" align="aligncenter" width="1307"] Stendardo Presidenziale della Repubblica Italiana (dal 4 novembre 2000)[/caption] Dopo un periodo di relativa calma, si era di nuovo in ballo. Il 13 maggio la Francia aveva ripreso le ostilità contro l'Inghilterra, che aveva risposto disponendo la cattura in mare di tutte le navi francesi ed olandesi: il celebre "blocco navale" che sarebbe durato per anni su tutti mari del globo, Adriatico compreso. Per tutta risposta la Francia aveva dichiarato guerra all'Inghilterra e il 25 maggio Napoleone diede addirittura inizio ai preparativi per l'invasione dell'isola britannica. Ma le avvisaglie del nuovo conflitto si avvertivano da tempo e anche dalle nostre parti: «Né gioia né sicurezza vera godevasi. Frequenti passaggi di truppe si vedevano - scrive Carlo Tonini - e nello stesso mese di febbraio ebbesi anco a temere uno sbarco d’inglesi alla Cattolica; onde si prese

A Villa Ruffi, sul colle di Covignano di Rimini, il 2 agosto 1874 vengono arrestati 28 repubblicani. Erano lì riuniti per una riunione politica e assolutamente pacifica presieduta dal forlivese Aurelio Saffi, già eroe della Repubblica Romana del 1849 e deputato. All'ordine del giorno, l'opportunità di partecipare o meno alle prossime competizioni elettorali. [caption id="attachment_51074" align="aligncenter" width="1314"] Aurelio Saffi[/caption] La Camera di Consiglio del tribunale correzionale forlivese il 2 agosto stesso pronunzia per i 28 arrestati una ordinanza di imputazione per cospirazione avente per oggetto di "congiurare e distruggere l'attuale forma di Governo". Tra i presenti nella villa dell'industriale cavalier Ercole Ruffi, Alessandro Fortis, Felice Dagnino, Federico e Antonio Comandati, Domenico Narratone, Felice Dagnino, Dotto De Dauli, Pietro Turchi, il cesentate colonnello Eugenio Valzania. Gli arrestati restano nella villa, custoditi, tutta la notte: la mattina dopo sono portati senza manette alla stazione di Rimini e collocati in un treno per Spoleto. Qui vengono rinchiusi nella Rocca, stipati in uno stesso stanzone. Il 9 settembre sono trasferiti, ammanettati a due a due, nel carcere di Perugia e divisi nelle singole celle. All'arresto seguono accurate perquisizioni nei domicili di tutti gli arrestati e di chi aveva avuto con loro relazioni che dessero sospetto. Nonostante il prefetto di Forlì comunichi l'esito negativo delle perquisizioni, Luigi

Il primo d'agosto del 1932, Benito Mussolini inaugura a Riccione la Colonia Amos Maramotti dei Fasci di Combattimento di Reggio Emilia. E' stata costruita in soli tre mesi, su progetto dell'ingegner Costantini. Lo stile è razionalista, tutto tende alla semplificazione, alla riduzione degli elementi e alla funzionalità. Ma la sua particolarità è nei procedimenti e nei materiali impiegati. I brevissimi tempi di costruzione sono stati dovuti anche all'impiego di cemento armato antisismico, anche se dopo il terremoto dell'Emilia del 2012 si sono manifestati indizi di qualche cedimento. Come si legge nella scheda del Ministero dei Beni Culturali che descrive la colonia Reggiana, "I tre corpi di fabbrica, diversamente sfalsati, sono disposti in diagonale rispetto all'andamento della costa, in modo da avere i prospetti maggiori orientati esattamente verso est e verso ovest, secondo l'asse eliotermico, come prescritto dalle norme igienico sanitarie della tipologia edilizia". "I padiglioni, che si sviluppano su tre piani, sono congiunti da due corridoi, e tre corpi scala semicircolari aggettanti risolvono i collegamenti verticali. I due padiglioni adibiti a dormitori hanno ampie finestre a sviluppo orizzontale che corrispondono alle grandi camerate, con balconate affacciate verso il mare, mentre gli ambienti di servizio, attestati sui lati corti, sono contraddistinti da finestre circolari di gusto

Non si conosce la data di nascita di Galeotto Lodovico Malatesta. Sappiamo che era figlio di Almerico (quindi appartenente a un ramo laterale di Malatesta, gli "Almerici") e che ebbe la piena fiducia del cognato Roberto "il magnifico" signore di Rimini, il quale gli affidò il governo dello stato mentre il condottiero era a combattere in giro per l'Italia: cioè quasi sempre. Dopo la morte di Roberto, il 21 agosto 1482, Galeotto Lodovico ebbe la tutela del figlio (illegittimo) di Roberto e suo erede, Pandolfo, che servì fedelmente. Fra l'altro, scoprì e rese vano quanto si tramava a Venezia, che voleva impadronirsi della città. [caption id="attachment_50829" align="aligncenter" width="1161"] Stemma di Pandolfo IV Malatesta sul piatto anteriore della legatura di un manoscritto a lui dedicato (Museo Correr di Venezia)[/caption] Il "primo ministro" di Roberto e poi di Pandolfo pacificò lo stato, e, pur essendo ossequiente a papa Sisto IV, si strinse in lega con i signori di Urbino e gli Sforza di Pesaro: erano stati i tradizionali nemici dei Malatesta, ma la situazione politica aveva rimescolato le carte. Fortificò la città intervenendo sul porto, con lavori lungo la riva destra della Marecchia. Dopo tanti successi, l'idea di farsi signore di Rimini gli balenò sempre più ossessiva. A un certo punto fece uccidere il fratello

Domenica 30 luglio 1843 il Vescovo di Rimini Francesco Gentilini e il Cardinal Legato Luigi Vannicelli Casoni inaugurarono lo Stabilimento Privilegiato dei Bagni di Mare di Rimini,voluto fortemente da tre giovani riminesi: il medico Claudio Tintori e i conti Alessandro e Ruggero Baldini. Nasce così ufficialmente l'industria e la civiltà balneare romagnola. Una splendida cronaca di quei giorni è quella riportata dal "Diario di Rimini" uscito con un numero speciale il 1 luglio di quell'anno. Lo abbiamo scoperto in Biblioteca e possiamo riprodurlo qui integralmente, come merita. E non solo per le dettagliatissime notizie sulla nascita dello Stabilimento balneare. Si trovano infatti articoli di un'attualità sorprendente. Per esempio in prima pagina, come si sarà notato, quello intitolato significativamente "SUL LITORALE DONNE TUTELATE - Basta con le violenze sulla spiaggia". In seconda pagina si trova poi il servizio su "ALTA VELOCITA' SOTTO ACCUSA"; e si tratta proprio di quella ferroviaria, anche se ancora non viaggia esattamente alla velocità della TAV. nella stessa pagina, altro argomento che sembra preso dalle cronache di oggi: le pensioni, in questo caso quelle del pubblico impiego. Terza pagina contraddittoria: da una parte il "medico idrologo" Cerbone Squarci mette in guardia contro gli eccessi dei bagni di mare; il che suona abbastanza strano sul numero speciale dedicato allo Stabilimento costruito proprio

Il 29 luglio 1989 muore Antonio Mosca, Sovrintendente della Polizia di Stato in servizio a Rimini. La morte è conseguenza delle ferite subite in una sparatoria con tre criminali, membri fondatori della cosiddetta “Banda della Uno Bianca” il 3 Ottobre 1987 sull’autostrada A14 all’altezza del casello di Cesena. Nello stesso conflitto a fuoco viene gravemente ferita l'agente Addolorata Di Campi. Traiamo le notizie dal libro “Baglioni e Costanza” di Marco Melega, (Ed Mandragora, 1996). "Da tempo un commerciante di Rimini stava subendo richieste estorsive. L’uomo denunciò il tutto alla Polizia di Rimini ed un gruppo di agenti del Commissariato, guidato dal sovrintendente Antonio Mosca, organizzò un servizio per catturare i malviventi". "Secondo la telefonata degli estorsori l’auto dell’imprenditore avrebbe dovuto percorrere l’autostrada A14, fermandosi ad ogni cavalcavia e quando avrebbe visto penzolare una corda vi avrebbe dovuto legare una valigetta contenente cinquanta milioni di lire". "Gli agenti, a bordo della Fiat Panda dell’imprenditore e di una Alfa 33, giunti sotto il cavalcavia vennero però accolti con decine di colpi di fucile a pompa esplosi dai banditi appostati sul cavalcavia e nel fossato costeggiante l’autostrada. Mosca ed altri due agenti rimasero feriti gravemente mentre uno degli agenti rimasto illeso rispose al fuoco trapassando il giubbotto di uno dei

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