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Edoardo Bassetti è nato il 20/05/1996 a Amandola (FM). Dopo essersi diplomato con il massimo dei voti al Liceo Scientifico "Temistocle Calzecchi Onesti" di Fermo, è ora iscritto alla facoltà di Lettere Moderne dell'Alma Mater - Università di Bologna. Recentemente ha pubblicato numerosi contributi di critica letteraria e artistica per alcune riviste on line.

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Il regista offre una satira grottesca e spensierata basata sull'ipocrisia borghese

Per questa settimana cinematografica Chiamamicittà.it consiglia The Palace (2023) diretto da Roman Polanski, in programmazione al Cinema Fulgor di Rimini. La storia è ambientata al Palace Hotel, nel bel mezzo di una valle svizzera innevata, dove ogni anno convergono da tutto il mondo ospiti ricchi e viziati. A esaudire ogni loro esigenza c’è un intero stuolo di camerieri, facchini, cuochi ecc., pronti a tutto per accontentarli. È la festa del Capodanno 2000 a muovere gli ingranaggi della macchina narrativa del film, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Arrivato ormai a 90 anni di età, Roman Polanski ci offre una satira grottesca e spensierata, basata su quell’ipocrisia borghese che più volte ha raccontato, fin dall’esordio con Il coltello nell’acqua (1962) per arrivare a uno dei suoi ultimi lavori, Carnage (2011). La festa di Capodanno concretizza allora perfettamente la distanza tra aspettative e realtà, buone maniere e volgarità, richiamando in più punti il cinema di un maestro come Luis Buñuel, e in particolare la sua spietata irriverenza. L’affresco descritto da The Palace riesce a divertire in maniera convincente, nonostante sia chiarissima l’idea che è alla base della pellicola. Raccontare la paura che ruotò attorno a un’Apocalisse (il Millennium Bug) che non è poi avvenuta, collegata

Da lunedì 2 a mercoledì 4 ottobre all’interno della rassegna “La grande Artemisia al Cinema”

Da lunedì 2 a mercoledì 4 ottobre, presso il Cinema Tiberio, verrà proiettato all’interno della rassegna “La grande Artemisia al Cinema” il documentario Vermeer – The Greatest Exibition. La mostra definitiva (2023) diretto da David Bickerstaff. La più grande retrospettiva su Vermeer mai realizzata nella storia. Un evento irripetibile che il Museo Rijksmuseum di Amsterdam ha ospitato sino allo scorso giugno, raccogliendo un repentino sold out. L’enorme richiesta da parte del pubblico ha infatti superato qualunque aspettativa con un sold out da 650.000 biglietti venduti. L’evento al cinema invita gli amanti dell’arte a una visione privata di questa spettacolare mostra in compagnia del Direttore del Rijksmuseum e dei curatori della mostra. Definita dalla stampa di settore una retrospettiva epocale, l’esposizione è la più grande mai dedicata esclusivamente al “maestro della luce”, con 28 delle sue 35 opere conosciute provenienti da paesi di tutto il mondo. Prima di oggi non era mai accaduto che così tanti capolavori di Vermeer venissero riuniti in un unico luogo. Diretto dal regista David Bickerstaff, il film offre al pubblico la possibilità di ammirare su grande schermo i capolavori di Vermeer, tra cui La ragazza con l’orecchino di perla, Il geografo, La lattaia e la Donna che legge una lettera

La versione restaurata in 4K di uno dei film capolavoro di fine Novecento

Stasera lunedì 2 ottobre, presso il Cinema Fulgor alle ore 21:00, verrà proiettato Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders, restaurato in 4K dalla Wim Wenders Foundation a partire dal negativo originale, con la supervisione di Wim Wenders e Donata Wenders. In una Berlino ancora divisa dal muro, dall’alto due angeli, senza essere visti, vigilano sullo scorrere inesorabile delle esistenze umane. Uno dei due, Damiel (interpretato da Bruno Ganz), deciderà di rinunciare alla sua immortalità per amore, il sentimento che rende umani

La pellicola è stata selezionata per rappresentare il Marocco come miglior film internazionale ai premi Oscar 2023

Questa settimana, presso il Cinema Fulgor di Rimini, verrà proiettato il film Il caftano blu (2022) diretto dalla regista marocchina Maryam Touzani. La pellicola è stata presentata al Festival di Cannes nella sezione Un certain regard, dove ha vinto il premio FIPRESCI, oltre ad essere stata selezionata per rappresentare il Marocco come miglior film internazionale ai premi Oscar 2023, arrivando fino alla short-list delle candidature di dicembre. L’omosessualità nel mondo arabo è ancora nascosta, occultata: per questo vedere un film su tali tematiche, girato in Marocco, non è una cosa da tutti i giorni. È appunto il caso de Il caftano blu, che prende il nome dall’antica veste musulmana, il kaftan di origine persiana, che il maestro Halim (interpretato da Saleh Bakri) lavora nel suo negozio di Salé, una delle più antiche città del Marocco. Il blu è il cromatismo più pregiato della stoffa, ma il blu è anche il colore della tristezza, la malinconia. Il matrimonio con la moglie Mina (Lubna Azabal) si basa infatti su un non detto: Halim è un uomo che gay che partecipa a incontri fugaci con altri uomini, nel probabile silenzio e accettazione della consorte, con cui peraltro ha un rapporto solido basato su una profonda complicità. L’ipotesi di

Film d'esordio ambientato in un Abruzzo desolato, presentato quest’estate al Locarno Film Festival

Al Cinema Fulgor, a Rimini, è in proiezione Patagonia (2023), film d’esordio di Simone Bozzelli, presentato quest’estate al Locarno Film Festival. Nonostante abbia ormai vent’anni, Yuri viene trattato ancora come un bambino dalle zie, con le quali vive in un paesino dell’Abruzzo. In una routine monotona e sbiadita, la macchina narrativa è innescata dall’incontro con Agostino, un animatore incontrato a una festa di famiglia… Da qui parte un film alimentato da un crescente desiderio di libertà, o meglio dall’attrazione esercitata dallo stile di vita di Agostino, un ragazzo eccentrico che vive in camper e sembra svincolato da qualsiasi legame. Yuri decide allora di scappare di casa, stabilendosi in una comunità in cui tutti sono come Agostino, vivendo alla giornata tra un rave e l’altro. Autore di corti di successo e video musicali, Simone Bozzelli esordisce con un’opera che di certo non passa inosservata. Patagonia si presenta infatti come uno studio psicologico focalizzato sui due protagonisti, legati da una relazione fatta di prevaricazione, abuso e controllo – ma anche desiderio e scoperta. Uscito dall’abbraccio morbido e soffocante della famiglia, Yuri vive una vera e propria presa di coscienza nella cornice di un Abruzzo desolato: attraverso il suo racconto di formazione, Bozzelli evoca un mondo giovanile

Martedì 19 settembre in occasione del “Cinema in festa” promosso da MiC, Anec e Anica

Martedì 19 settembre, alle ore 21:00 presso il Cinema Tiberio, verrà proiettato il film Il sapore della felicità – Umami (2022, FRA-GIA) diretto da Slony Sow, con Gérard Depardieu, Kyozo Nagatsuka, Pierre Richard, Rod Paradot e Sandrine Bonnaire. Il film potrà essere visto al prezzo speciale di 3,50€, in occasione della promozione nazionale “Cinema in festa”, promossa da MiC, Anec e Anica. Protagonista della pellicola è Gabriel Cravin, uno chef pluristellato che ha però perso il gusto per la vita. Nulla di ciò che lo circonda in famiglia lo rende felice e anche il lavoro, nel suo prestigioso Chateaux ristorante, non gli dà più la soddisfazione di un tempo. In seguito a un attacco cardiaco, che richiede una complessa operazione, la sua visione del mondo sembra ulteriormente peggiorare. Gli torna alla memoria anche una sconfitta subìta quarant’anni prima, in un concorso internazionale, da uno chef giapponese che aveva vinto con degli spaghetti in brodo. Su suggerimento di un amico decide allora di andare a cercare quello chef per farsi rivelare il segreto del famoso Umami. Il viaggio non sarà privo di sorprese… Alla seconda collaborazione con la star francese, dopo un cortometraggio del 2011, Slony Sow realizza un menu cinematografico con una molteplicità di ingredienti. BIGLIETTERIA PROMO CINEMA in FESTA Posto

La pellicola è stata restaurata in 4K da StudioCanal presso i laboratori Fotokem e L’Immagine Ritrovata

Lunedì 18 settembre, alle ore 21:00 presso il Cinema Fulgor, verrà proiettato Una storia vera - The Straight Story (1999, USA) diretto da David Lynch, restaurato in 4K nel 2023 da StudioCanal presso i laboratori Fotokem e L’Immagine Ritrovata, con la supervisione dello stesso Lynch. Il protagonista della pellicola è Alvin Straight (interpretato da Richard Farnsworth): un uomo di 73 anni che vive insieme alla figlia Rose (Sissy Spacek), alla quale è stata tolta la custodia dei figli. All’improvviso arriva una chiamata inattesa: Lyle (Harry Dean Stanton), il fratello che Alvin non vede da diversi anni, è stato colpito da un infarto. Nonostante le ruggini fra i due, Alvin decide di andare a trovarlo: per raggiungere il suo obiettivo, non avendo la patente, si prepara allora a percorrere oltre 300 miglia a bordo del suo tosaerba. Tratto da una storia vera, l’ottavo lungometraggio di David Lynch rappresenta una profonda svolta rispetto alle visioni angoscianti dei suoi film precedenti, da Eraserhead – La mente che cancella (1977) fino a Strade perdute (1997). Un film talmente classico da spiazzare gli amanti di Lynch, che a un andamento semplice e lineare aggiunge un archetipo fondante come quello del road movie. Ne esce fuori una pellicola poetica, di

Diretto da Laura Luchetti il film è stato presentato in anteprima al 76esimo Festival di Locarno

Presso il Cinema Tiberio di Rimini da lunedì 11 a mercoledì 13 settembre verrà proiettato il film La bella estate (2023) diretto da Laura Luchetti, tratto dall’omonimo romanzo di Cesare Pavese, scritto nel 1940 e pubblicato nove anni più tardi. Il film è stato presentato in anteprima al 76esimo Festival di Locarno. Siamo a Torino, nel 1938. La giovane Ginia (interpretata da Yile Yara Vianello) vive con il fratello (Nicolas Maupas) e lavora come sarta in un atelier. La sua vita viene sconvolta dall'incontro con Amelia (Deva Cassel), un’affascinante modella che la trascina in un circolo bohémien in cui Ginia incontrerà l'artista Guido (Alessandro Piavani) e imparerà a conoscere se stessa e i propri desideri. Nel rievocare le pagine pavesiane, la regista sceglie di puntare sulla ricostruzione d'epoca e sul fascino retrò di Torino, anche se i personaggi sono fin troppo simili ai ragazzi di oggi: in tal senso, la scelta di farli parlare in un italiano impeccabile, senza inflessioni regionali, stona non poco a livello drammaturgico, oltre che essere storicamente problematico. Rispetto al libro, inoltre, vi è sicuramente un’attenzione maggiore al corpo e alla personalità di Ginia, in un racconto di formazione in cui la ragazza scopre se stessa e la propria sessualità. Ne

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