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"Questa destra mi preoccupa e non a caso proprio i diritti vuole ridurre giocando sulle paure"

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Qualche domanda anche per Susanna Camusso che il 13 febbraio sarà a Rimini

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Ci stanno dicendo che non sono “conservatori” in senso liberale, ma in senso popolare, perciò in grado di “sostituirci”

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Il centenario della nascita di Sigismondo Malatesta nel 2017 può essere l’occasione per fare luce su una delle figure più controverse del nostro Rinascimento. Si dovrà andare oltre la “leggenda nera” della strumentale scomunica del Papa Pio II ed oltre gli stereotipi del principe che Ezra Pound definì “il miglior perdente della Storia”. Ci sono alcuni passaggi della vita di Sigismondo che possono servirci a fare del centenario non solo un evento mediatico o di intrattenimento, ma un contributo del passato per capire meglio il presente. Ecco alcuni spunti. Una data importante è il 1439: Concilio di Ferrara e Firenze. Si discute della riunificazione delle chiese d’Oriente e d’Occidente. Sullo sfondo c’è il timore dell’espansionismo islamico. Con la delegazione d’Oriente (Religiosa e Istituzionale), c’è una presenza filosofica: Giorgio Gemisto Pletone, portatore della cultura neoplatonica che influenzerà Cosimo il Vecchio de 'Medici e contribuirà alla nascita dell’Accademia Fiorentina. Al Concilio il cardinale Bessarione sostiene l’unificazione delle due Chiese con un approccio ispirato a Pletone: ritrovare i valori “primari” delle religioni mediterranee. La riunificazione si farà sulla carta, non verrà mai attuata. Il mondo greco pagano però si affaccia all’occidente e Sigismondo conosce la lingua greca come dimostrano le lapidi dedicatorie (“alla città e al