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Nella notte delle streghe che concluderà questa domenica, qualcuno al Comune di Rimini non dormirà. E non per gli schiamazzi e le messinscene a base di maschere horror che riempiranno piazza Cavour, ma per un dubbio angoscioso: e se il ventiduenne riminese che in una bravata notturna ha smozzicato uno dei banconi in pietra d’Istria della Vecchia Pescheria decide di far causa all’Amministrazione? Già, perché il bancone, pur vecchio e indifeso, non si è lasciato seviziare senza opporre resistenza e ha cercato di restituire qualche colpo all’aggressore, che pure lui è rimasto ferito.  Considerato come vanno le cose in Italia, facile immaginare che un avvocato creativo e pugnace farà di tutto per ribaltare la situazione a favore del suo assistito, nel solco del mitico avvocato Aldo Ceccarelli, romano ma con un cognome che potrebbe essere riminese. Lo ricordate? Ceccarelli fu il difensore dei vandali che nel 1997 si tuffarono nella fontana di piazza Navona danneggiando una delle sculture del Bernini. Questa, all’epoca, la sua linea di difesa, tradotta dal romanesco: «Se il Comune di Roma si costituisce parte civile, noi gli chiederemo dieci milioni di risarcimento perché la fontana era fracica. Fracica, marcia, erosa dall’umidità. E il mio cliente ha rischiato di

Confesso di aver provato un pizzico di delusione leggendo la classifica di Coldiretti delle dieci specialità alimentari italiane più imitate, contraffatte e taroccate all’estero. Al secondo posto, insieme ad altri quattro formaggi tricolore, c’è il parmigiano reggiano, che troviamo in giro per il mondo variamente storpiato nella ricetta e nel nome, da Parmesan all’irricevibile Grana Pompeana), al sesto posto la mortadella, che negli Usa diventa “baloney” (da Bologna) e in Sudamerica “mortadela” (alcuni paesi latini, come il Venezuela, l’hanno adottata con tanto entusiasmo che ormai si sono dimenticati della sua origine italiana), e nei paesi arabi viene declinata in versione halal, cioè con carne di pollo. Nella top ten delle leccornie che il mondo ci invidia e ci copia a man bassa, l’Emilia-Romagna è dunque rappresentata da ben due specialità su dieci, come sottolinea con orgoglio il Resto del Carlino. O meglio - ed è qui che scatta il pizzico di delusione - è rappresentata l’Emilia. La Romagna è totalmente assente. A quanto pare nessun prodotto romagnolo doc intriga gli stranieri tanto da spingerli a copiarlo, e siccome l’imitazione in fondo è un omaggio, il riconoscimento di un valore, sotto sotto un po’ dispiace. Certo, l’Italian Sounding, cioè l’imitazione italianeggiante ma scadente

Paese che vai, girovaghi che trovi. Nomadi che magari scacci, com’è avvenuto alla carovana di auto e roulotte sloggiata da una zona di Rimini sud dove sostava senza autorizzazione. Nomadi che invece accoglieresti ben volentieri, anzi, dai quali vorresti essere accolto, come i presunti talent-scout di Pornhub che a bordo di un pullman dai vetri oscurati sono stati invano attesi a Morciano, nella centralissima piazza Risorgimento. Ora, Pornhub esiste, eccome se esiste: è il sito hard più famoso del mondo, una major in grado di sponsorizzare squadre di calcio. Esiste anche il pullman con il suo logo, che è stato fotografato in varie località italiane. Quel che non esiste è la certezza sulla sua natura. Si tratta di un’iniziativa pubblicitaria, di una vera ricerca di talenti a luci rosse o di una goliardata - anzi, come si dice oggi, di un esperimento sociale? Considerato che le ultime cose di cui Pornhub ha bisogno sono la pubblicità e gli aspiranti attori, si tenderebbe a propendere per la terza ipotesi. Ma in molti hanno preso la cosa molto sul serio, a cominciare dal sindaco di Morciano, che, giustamente allarmato, ha precisato che non gli era arrivata nessuna richiesta di autorizzazione - se c’è una cosa

La realtà è la miglior complice degli scrittori di polizieschi. Una filastrocca, un trafiletto di giornale, un frammento di conversazione orecchiato casualmente, possono diventare spunti per romanzi di successo. Agatha Christie costruì uno dei suoi gialli più famosi intorno a una frase che aveva sentito dire un passante, «Perché non l’hanno chiesto a Evans?», che poi divenne il titolo del libro. Uno dei tasselli determinanti dell’intreccio di Perché non l’hanno chiesto a Evans? è l’enigmatica foto di una donna che viene ritrovata in tasca a un cadavere (la foto, non la donna). Peccato che Dame Agatha non sia più fra noi da parecchio, altrimenti nelle recenti cronache della Valconca troverebbe ispirazione per un altro mystery a base di cadaveri e foto che scompaiono: da una tomba di famiglia del cimitero di Morciano è stata trafugata la foto di un signore. I furti nei nostri cimiteri purtroppo non sono una novità, i ladri sacrileghi rubano di tutto, dai vasi di fiori ai giocattoli deposti sulle tombe dei bambini, alla faccia del malaugurio che dovrebbe colpire chi profana le ultime dimore degli umani. Sicuramente nel camposanto morcianese c’erano oggetti più preziosi di una vecchia foto, eppure per prenderla gli ignoti predoni hanno forzato il

«Ma non ha fatto i parcheggi!» Ecco un punto, probabilmente l’unico, che mette d’accordo sia gli estimatori che i detrattori del sindaco uscente. Quel che cambia è il tono con cui si pronuncia la frase: di compiaciuta approvazione (sottintendendo: “è un trucco geniale per disincentivare l’uso dell’auto nel centro storico e incoraggiare la mobilità sostenibile!”) o di biliosa esasperazione (sottintendendo una serie di espressioni irriferibili inframmezzate dal nome del sindaco uscente). Come la penso io? In una giornata come questa posso solo dire che la mia scelta nel segreto dell’urna è un ripiego rispetto al mio candidato sindaco ideale, che sarebbe quello che si impegna a costruire vicino a casa mia un portale spaziotemporale verso la quarta dimensione, contrassegnato da una grande R, dove noi residenti possiamo parcheggiare la macchina senza problemi a ogni ora, anche nei giorni di mercato. In questi giorni i cantieri e i lavori di pavimentazione stradale hanno reso off limits il lato sinistro del tratto di via Brighenti fra via Bertani e piazza Gramsci, àncora di salvezza per chi tornando a casa la sera non ha trovato uno straccio di piazzola con la R anche dopo una ronda di quaranta minuti per le strade del quartiere. Una grossa

Nell’ultima settimana prima del voto, dai cappelli dei candidati spuntano immancabilmente i conigli più imprevedibili da sventolare contro gli avversari e le loro liste: vecchie pendenze con la giustizia, pettegolezzi vintage, voci dal sen fuggite in anni lontani, quando una carriera politica non era ancora all’orizzonte. E le amministrative che si celebreranno a Rimini domenica prossima non fanno eccezione. Ma il coniglio che è uscito dal cilindro dell’Arcigay di Rimini contro una candidata della lista Ceccarelli (centrodestra), anziché agire come distruttivo roditore di popolarità, rischia di ottenere l’effetto contrario, almeno nel bacino d’utenza conservatore. La persona in questione, come ha ricordato Marco Tonti dell’Arcigay, è stata rinviata a giudizio per omofobia e stalking ai danni di un giovane vicino di casa. Non si limitava a storcere il naso o ad alzare gli occhi al cielo quando vedeva passare il ragazzo, ma gli urlava regolarmente insulti a gola spiegata, per essere sicura che nessun abitante del quartiere restasse all’oscuro della sua opinione su chi ha un orientamento sessuale non conforme. Personalmente trovo orribile un comportamento del genere, e se sapessi che il mio candidato sindaco ha nella sua lista una urlatrice omofoba rinviata a giudizio per stalking, pretenderei che se ne sbarazzasse in

Care signore, guardatevi allo specchio e rispondete con sincerità: siete esasperanti? In una scala da uno a dieci, quanto lo siete? È un dato importante quanto le analisi del sangue. Perché come il tasso di colesterolo cattivo e la glicemia, la vostra facoltà di esasperare può essere un indicatore della vostra speranza di vita. Non ce l’ha rivelato un medico, ma una giornalista autorevole e preparata come Barbara Palombelli, che qualche giorno fa, dall’aula televisiva di Forum, si è domandata se dietro la recente grandinata di femminicidi può esserci non solo l’«obnubilamento» dei partner «fuori di testa», ma l’atteggiamento «esasperante ed aggressivo dall’altra parte». Traduzione: se un uomo ammazza la compagna si può pensare che sia un poveraccio debole di mente, se una donna viene ammazzata dal compagno si può immaginare che fosse una gran rompiscatole. E che quindi se la sia cercata. Visto che rompere le scatole al partner significa in buona sostanza non fare ciò che vuole lui e/o criticarlo, si deduce che la ricetta vincente per non rischiare di finire accoppate sia accontentarlo in tutto e dirgli sempre bravo. Ma non bisogna esagerare: anche l’eccesso di consenso può diventare esasperante e addirittura essere scambiato per presa per il culo, scatenando

Ecco un primato di cui Rimini avrebbe voluto fare a meno: quello del numero di medici no-vax. Quarantuno in tutta la provincia, il 2 per cento del totale, il doppio della media nazionale, precisa il presidente dell’Ordine dei medici riminesi, Maurizio Grossi, che ha il crampo alla mano a forza di firmare decreti di sospensione. Medici sospesi significa pazienti abbandonati e, nel caso dei pediatri disobbedienti, bambini non seguiti e ricollocati presso colleghi già oberati di lavoro (gli specialisti in medicina infantile scarseggiano ormai da anni, un calo molto più rapido di quello della natalità). E, che lo voglia o no, ogni medico riluttante a vaccinarsi per questo o quel motivo, porta acqua al mulino dei matti convinti che il Covid non esista, che Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen siano come le Gemme dell’Infinito con cui Thanos, il supercattivo degli Avengers, vuole sterminare metà del genere umano, o che i non vaccinati debbano fare sesso solo fra di loro per preservare intatto il loro Dna. I medici vaccino-obiettori, 1500 in tutta Italia, sono altrettante frecce all’arco dei paranoici cospirazionisti che non si limitano ad avvalersi della facoltà di non vaccinarsi o a criticare il green pass, ma si appiccicano la stella gialla

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