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L'altro ieri, al bar, due clienti commentavano l'aggressione russa all'Ucraina. Ad un certo punto uno dei due se n'è uscito con: “Se ci fosse qualcuno disposto a far fuori Putin a pagamento, giuro che organizzerei una colletta”. Lì per lì confesso di aver pensato che in tal caso ben difficilmente sarei riuscito a non essere pure io fra i sottoscrittori. Poi però mi sono ravveduto quasi subito, pensando anche a quanto ci sarebbero rimaste male le “anime belle” che in questi giorni si affannano a gridare ai quattro venti che ciò che serve non è mettersi a disquisire su chi abbia torto e chi ragione, ma è la foglia di fico della mediazione diplomatica super partes. Non stanno forse in guerra anche gli Ucraini, esattamente come i Russi? Dunque “pari sono” e per questo aiutarli a salvare con le armi qualche ospedale, un po' di donne e di bambini e magari anche la centrale nucleare, sarebbe dar loro un vantaggio che alimenta la guerra e va contro la pace. Certo, il drappello dei “pacifisti a costo zero” presenta varie sfumature, due delle quali sembrano riesumate pari pari del passato. Una è l'ala troglodita degli eredi del “neutralismo” anni '70, “né con lo Stato né con

L'idiozia, oltre che allo stato puro, può manifestarsi anche in altre due variabili: la corbelleria, che ne è un po' la “sottomarca” attenuativa; la cialtroneria, che invece è la sua aggravante. Com'è oramai arcinoto, un gran parte dell'idiozia allo stato puro oggi disponibile se l'aggiudica il mondo no-vax. O meglio la sua componente, senz'altro maggioritaria, che pur non essendo parte organica della guida delinquenziale di quel gregge, composta invece da neo-nazifascisti, terroristi stile no-Tav e delinquenti generici, si presta a diventarne il complice contorno. Innumerevoli sono le modalità espressive di quell'idiozia. C'è il genitore cretino che infastidisce la Giustizia perché, in contrasto con l'altro genitore, pretenderebbe di non vaccinare il figlio o la figlia minorenne. Per non parlare di quei genitori ai quali il giudice deve invece impedire di mettere a rischio la vita del figlio bisognoso di trasfusione, perché la loro stoltezza li porta a chiedere la garanzia che il sangue non provenga da un donatore vaccinato. C'è l'ignoranza storica e la volgarità civile di miserabili figuri che profanano la memoria delle vittime del nazismo, partecipando alle loro repellenti adunanze travestiti da internati nel lager. Che dire poi di quelli che girano con l'ombrello sempre aperto, nel timore che dall'alto un drone faccia

Però così non va bene! Facile per Jamil farsi bello agli occhi di Papa Francesco, fingendo fosse farina del suo sacco l'invito a venire a Rimini rivoltogli l'altro giorno mentre si stringevano la mano. Un pizzico di bon ton gli avrebbe invece dovuto impedire di rubare, come stava facendo, quell'idea a Gloria Lisi. La quale, peraltro, non accontentandosi di una semplice toccata e fuga del Papa nella sola Rimini, aveva addirittura preparato «una delibera che chiedeva di far venire il Santo Padre in Riviera», cioè da Bellaria fino a Cattolica. E magari – perché no? – in concomitanza con la “Notte Rosa”. Se fosse stato corretto, il Sindaco avrebbe dovuto rivolgersi più o meno così al Papa: “Santità, lei avrà sentito parlare senz'altro di Gloria Lisi, la nostra ex vicesindaca oggi auto-promossasi a semplice Consigliera, poiché l'eco delle sue più recenti performances non può non essere arrivata anche in Vaticano. Gloria (nomen homen) le chiede di venire a Rimini, a sostenere un innovativo progetto intitolato «per un turismo di qualità», che d'intesa con tal Brunori, con italiano un po' stentato hanno compendiato in ben «n. 13 proposte che spaziano da eventi musicali al ballo, allo sport fin al turismo religioso» del quale, ovviamente,

Non avevo avuto occasione di incontrare e conoscere di persona la Sindaca Renata Tosi, né di parlarle, prima dello scorso 25 novembre, quando venne a portare il saluto dell'Amministrazione Comunale di Riccione (nell'immagine in apertura) al convegno “Conoscere e prevenire le malattie Cardiovascolari”, presieduto dal Direttore del Dipartimento Cardiovascolare Prof. Giancarlo Piovaccari ed al quale aderiva l'Associazione Sostenitori Cardiologia Ospedaliera Riminese (Ascor). In attesa del suo arrivo al Palazzo del Turismo mi veniva spontaneo pensare che, date le tante punzecchiature riservatele negli anni dai miei corsivi, quella sera avrebbe fatto volentieri a meno di salutarmi e farsi salutare. Ma che non potendo permetterselo, in quanto io ero lì non in veste politico-giornalistica ma di presidente di una Associazione di Volontariato, mi pareva naturale prevedere che avrebbe limitato l'approccio nei miei confronti solo al “formalmente dovuto”. Invece no, sia nel saluto che nella successiva chiacchierata ha mostrato una cordialità che mi ha piacevolmente sorpreso e che ho ben volentieri ricambiato. Forse sarà per questo che oggi sento di doverle manifestare la mia sincera solidarietà per essere stata vittima di turlupinatori suoi falsi amici, che l'hanno convinta a farsi coinvolgere nel ridicolo tentativo di regalarle un terzo mandato da sindaca, messo in atto dalla grezzura

No, quello sopra riportato non è lo stralcio di un copione comico di Crozza, ma il delirio di Berlusconi che parla di se stesso. Senza peraltro rendersi conto di quanti clamorosi autogol contenga la litania della pagina pubblicitaria a pagamento, ripetuta su vari giornali. Vediamone solo alcuni. «Una persona buona e generosa»: che si riferisca ai tanti regali alle Olgettine reclutate per movimentare le conturbanti “cene eleganti” ad Arcore? «Amico di tutti, nemico di nessuno»: qui non ci sarebbe stata male una piccola aggiunta, tipo “tranne che con i mafiosi”. «L'inventore e costruttore delle città “sicure”»: come non cogliere un evidente sottinteso: “mica come quei dilettanti di Boeri, Benevolo e Aymonino”. «Il Presidente del Consiglio che mise fine alla guerra fredda realizzando l'accordo di Pratica di Mare tra Bush e Putin»

All'indomani della recente conferenza stampa del Presidente del Consiglio il “Carlino” titolava: «Draghi bastona i no-vax». Bastonate solo metaforiche, purtroppo. Quando invece verrebbe voglia di riservare a quelle fecce umane veri calci in culo e bastonate sulla schiena, nel mentre vengono accompagnati alle patrie galere per attentato alla salute e alla vita degli Italiani. Con in più l'aggravante di doverci subire pure la turpitudine no-vax di certi medici untori; o di preti che nelle loro prediche esortano i fedeli a rendersi comodo bersaglio del maledetto virus; o di docenti e perfino rettori universitari che ostentano una farneticante interpretazione della Costituzione, dei diritti e dei doveri che ne discendono; o di repellenti figuri, inconsapevoli “fascisti nell'animo”, che osano profanare la Resistenza, il ricordo delle vittime del nazifascismo e perfino la memoria di Anna Frank. Come se non bastasse, dobbiamo poi farci carico della spesa per il ricovero e la cura dei tanti imbecilli non vaccinati che si beccano il Covid. Anche se non riescono a “tirarci su” più di tanto, ben vengano dunque alcuni momenti di amenità che certa narrazione politica riesce a regalarci. Ne ho scelte due, la prima delle quali è la “Messa con Salvini”, pubblicizzata dalla locandina sottostante. Salvini avrebbe dunque

All'indomani della recente conferenza stampa del Presidente del Consiglio il “Carlino” titolava: «Draghi bastona i no-vax». Bastonate solo metaforiche, purtroppo. Quando invece verrebbe voglia di riservare a quelle fecce umane veri calci in culo e bastonate sulla schiena, nel mentre vengono accompagnati alle patrie galere per attentato alla salute e alla vita degli Italiani. Con in più l'aggravante di doverci subire pure la turpitudine no-vax di certi medici untori; o di preti che nelle loro prediche esortano i fedeli a rendersi comodo bersaglio del maledetto virus; o di docenti e perfino rettori universitari che ostentano una farneticante interpretazione della Costituzione, dei diritti e dei doveri che ne discendono; o di repellenti figuri, inconsapevoli “fascisti nell'animo”, che osano profanare la Resistenza, il ricordo delle vittime del nazifascismo e perfino la memoria di Anna Frank. Come se non bastasse, dobbiamo poi farci carico della spesa per il ricovero e la cura dei tanti imbecilli non vaccinati che si beccano il Covid. Anche se non riescono a “tirarci su” più di tanto, ben vengano dunque alcuni momenti di amenità che certa narrazione politica riesce a regalarci. Ne ho scelte due, la prima delle quali è la “Messa con Salvini”, pubblicizzata dalla locandina sottostante. Salvini avrebbe dunque

Gentilissima Befana, avrei da avanzarle alcune piccole e poco impegnative richieste di carattere locale, ma ci rinuncio, poiché sono consapevole che quest'anno ben difficilmente riuscirà ad esaudire tutte quelle che le stanno arrivando. Non è infatti difficile prevedere che la gran parte della sua missione si esaurirà nel sorvolare il Palazzo del Quirinale ben oltre il 6 gennaio, nell'attesa di poter scendere portando nella calza il nuovo Presidente, di cui si conoscerà finalmente il nome. Di questa incombenza sarebbe stato più naturale si fosse fatto carico Babbo Natale, ma lui se l'è cavata unendosi al coro dei “non adesso, prima la legge di bilancio”; così ora nelle pesche c'è finita lei. Certo, tutto sarebbe più semplice se di Draghi ne avessimo due. O meglio ancora, se l'attuale Capo dello Stato acconsentisse ad un sia pur momentaneo bis. Ma visto che non sarà così, tanti Italiani sperano che lei, condividendo con la Meloni solo una vaga somiglianza fisica e non anche politica, si sia data l'imperativo categorico di sostituire Mattarella con un Presidente il più possibile simile a lui, il cui altissimo livello politico e culturale è stato certificato anche dal saluto di Salvini alla sua elezione: «Mattarella non è il mio presidente, non mi

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