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Roberto Garattoni: "Romagna romana. Cronache del Rubicone antico da Brenno a Giulio Cesare" - Pazzini. Roberto Garattoni è nato a Savignano sul Rubicone, classe 1944, ricercatore storico, autore di diverse pubblicazioni. In questo volume raccoglie il frutto di oltre mezzo secolo di ricerche sulla Romagna in età romana, da quando l’area riminese era “il limes romano, il confine sacrale, la fine dell’Italia romana e l’inizio di qualcos’altro” sino a quando Augusto portò il territorio nazionale al confine delle Alpi. I Galli Senoni occuparono la Romagna e l’intero territorio marchigiano dopo aver cacciato o sottomesso le popolazioni italiche attorno al 400 a.C., prima che la nascente potenza di Roma alla fine del II secolo a.C., con campagne di annientamento dei popoli gallici, operò la piena romanizzazione del territorio. La pubblicistica romana, “con chiaro intento di propaganda a discredito e spirito di rivalsa per le passate umiliazioni subite”, dipinge i Galli come “seminomadi come tutti i popoli della pianura, incapaci di governare ampi territori e di erigervi vere città, dediti alla caccia, all’agricoltura e alla pastorizia, ignari di scienza e di arte, inclinati alla guerra e alla rapina, avendo come unici beni riconosciuti il bestiame e l’oro che sempre si possono portare ovunque con

Leonardo Neri: "San Martino di Bordonchio. Itinerari storici di periferia" -  Il Ponte. L’ho già dichiarato più volte, in varie recensioni, che le storie di piccole comunità mi affascinano. E prendendo in mano questo volume mi aspettavo di trovarmi di fronte ad uno di questi lavori, dedicato a Bordonchio, una frazione del Comune di Bellaria-Igea Marina. Ma così non è, o meglio lo è solo in parte. Perché il lavoro di Leonardo Neri, classe 1945, insegnante per oltre trent’anni, consigliere comunale a Bellaria per la Dc dal 1980 al 1985, profondamente legato all’associazionismo cattolico e alla Parrocchia di Bordonchio, è anche molto altro: un bignami di quasi 400 pagine sulla storia del territorio riminese, dalla preistoria ai giorni d’oggi. E in mezzo Neri ci racconta anche storie, episodi, personaggi di Bordonchio. E lo fa, facendo sue, le parole di Sergio Zavoli che, riflettendo sulla storia, scrive: “Passo dopo passo, la Storia esige non di scrivere e leggere un compendio, ma di raccontare un passato che, a veder bene, non è mai passato del tutto, e di ragionarvi sopra come si fa per le cose che mettono in moto altre cose, continuamente. La Storia, insomma, non è un epitaffio, ma il racconto di

Erica Angelini – Elena Savini: "Sigismondo e gli influssi della Luna. Un viaggio fantastico nella Cappella dei Pianeti" - Maggioli. Questo libro per giovani dai 6 ai 10 anni nasce all’interno del progetto “Laboratori al Tempio” tenutosi nel 2020, promosso dall’Istituto superiore di scienze religiose “A. Marvelli” di Rimini, con il patrocinio della Diocesi di Rimini. L’obiettivo del laboratorio era quello di accompagnare bambini e ragazzi alla scoperta del Tempio Malatestiano, Basilica Cattedrale della città di Rimini. L’idea base di questo progetto “nasce dalla convinzione che sia fondamentale formare nei più giovani uno sguardo attento e sensibile sulla realtà che ci circonda e che costituisce la nostra identità. In questo senso il patrimonio culturale può diventare un prezioso strumento didattico per conoscere se stessi e il mondo”. Scritto da Elena Savini, archeologa medievale, che da oltre vent’anni si occupa di didattica dei Beni Culturali, e magnificamene illustrato da Erica Angelini, archeologa medievale e insegnante di lettere nella scuola secondaria, anche lei da oltre vent’anni impegnata come esperta nei laboratori didattici delle scuole e dei musei riminesi. Da sempre inventa, progetta e costruisce storie e personaggi per i suoi laboratori. Perché questo albo illustrato? Le autrici così rispondono: “Come l’opera d’arte, l’albo illustrato promuove quello

"Idee in circolo. Rassegna di fonti documentarie e fotografiche sulle case del popolo in Romagna" A cura di Tito Menzani - Homeless Book. Con la pubblicazione di questo volume si conclude il lungo lavoro di ricerca e di scavo negli archivi durato oltre tre anni per la conoscenza della storia delle case del popolo in Romagna che aveva già portato alla pubblicazione del volume curata da Tito Menzani e Federico Morgagni “Nel cuore della comunità. Storia delle case del popolo in Romagna” (Angeli, 2020). La ricerca è stata promossa e sostenuta dal Circolo Cooperatori, l’associazione culturale romagnola nata nel 1993 con il fine specifico di divulgare e promuovere i valori cooperativi (in www.circolocoop.ra.it nella pagina “Case del popolo della Romagna”, o anche nel sito www.casedelpopolo.it, tutte le informazioni e le fotografie di ogni casa del popolo censita; si veda anche il canale YouTube www.youtube.com/c/CircoloCooperatoriAPS). Grazie a questi lavori sono state censite 570 Case del Popolo in Romagna, storicamente esistite o ancora attualmente esistenti in tutto il territorio romagnolo. Di queste 330, ovvero il 57,9%, era di tradizione socialista o comunista. Poi le Case repubblicane con 223 esperienze, pari al 39,1%. Ed ancora le 5 cattoliche, pari allo 0,9%. Ed infine 12 non

Mario Tonini: "Inchent dla Valmarecia" - La Piazza. All’amico riccionese Mario Tonini non ho potuto negare ancora una volta due righe di presentazione scritte per questa sua nuova pubblicazione, dopo “Fantasia d’un burdel” uscito nel 2015 e “Per non dimenticare. Riflesion d’un cittadèn pursia (Riflessioni d’un cittadino qualunque). Coronavirus” uscito nel 2020. L’ho fatto con tutto l’affetto che porto al più “stagionato” dei bandisti riminesi: 84 anni portati ancora bene (anche se ultimamente qualche acciacco di troppo l’ha costretto a saltare alcuni concerti con le bande) ed in banda a Rimini dal 1952. La Banda di Rimini nacque nel 1828. Ma non solo Rimini, perché Mario da molti decenni suona anche per la Banda di Verucchio, nata nel 1835. Praticamente il suo strumento, il flicorno tenore, ha accompagnato l’attività delle due bande con più annate sulle spalle del territorio riminese. Questa sua nuova raccolta di versi, in dialetto e in italiano, sono comunque dedicati alla Valle del Marecchia e alla Città di Verucchio, un territorio che ha imparato a conoscere e ad amare girandolo in lungo e in largo con la Banda di Verucchio in occasione di ricorrenze civili, fiere, sagre nel corso di molti decenni. “Frequentando questo luogo sono rimasto favorevolmente colpito

Michele Marziani: "La cura dello stupore. Appunti sull’arte di cavarsela e star bene con se stessi" - Ediciclo. A distanza di qualche anno lo scrittore Michele Marziani torna su un tema a Lui caro, ovvero come riuscire a star bene con se stesso lontano dalla gente, dalla folla, preferendo una vita isolata in un piccolo borgo di montagna di 200 anime, sotto la grande vetta del Monte Rosa, in Valsesia. Tema già affrontato nel volume “Il suono della solitudine. Piccole storie da raccontare a te stesso” (Ediciclo, 2018). “Credo nell’epica dell’esistenza. Anche la mia solitudine non è altro che un tentativo di narrazione di una vita nella quale non sono mai riuscito a stare da solo, se non con me stesso”. Ma per riuscirci bisogna essere molto bravi, perché altrimenti la vita rischia di essere veramente triste e veramente brutta. Michele invece sembra aver raggiunto, superati i sessant’anni, un equilibrio stabile, che gli consente di passare il tempo facendo cose che ama, e che non hanno bisogno necessariamente di altre persone al suo fianco. Anche se così veramente non è. Perché sono gli amici che, alla bisogna, lo soccorrono e lo sostengono. “Sono un pensatore di particolari, di marginalità, cammino sottocoperta nella speranza di

Enrico Santini: "Rurali sempre" - Panozzo. Che termine magnifico e poliedrico il dialettale “pataca”. Il sommo maestro del dialetto riminese Gianni Quondamatteo nel suo “Dizionario romagnolo (ragionato)” in due volumi (La Pieve, 1982-1983) scrive parlando di questo termine: “chi più ne ha, più ne metta per definire pataca, termine di certo fra i più usati nel riminese. Lo si adopera in infiniti casi e svariate modulazioni”, in senso positivo e in senso negativo. E allora mi permetto di definire Enrico Santini un pataca vero, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Che sono da lui chiaramente esternati ed elencati in questa sua simpatica raccolta dei pezzi settimanali scritti e pubblicati per il giornale on-line “Riminiduepuntozero” fra il novembre 2018 e il novembre 2019: “Perché sono così: non seguo il copione, lo scritto, non leggo come un pappagallo il foglietto, vado a braccio come Paietta, dico quel che penso, quando voglio e lo scrivo anche”. E prosegue: “Perchè scrivo? Perché sono, perché sogno, perché dubito. Ecco il dubbio, la critica, il confronto, la tesi, l’antitesi, la sintesi, il sillogismo, la riflessione, la ricerca, il guardarsi dentro, l’introspezione, il conosci te stesso, l’ironia socratica, il prendersi in giro”. E allora “rurali sempre”, leit

Il mistero di Eugenio Brigidi maitre d'hotel e fotografo, che alle sue feste di compleanno in Valconca vedeva arrivare folle di vip e artisti

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