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Matteo Corso: "La madre della strega" - Dragonfly Edizioni. In una serata d’estate dei primi anni ’90 a Montebello, dopo essere stati a cena da Pacini, decidemmo con i miei figli di visitare il castello nel cosiddetto "tour del mistero" che partiva a mezzanotte, l'ora adatta per fare un saluto ad Azzurrina, la bimba fantasma sparita tragicamente lungo quei corridoi bui e che dal lontano Medioevo si racconta che abiti in quelle mura e si faccia sentire ogni cinque anni durante il solstizio d'estate. Guida del nostro tour notturno Welleda Villa Tiboni (nata nel 1922) che, con il figlio Sergio, dal 1989 sino alla sua morte nel 1998 gestì il castello di Montebello, di proprietà ancor oggi dei conti Guidi di Bagno. Lo avevano ottenuto dal Papa nel 1463 come ricompensa per l’aiuto datogli contro la famiglia Malatesta. Fu questa famiglia che nel corso dei secoli mutò l’interno da fortezza in una dimora signorile. La professoressa Welleda, vedova del leader socialista riminese Ercole (Lino) Tiboni (1925-1990), ci fece passare un’ora piacevolissima, immergendoci in storie medievali con la suspence finale nel cortile interno dove c’è un pozzo nel cui interno si diramano varie gallerie. Ed è in questi corridoi che raccontano che si

Maria Pia Zanelli: "Rosso di sera" - Il Ponte Vecchio. Un affettuoso omaggio da parte dell’Autrice alla cara nonna Gianna, sua nonna paterna. “Sempre allegra e indaffarata, di sé non raccontava mai niente, soprattutto della sua infanzia così particolare che non ricordava mai, non si lamentava mai di niente, nemmeno della grande povertà che la famiglia, un tempo benestante, si trovò ad affrontare a causa delle guerre”. Questa raccontata è una storia vera: anche se i fatti descritti, nella loro complessità, parrebbero derivare da un’opera di fantasia, i personaggi che vi sono coinvolti – tutti appartenenti alla famiglia della narratrice – sono persone realmente esistite. Tanto che spesso ne hanno influenzato il vivere e la visione del mondo. Per questo sono state conservate nella memoria come un bene prezioso per la somma degli affetti che in sé contengono e come fondamento dei costumi e dei valori cui tenersi fermi. Maria Pia Zanelli è nata a Casalbono, nel Cesenate. Trasferitasi a Forlì, per tutta l’infanzia ha trascorso le vacanze estive al suo paese natìo, dove nessuna terra al mondo ha colori così profondi. Diventata grande troppo in fretta, per forza maggiore ha abbandonato gli studi senza nemmeno troppi rimpianti, ma poi, tormentata da una

Angelo Turchini: "La Romagna nel Cinquecento 3. Ambiente, uomini, colture del territorio" - Il Ponte Vecchio. Angelo Turchini con questo è arrivato al terzo volume, 860 pagine, della sua monumentale storia “La Romagna nel Cinquecento”. Il primo volume di 450 pagine era dedicato alle “Istituzioni, comunità, mentalità” (2003), il secondo di 650 pagine alla “Romagna illustrata” (2003). E ne sono annunciati perlomeno un altro paio per i prossimi anni. Una ricerca, quella di Turchini, partita nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso, legata inizialmente ad un approfondimento sulle vicende della Chiesa in Romagna negli anni della Controriforma dopo la pubblicazione delle 95 tesi di Lutero nel 1517. La Chiesa cattolica riformò le proprie istituzioni dopo il Concilio di Trento (fra il 1545 e il 1563) per reagire alla diffusione della riforma protestante in Europa. Un’Europa che stava modificando anche i propri assetti istituzionali con la nascita dei grandi stati moderni. Non esistono molti studi su questo periodo, la prima età moderna, dedicati alla Romagna. Ce ne sono tanti sul periodo medievale, per saltare poi alle vicende dello Stato Pontificio e al periodo risorgimentale. La Romagna nel ‘500 (ma lo sarà anche nei secoli successivi) è una realtà periferica, fuori dai centri di ricerca come poteva

Marco Valeriani: "I girasoli" - L’Infernale Edizioni. “Fa freddo. Piove. La baracca non si scalda e la stufa sbuffa fumo. La legna asciutta scarseggia. Ne avremo prima del cambio. I cecchini austriaci si sono scavati dei buoni ripari sulla parte rocciosa verso nord est. Stare allo scoperto costerebbe caro. Dai nidi delle mitragliatrici è impossibile sgusciare via senza essere presi di mira”. Ada ha 14 anni. Trascorre le vacanze estive nella casa che i nonni possiedono a San Clemente. E qui, frugando nei cassetti, scopre per caso il diario scritto dal soldato Adamo Bacchini, morto per tubercolosi polmonare durante la Prima Guerra Mondiale nel 1918, rinchiuso nel lager tedesco di Sprottau all’indomani della disfatta italiana a Caporetto. Attraverso le lettere che il giovane scambia dalle trincee con la madre Rosa e grazie ai racconti che il militare fa della sua vita prima dell’arruolamento, Ada riesce a ricostruire la storia dell’uomo: un contadino nato e cresciuto in campagna, ad Agello, costretto, come tanti altri compaesani, a indossare l’uniforme contro la propria volontà. Adamo Bacchini, del 55° Reggimento Brigata Marche e promosso a Caporale mitragliere della 268a Compagnia Fiat, è il trisnonno di Ada. Era un ragazzo ventenne improvvisamente catapultato in alta montagna a combattere

Carlo Cervellieri: "Iscì per mod da dì" - La Piazza. Devo al Sindaco di Saludecio, l’amico Dilvo Polidori, il regalo di questo ultimo libro di Carlo Cervellieri. Il volume contiene 29 poesie in dialetto che esprimono lo spirito di Saludecio, così come lo sente l’Autore. Un po’ qualunquista, un po’ smargiasso. Tanto nobile decaduto. A cavallo dei settant’anni Cervellieri torna ad immaginare un mondo passato, a volte migliore a volte peggiore di quello odierno. E lo fa ricorrendo ad un dialetto verace, che colpisce con la sua sinteticità e capacità di espressione. Scrive Vincenzo Sanchini nella sua Presentazione: “Carlo ha scritto in una sua poesia che ‘e’ djalèt l’è na roba viva’, ma più che è, direi era, perché come ha riportato da qualche parte ‘el djalèt s’è n’è parlèd / sèta el tet l’è cundanèd’ (il dialetto se non è parlato / sotto il tetto è condannato). Si, vabbè, si potrà dire qualcosina sugli accenti, sulla grafia, ma se non lo parli nelle case e non solo, è destinato a finire sui libri. Il dialetto, da orale, sta diventando una lingua scritta”. Il Sindaco Polidori annota come Cervellieri “con i suoi libri riesce sempre a ripescare nella nostra memoria personaggi, situazioni e

Fosco Rocchetta: "Neozelandesi a Riccione nella II Guerra Mondiale" - La Piazza. Ho scritto qualche mese fa, presentando il libro di Matteo Incerti “I pellerossa che liberarono l’Italia” (Corsiero Editore, 2020), che fra le pieghe delle vicende della Seconda Guerra Mondiale continuano ad emergere, grazie al lavoro dei ricercatori storici, particolari che non finiscono mai di stupirci. Così è anche per questo nuovo libretto redatto da Fosco Rocchetta, che prosegue nella costruzione di una sua personale biblioteca storica riccionese, che ci racconta delle truppe neozelandesi sul fronte italiano nell’ambito dell’Ottava Armata Inglese, composta da innumerevoli soldati provenienti dai vari paesi dell’Impero, guidata dal gen. Oliver Leese. E della presenza, inquadrati nella 2. Divisione neozelandese, del 28. Battaglione Maori, “diviso in più compagnie formate da volontari delle diverse tribù di questo popolo, ciascuna delle quali era comandata da un ufficiale Maori. Un forte legame univa i soldati di ogni singola compagnia, giacchè erano quasi tutti imparentati tra di loro, essendo membri della medesima tribù”. 230 Maori provenienti dalle isole polinesiane caddero in combattimento in Italia, ma quelli uccisi nel corso della Seconda Guerra Mondiale sui fronti europei furono complessivamente 649. I neozelandesi, Maori compresi, sbarcarono sul suolo italiano a Taranto il 14 ottobre 1943. Schierati

Renzo Agostini: "Una vita da bio! Il biologico fra passato e futuro" - OM Edizioni. Difficile che qualcuno a Rimini non conosca il negozio di prodotti biologici Terra e Sole, non abbia preso un caffè all’annesso Bio’s Cafè o non abbia mangiato al ristorante di Via della Fiera Bio’s Kitchen. Con due figli vegetariani da oltre vent’anni io sono fra quei riminesi che in questo arco di tempo ha imparato a conoscere, e ad apprezzare, le iniziative bio create da Renzo Agostini. Ma al di là di questi centri di attività economica, le iniziative messe in piedi da Agostini, dalla moglie Antonella e dal figlio Andrea, nel corso di un trentennio, sono molte di più. Dal “Gymnasium”, educazione del Corpo e della Mente, nato nel 2002, che si potrebbe definire “una scuola che ti insegna a stare bene e a vivere meglio” al “Poliambulatorio Terra e Sole”: “purtroppo i corsi di laurea in Medicina dedicano pochissimo spazio alla nutrizione ed è il motivo per cui molti medici non la prendono minimamente in considerazione. Diabete, malattie cardiocircolatorie, tumori: indicazioni molto superficiali, un po’ di tutto, tanto c’è la insulina o la pastiglia (…). Questo è sbagliatissimo, perché molte di queste patologie hanno origine da

Marco Affronte – Luciano Natalini – Alberto Rossini: "Il cambiamento climatico in Romagna. Gli effetti sulle persone, gli ecosistemi, l’acqua e l’economia" - Youcanprint. Ragazzi, c’è da aver paura per il nostro domani. Le cose che scrivono i tre Autori in questo pamphlet sono terribili. La previsione di un apocalisse prossimo futuro perché “tutti condividiamo lo stesso pianeta e tutto quello che facciamo può avere effetti su chi vive anche molto lontano da noi”. Dunque, come rileva Tonino Bernabè, Presidente di Romagna Acque, nella Presentazione del libro “E’ ormai irrinunciabile ridurre il consumo di suolo a zero, eliminare le fonti energetiche fossili e produrre energia da fonti rinnovabili, salvaguardare il mare e gli oceani dai reflui, dalle microplastiche e dall’acidificazione, favorire azioni di mitigazione al cambiamento climatico piantando alberi in grado, assieme agli oceani, di trattenere anitride carbonica (…). Dobbiamo quindi porre in atto queste condizioni per una nuova idea di normalità e di sviluppo equilibrato, sostenibile e solidale”. Marco Affronte, europarlamentare riminese eletto nel 2014 dal Movimento 5 Stelle per passare poi al Gruppo Verde nel 2017 (sino a fine mandato nel 2019), naturalista e divulgatore scientifico; Luciano Natalini consulente per progetti europei, molti dei quali incentrati su tematiche ambientali e connesse

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