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Gino Vignali: "Come la grandine. Autunno" -  Solferino. Arriva a conclusione (almeno a quello sin qui annunciato da Gino Vignali, milanese ma riminese d’adozione) il ciclo di avventure della bellissima vice questore di Rimini Costanza Confalonieri Bonnet, a capo della Squadra mobile. Che vive in una suite al Grand Hotel e ha come amante il Sindaco Riccardo Milani. Dopo “La chiave di tutto” (2018), “Ci vuole orecchio” e “La notte rosa” (2019), tutti editi da Solferino, Vignali con “Come la grandine” chiude una irresistibile saga, disegnando un’avventura “senza un attimo di tregua, tra criminali moderni e antichi tesori, sullo sfondo di una Rimini autunnale che chiusa la stagione turistica si ammanta di fascino e mistero” (così recita la bandella del volume). La storia si apre con la grande festa al Grand Hotel che darà l’avvio alle celebrazioni per il centenario della nascita di Federico Fellini. “Attrici, attori, registi, produttori di tutto il mondo hanno occupato le stanze dell’albergo”. “Ci sono voluti mesi per organizzare l’evento, ma Rimini non poteva certo lasciarsi sfuggire l’occasione di essere contemporaneamente protagonista e regista delle manifestazioni che, a partire da questa serata, si terranno poi in ogni angolo del mondo, dalla California al Giappone, per più di un

Lidia Maggioli, Antonio Mazzoni: "Zolfo e carbone, storie di vita. La tragedia dimenticata di Arsia e la Valmarecchia, 1937-1940" - Società di Studi Storici per il Montefeltro. Il 28 febbraio 1940 ad Arsia, in Istria (allora territorio italiano), avveniva “il disastro minerario più grave della storia d’Italia, rimosso per decenni dalla memoria collettiva e dalla riflessione storiografica”. Situazione dunque ben diversa dalla ricostruzione e dall’attenzione sulle vicende della tragedia della miniera di Marcinelle in Belgio sedici anni dopo, l’8 agosto 1956, in cui morirono 262 minatori, di cui 136 italiani. Ad Arsia erano confluite in pochi anni, verso la fine degli anni ’30, quasi 500 persone dall’area del Montefeltro: minatori si, ma spesso anche famiglie al seguito. “Le attività estrattive, uno dei settori economici più promettenti dell’Istria, offrono ai minatori e operai in cerca di lavoro concrete opportunità occupazionali, in primo luogo nei giacimenti minerari di carbone e alluminio, in secondo luogo nelle cave di pietra e nei cementifici”. La miniera di carbone di Albona-Arsia, tra gallerie, cunicoli e una miriade di cantieri distribuiti nei venti livelli, si sviluppa per circa 150 chilometri e s’inoltra in profondità fino a circa 500 metri sotto il livello del mare. Qui lavorano nei primi anni ’30 circa

Rosita Copioli: "Gli occhi di Fellini" - Vallecchi Il 20 gennaio 1920 nasceva a Rimini Federico Fellini (e moriva a Roma il 31 ottobre 1993), considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema. Per quarant’anni (il suo primo film, “Luci del varietà” è del 1950, l’ultimo “La voce della luna” del 1990) il suo genio creativo ha illuminato la fantasia dei sognatori di tutto il mondo. Il centenario della sua nascita doveva essere festeggiato con innumerevoli appuntamenti in tutto il mondo, ed invece l’annus horribilis, il 2020, con la pandemia covid, ha impedito la realizzazione di tantissime iniziative. A Rimini a gennaio di quest’anno la bella mostra “Fellini 100. Genio immortale” allestita a Castel Sismondo come anticipazione della realizzazione del futuro Museo a Lui dedicato, alla fine è stato l’evento più importante. Per contro, in tutto il mondo, sono usciti decine e decine su Fellini: nel 2020 una trentina solo in Italia. Fra questi il volume di Rosita Copioli spicca per la ricchezza, labirintica, delle citazioni letterarie frammiste ai ricordi personali del suo rapporto con il regista riminese (assai intenso, seppur conosciuto tardi, solo a fine agosto 1989). Nelle quasi 400 pagine la Copioli racconta la biblioteca di Fellini raccolta nella

Andrea Speziali: "Mario Mirko Vucetich (1898-1975). Architettura, scultura, pittura, disegno" - Silvana. Vittorio Sgarbi, persona quanto mai sgradevole e sicuramente “capra” (epiteto a lui molto caro quando lo usa contro chiunque gli si opponga nel corso dei suoi furori iconoclasti) è però anche, quasi incredibile, una valentissimo critico d’arte, autore di saggi sull’arte italiana di grande valore. Per questo bellissimo libro sull’artista Vucetich del riccionese Andrea Speziali ha scritto la presentazione chiudendola con questa valutazione perentoria: “Questa resterà una monografia definitiva”. Vucetich, artista eclettico, da tempo in un cono d’ombra, Speziali lo recupera e lo integra all’interno dei vari movimenti artistici italiani nati e sviluppatisi in Italia tra la fine della Prima Guerra Mondiale e gli anni ’60. Il volume, con uno splendido apparato iconografico, oltre a ricostruirne la ricca biografia, si sofferma sul Vucetich architetto, scultore, pittore, poeta, scenografo, regista e attore. Figlio di un funzionario delle Ferrovie, nacque a Bologna nel 1898. Vucetich fu uno dei primi ad avvertire l’importanza del movimento futurista italiano e giovanissimo nel 1917 fondò il Movimento Futurista Giuliano. Artista di grande duttilità creativa e capace di declinare originalmente stili e tendenze artistiche passate e a lui contemporanee. “Non si faccia l’errore, però, di considerare Vucetich un

Anna Rosa Balducci: "Storie nella città" - Il Ponte Vecchio. Qualche settimana fa avevo segnalato una serie di autori locali di libri per ragazzi (“Libri per ragazzi, è nata una scuola di autori riminesi?”). Fra questi non avevo inserito Anna Rosa Balducci perché da anni aveva abbandonato il genere per dedicarsi ad una scrittura di volumi per adulti. Ma ora con questo nuovo testo, edito ancora una volta dalla casa editrice cesenate Il Ponte Vecchio, l’autrice è tornata alle origini. Classe 1952. Ha insegnato per molti anni lettere e storia negli istituti tecnici riminesi, ma dal 2016 è in pensione. Scrive lettere, su vari argomenti e temi, al Corriere di Romagna che le pubblica. Questo è per Lei l’ottavo volume pubblicato nel corso degli ultimi diciotto anni: esordì nel 2002 con il testo per ragazzi “La balena e altri racconti” (Il Ponte Vecchio) ambientato a San Giuliano Mare (quartiere in cui vive da sempre con la sua famiglia) e la balena è il capodoglio qui arenatosi nel 1943, su cui la gente per decenni si è sbizzarrita con la fantasia. Cosa che fa per altro, con grande bravura, anche la Balducci. Nel 2004 altro libro per ragazzi intitolato “Pupazzi, nonni e re e anche

Tito Menzani, Federico Morgagni: "Nel cuore della comunità. Storia delle case del popolo in Romagna" - Angeli. La storia delle case del popolo può essere raccontata in modi diversi, ma in fondo c’è sempre un’unica motivazione, come del resto ripetono più volte nel libro gli Autori: “Le case del popolo rimandano ad una dimensione corale, non individualista, e anzi profondamente comunitaria e intergenerazionale. Sono state luoghi in cui si sono coltivate la solidarietà, la reciprocità e il mutualismo”. Il volume è frutto di una intensa attività di ricerca compiuta negli ultimi anni, sotto la spinta del Circolo Cooperatori, l’associazione culturale romagnola nata nel 1993 con il fine specifico di divulgare e promuovere i valori cooperativi. Tito Menzani è docente dell’Università di Bologna, mentre Federico Morgagni è ricercatore presso l’Istituto Storico della Resistenza di Forlì-Cesena. “In tutta la Romagna, le case del popolo sono un imprescindibile pezzo di identità locale. Ben 570 esperienze di questo tipo hanno costellato le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini in circa 150 anni di storia. Alcune case del popolo sono nate a fine Ottocento, altre attorno agli anni del primo conflitto mondiale, altre ancora nel secondo dopoguerra. Alcune sono state devastate e incendiate dai fascisti, altre hanno chiuso

Mario Tonini: "Per non dimenticare. Riflesion d’un cittadèn pursia (Riflessioni d’un cittadino qualunque). Coronavirus" - La Piazza. Fra il 2019 e il 2020, nei mesi di dicembre e di gennaio, la Cina precipitò, primo paese al mondo, nella voragine di ammalati e morti provocati dal COVID-19. I primi due casi di COVID-19 in Italia si registrarono invece il 30 gennaio 2020, quando due turisti provenienti dalla Cina risultarono positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma. Un focolaio di infezioni di COVID-19 si registrò poi il 21 febbraio 2020 a partire dai 16 casi confermati in Lombardia, a Codogno, in provincia di Lodi, aumentati a 60 il giorno successivo con i primi decessi segnalati negli stessi giorni. Dal 9 marzo al 3 maggio il Governo italiano proclamò il lockdown del Paese: scuole chiuse, bloccate quasi tutte le attività produttive, la gente fu invitata a stare a casa. Da ottobre il Paese è di fronte alla seconda ondata di diffusione del virus, con tutte le conseguenze che stiamo vivendo in queste difficili ore. Ad oggi in Italia sono oltre un milione e mezzo i casi positivi di COVID-19, e più di 50.000 le persone decedute. A fine novembre la pandemia non è vinta, il vaccino non è ancora disponibile, si continuano a registrare, in Italia e nel mondo, nuove

Barbara Leardini: "Eva" - Il Ponte Vecchio. E’ una vita che gli amici di Torre Pedrera mi raccontano le mirabolanti avventure (più o meno sessuali e fantasiose) di Zizì, al secolo Paolo Cima classe 1944. E prendendo l’aperitivo (quando si poteva) in uno dei bar di Torre Pedrera prima poi lo si vedeva transitare, quasi sempre con un codazzo di giovani a seguito, e scattava l’immancabile segnalazione: è Zizì, è Zizì. Una superstar di questa ultima frazione di Rimini a nord. Mai mi sarei aspettato di ritrovare una sua ampia biografia (35 pagine) in questa opera prima di Barbara Leardini, autoprodotta in proprio nel 2018 ed oggi edita dall’editore Ponte Vecchio di Cesena. Ad un certo punto il giovane Paolo, dopo una grave malattia, abbandona l’amore per il calcio per dedicarsi ad altro: “Aveva scoperto una passione ben più grande, la più importante della vita, la sua missione, quella per cui tutti lo avrebbero sempre conosciuto come il mitico Zizì, il re dei vitelloni della riviera, padre di tutti i ‘birri’ della Romagna che sarebbero venuti dopo, unica e rappresentativa icona di un fenomeno che ha caratterizzato un’epoca”. Per Zizì la scoperta dell’Eldorado, la mitica terra dell’oro, iniziò a metà degli anni ’60 con

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