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Ho conosciuto bene Attilio Venturi alla fine degli anni ’70 quando, per conto della rivista “Storie e Storia” dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini, curai la pubblicazione dei suoi appunti (poi apparsi nel n. 4/1980 della rivista) fatti da Giorgio Giovagnoli quando intervistò numerosi fondatori del PCI riminese per scrivere la sua tesi di laurea presso l’Università di Urbino nell’anno accademico 1970/1971, relatore il prof. Pasquale Salvucci, e poi utilizzate per il suo libro “Storia del Partito comunista nel Riminese, 1921/1940 : origini, lotte e iniziative politiche” (Maggioli, 1981). Definire la vita di Attilio avventurosa forse è dire poco. Ma certo è stata piena di sacrifici ed anche tante sofferenze. Comunque una vita vissuta pienamente, a sostegno di un’ideale forte per il quale si è speso senza tregua. Il 3 ottobre 1990, in occasione della sua morte, il Resto del Carlino intitolò: “Si è spento Venturi, un simbolo comunista”: ritengo che per un militante come Lui questo fu il più bel epitaffio che un giornale non certo amico potesse scrivere. Per Venturi valgono sicuramente le considerazioni che sia Giorgio Amendola che Paolo Spriano fecero nelle loro storie del PCI a proposito di “quella oscura schiera di militanti” che mantennero viva, negli anni

"Luigi Pasquini. Un cronista del pennello". A cura di Annamaria Bernucci. Introduzione di Pier Giorgio Pasini. Testi di Michela Cesarini, Umberto Giovannini, Sergio Sermasi, Oriana Maroni -Banca Carim. La segnalazione di questo libro richiede alcune considerazioni preliminari che non riguardano solamente questo volume. La prima è che in occasione delle festività 2017 le banche riminesi non hanno edito strenne natalizie: si è interrotta la bella serie annuale della Banca Popolare Valconca, la Fondazione Cassa di Risparmio non ha edito nulla, e neppure quelle di credito cooperativo. Mi è stato detto che la Banca d’Italia ha posto uno stop alle pubblicazioni degli istituti bancari. Ma forse le nostre banche non stanno più così bene da potersi permettere ancora questo piccolo “lusso”. Staremo a vedere nel prossimo futuro cosa succederà. La seconda è che questo catalogo della mostra su Luigi Pasquini (in corso al Museo di Rimini sino al 17 febbraio prossimo) è probabilmente l’ultima pubblicazione della Banca Carim così come l’abbiamo conosciuta sino a fine anno. Il saluto iniziale è infatti di Sido Bonfatti, presidente della Cassa di Risparmio di Rimini fino a qualche giorno fa, prima dell’arrivo degli uomini del Gruppo Bancario Crédit Agricole  che l’ha rilevata. Sarà interessante capire come la secolare storia di sostegno

Angelo Turchini, Mirko Orioli, Marco Viroli, Paola Novara, Cristina Castellari: "La Romagna dei castelli e delle rocche" - Il Ponte Vecchio. “Agli Autori del libro l’Editore ha chiesto: assumere le rocche e i castelli non solo e non tanto per la loro struttura architettonica e per il loro possibile valore turistico, ma soprattutto per quel che significarono nella storia, anche personale, dei protagonisti che li abitarono, per le vicende che determinarono e per il peso che vi ebbero: dunque una storia di cuori, di menti, di caratteri e di destini prima che di pietre e di forme, così da costruire un libro unico, sia per la vastità della ricerca, sia e in particolare perché storia di donne, di uomini, di città dentro la loro rocca”. Così Eraldo Baldini nella presentazione del volume. La diversità degli Autori, le loro storie culturali personali, il diverso modo di scrivere di ognuno hanno in realtà determinato un insieme eterogeneo e non sono convinto che la mission affidata dall’Editore sia stata pienamente raggiunta. C’era comunque la necessità di una nuova opera generale sui castelli di Romagna: l’ultima pubblicazione generale era quella di Carlo Perogalli “Castelli e rocche di Emilia e Romagna” (edita da Gorlich e De Agostini nel

Filarmonica Città di Rimini: "La Banda Musicale Città di Rimini dal 1828 ad oggi". A cura di Paolo Zaghini. Testi di Alessandro Agnoletti, Marco Bizzocchi, Gianluca Calbucci, Fabio Giambi, Pietro Leoni. Edizioni La Pieve. Il volume è stato presentato la sera del 30 dicembre al Teatro Novelli di Rimini, strapieno di pubblico, in occasione del Gran Concerto di Fine anno della Banda Città di Rimini. Una serata musicale straordinaria guidata e diretta dal Maestro Jader Abbondanza. Gli applausi finali, calorosi e convinti, hanno espresso il vivo apprezzamento dei presenti. Dal libro riprendo la mia presentazione che racconta in sintesi la storia della Banda ed il percorso fatto per eseguire la ricerca. «Il 29 ottobre 2015 il Presidente della Banda Città di Rimini, Pietro Leoni, scriveva al sottoscritto, allora Presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini, per “chiedere una collaborazione per la realizzazione di una ricerca e della conseguente pubblicazione sulla storia della Banda”. E proseguiva: “Considerando che l’istituzione bandistica ben difficilmente può essere svincolata dalla storia politica, culturale e sociale della Città, l’idea è quella di raccontare non solamente l’evolversi cronologico del gruppo musicale, ma calare quest’ultimo nelle vicende storiche, a volte molto importanti, della nostra

Davide Bagnaresi: "Vivere a Rimini negli anni della Belle Époque - La quotidianità tra progresso, tempo libero, emergenze e politica". Panozzo Editore. Col nome di Belle Époque si indica il periodo storico, socio-culturale e artistico europeo che va da fine Ottocento all'inizio della Prima guerra mondiale. In quel ventennio le invenzioni e i progressi della tecnica e della scienza furono senza paragoni con le epoche passate. Ci fu complessivamente un miglioramento delle condizioni di vita e si diffuse in tutta Europa un senso di ottimismo. Inoltre con Belle Époque si continua a indicare a tutt’oggi la vita brillante nelle grandi capitali europee, le numerose esperienze artistiche, ma soprattutto l'idea che il nuovo secolo, il Novecento, sarebbe stata un'epoca di pace e di benessere. Tutto invece sarebbe stato poi spazzato via dai colpi di cannone della Prima guerra mondiale (gli anni della Prima guerra mondiale a Rimini sono stati ben raccontati nel volume precedente di Bagnaresi “Vivere a Rimini negli anni della Grande Guerra : la quotidianità tra bombardamenti, terremoti, fame e profughi”, sempre per i tipi di Panozzo, 2015). In questo nuovo volume Bagnaresi ci prende per mano e ci porta a conoscere la Rimini di inizio Novecento: le sue industrie, gli effetti delle nuove scoperte sulla

Giuliana Rocchi "La vóita d’una dòna. Poesie romagnole", "La Madòna di Garzéun. Poesie romagnole" - Maggioli Editore. Un mio personale omaggio natalizio a Giuliana Rocchi, una delle grandi voci della poesia dialettale santarcangiolese (mentre sono in attesa di ricevere il sonetto di auguri natalizio di Gianni Fucci). In occasione della 2. edizione di “Cantiere Poetico” (10-18 settembre 2016) organizzato dall’Amministrazione Comunale santarcangiolese e dedicato a Giuliana Rocchi, l’editore Maggioli ha ristampato in un prezioso cofanetto due dei tre volumi di poesie della Rocchi (1922-1996) ormai da tempo introvabili. “La vóita d’una dòna”, stampato da Maggioli nel 1981, raccoglie poesie dal 1964 al 1980, mentre “La Madòna di Garzéun”, stampato sempre da Maggioli nel 1986, raccoglie le poesie del quinquennio 1981-1986. Il suo terzo volume, “Le parole nel cartoccio. Poesie inedite”, venne stampato da Maggioli nel 1998, a due anni dalla sua morte, a cura di Rita Giannini. Tutti i volumi sono stati amorevolmente curati dall’amica santarcangiolese Rina Macrelli (1929- ), scrittrice saggista conduttrice televisiva. Di Lei su Wikipedia è detto: “Convinta che la letteratura dialettale sia un momento importante del movimento neorealista, ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della poesia neodialettale santarcangiolese. Nel 1973 organizza il Seminario popolare su Tonino Guerra e la poesia romagnola, a

Fosco Rocchetta: "Riccione strabiliante: il Nirigua e le origini del divertimentificio" - La Piazza. Fosco Rocchetta, ex-Direttore del Centro della Pesa di Riccione, da quando è andato in pensione ha iniziato a scrivere una sua particolare storia della Perla Verde, fatta di tanti libretti dedicati a varie vicende della città. Ma con un comun denominatore: il turismo, i suoi luoghi, gli eventi ad esso legati. Ha iniziato nel 2009 con “Riccione estivo: agosto 1894. Origini del turismo riccionese al tempo della Belle epoque”, per proseguire poi con “Riccione nel Risorgimento. Il villino Mattioli quartier generale dell'Armata italiana a Riccione” e “Riccione il mio ritrovo estivo preferito. Il divino tenore Giuseppe Borgatti nella Riccione della Belle Époque” nel 2013, “Riccione sotto le bombe, settembre 1944. Il diario di Luisa e l'attività artistica di Camillo Innocenti” nel 2014, “Riccione, la mia città. Raccolta di scritti vari” e “Nascita del turismo di Riccione. Gli ospizi marini: un'eccellenza riccionese” nel 2015, “Riccione città del Motogiro d'Italia : una mitica cavalcata

"Galvanina. Le radici del futuro", Testi a cura di Marcello Cartoceti, Oreste Delucca, Giovanni Rimondini - Galvanina. Abbiamo letto tutti che a fine novembre 2017 il Consiglio Comunale di Rimini ha approvato il progetto di “Ricucitura paesaggistica, ambientale ed architettonica del complesso della Galvanina”. Rino Mini, il patron della Galvanina, ha commentato “C’è voluto un bel po’ di tempo, quindici anni in tutto e cinque solo per quest’ultima fase, però ora possiamo stappare una bella bottiglia: di acqua Galvanina, naturalmente”. Alla fine dell’anno passato la famiglia Mini si era regalata un bellissimo libro, magnificamente illustrato con le fotografie di Federico Rossi, per raccontare la millenaria storia della Fonte Galvanina e del futuro che le stava davanti (allora ancora in attesa dell’approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale di Rimini). Racconta Mini: “La Galvanina imbottiglia acqua minerale fin dal 1901 ed è sicuramente la più antica fonte minerale e termale conosciuta, non solo in Italia ma anche d’Europa. E’ sopravvissuta a due guerre mondiali ricostruendo gli stabilimenti distrutti ed ampliandosi ogni volta sempre più e sempre meglio”. “E’ un’avventura che ha segnato quattro generazioni della mia famiglia, arricchita dalla gente che con noi lavora con dedizione, dalla quotidianità in fabbrica, dalla nostra Città con la

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