HomeCulturaBellaria: giovedì la presentazione del libro sulle opere di don Giulio Liverani

Dotato di profonda umanità e animato dalla volontà di contrastare povertà e ingiustizie, il sacerdote artista don Giulio Liverani era nato a Modigliana nel 1935


Bellaria: giovedì la presentazione del libro sulle opere di don Giulio Liverani


21 Marzo 2023 / Redazione

Dotato di profonda umanità e animato dalla volontà di contrastare povertà e ingiustizie, il sacerdote artista don Giulio Liverani era nato a Modigliana (provincia di Forlì-Cesena) nel 1935 e morì ad Aquidabà (stato del Sergipe, Brasile) nel 1997.

È a lui dedicato il volume “Lo Splendore della Verità nella vita e nelle opere di Giulio Liverani” scritto da Franco Staccoli e Giancarlo Moretti e pubblicato da Pazzini Editore nel 2022, che sarà presentato giovedì 23 marzo alle ore 20.45 a Bellaria Igea Marina nella Sala “V. Belli”, in piazzale S. Margherita a Igea. 

Durante la serata, gli autori ripercorreranno le tappe della intensa vita del sacerdote, mentre il critico e storico dell’arte Alessandro Giovanardi offrirà una guida alla lettura delle opere dell’artista.

“Lo Splendore della Verità nella vita e nelle opere di Giulio Liverani”, con prefazione del filosofo Massimo Donà, contiene interventi dei cardinali João Braz De Aviz e Matteo Maria Zuppi, di Margaret Karram e Jesús Morán Cepedano, presidente e copresidente del Movimento dei Focolari, del professor Maurizio Malaguti. 

In chiusura, è pubblicata una intervista al critico d’arte Alessandro Giovanardi, per la contestualizzazione di Giulio Liverani nella produzione artistica contemporanea.

Giulio Liverani plasmava la terra da sacerdote e da artista – afferma Giovanardi – e ha tentato, nel limite della sua esistenza, di fornire esempi di figurazione sacra a un mondo cattolico a tutt’oggi in crisi sui temi della liturgia (intesa anche come fatto artistico), dell’architettura e dell’immagine. Liverani ha raggiunto il suo più sapiente risultato nelle forme e nei colori smaglianti nella Via Crucis realizzata per la chiesa di Sant’Agata, a Santarcangelo di Romagna e nelle altre opere lì presenti, amorevolmente custodite ed esposte. Il ceramista si è forgiato un linguaggio personale, espressionista e simbolico. Guarda a Georges Rouault e a Marc Chagall. Recupera con loro il linguaggio della scultura romanica, mentre la mesce nel canone classico del Novecento, attraverso Arturo Martini. Un tentativo apprezzabile, per quanto individuale e marginale rispetto alle correnti dell’arte europea, da leggersi non per la rilevanza storica ma per la profondità del suo sentire spirituale”.

Il volume è diviso in due sezioni. Nella prima, curata da Franco Staccoli, ripercorrendo gli scritti di Liverani (lettere, diari, omelie), l’autore presenta l’identità filosofica e spirituale di don Giulio, dalla nascita avvenuta nel 1935 a Modigliana (Forlì-Cesena), fino alla morte avvenuta ad Aquidabà (stato del Sergipe, Brasile) nel 1997. Ordinato sacerdote nel 1958, la vita di Liverani prende una svolta con la scoperta del carisma di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Come missionario si trasferisce in America Latina, condividendo la povertà e l’umile esistenza delle popolazioni locali, nonché le persecuzioni delle dittature. 

La seconda sezione del volume contiene il censimento di gran parte delle opere composte in Argentina, in Brasile, in Germania e, soprattutto, in Italia (Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio). Tali opere, di cui è riportata ampia documentazione fotografica (ad opera di Alberto Forno e Marek Trizuljak) e descrittiva, sono analizzate da Giancarlo Moretti.