HomePoliticaBenedizioni pasquali imposte a Pennabilli, Cgil e Cisl attaccano il sindaco

La dura condanna dei sindacati


Benedizioni pasquali imposte a Pennabilli, Cgil e Cisl attaccano il sindaco


23 Marzo 2023 / Redazione

Continua a far discutere l’ordinanza del sindaco di Pennabilli Mauro Giannini che ha di fatto imposto che le benedizioni Pasquali nelle scuole siano fatte durante le ore di lezione. La Cisl e la Cgil si schiera con la dirigente Annalisa Celli che con la sua circolare – che di fatto vietava le benedizioni durante le ore di lezione – aveva innescato la risposta del primo cittadino.

“Bene ha fatto la Dirigente dell’IC “P.Olivieri” di Pennabilli a rifiutare la benedizione pasquale durante l’orario di attività didattica. Non si difendono i valori del Cattolicesimo, come erroneamente ha inteso fare il Sindaco con l’ordinanza n.8 emanata nella giornata di mercoledì 22 marzo 2023, imponendo il rito religioso a colpi di norma. La CISL Scuola Romagna con queste parole intende sottolineare la laicità della scuola che non significa rifiuto dei valori religiosi ma significa rispetto di tutte le culture e di tutte le religioni soprattutto in una scuola che fa dell’accoglienza e dell’Intercultura il proprio caposaldo.

È proprio facendo questo, come dice il vescovo della diocesi di San Marino e del Montefeltro, “nelle modalità convenute con il dirigente scolastico” che si salvaguardano quei valori del cattolicesimo che erroneamente il sindaco ha imposto. La CISL Scuola Romagna esprime piena solidarietà alla Dirigente e dichiara la propria disponibilità a tutelarla in ogni modo e in tutte le sedi. La CISL Scuola Romagna dunque chiede in primis al Prefetto di annullare l’ordinanza di un sindaco che anziché tutelare tutti gli studenti usa la norma per imporre, ignorando la delicatezza del tema, un rito che la Dirigente non aveva rifiutato ma chiesto di posporre in orario extra scolastico”.

“Esprimiamo solidarietà e pieno sostegno alla Dirigente scolastica dell’IC “P. O. Olivieri” di Pennabilli in quanto riteniamo che il comportamento del primo cittadino possa configurarsi come lesivo dei principi sanciti agli artt. 7 e 8 della Costituzione italiana che garantiscono nel nostro ordinamento la laicità dello Stato e di tutte le istituzioni, tra le quali la Scuola”, scrivono da Cgil.

La Scuola italiana è laica

La Scuola italiana è laica, democratica ed inclusiva. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi stanno nelle aule con i loro insegnanti e non fuori, per cedere il passo alle celebrazioni di un culto. Il fatto che la Chiesa cattolica sia tra le istituzioni fondanti dell’identità italiana non viene certo sminuito se a Pennabilli non si benedicono le aule scolastiche e gli studenti. Esistono – proprio grazie alla Costituzione – luoghi, spazi e tempi per l’esercizio di ogni culto.

L’ordinanza si configura di fatto come prevaricatrice del principio di pari dignità di tutte le religioni di fronte allo Stato nonché d’imparzialità ed equidistanza delle leggi rispetto alle confessioni. La Dirigente Scolastica, al contrario del Sindaco, ha operato in coerenza con gli ordinamenti e a tutela dell’interesse collettivo.

 

Gli studenti durante le ore di lezione devono restare in aula

L’iniziativa del primo cittadino rappresenta un’indebita ingerenza nello svolgimento delle attività didattiche che, nella visione distorta del potere, possono essere interrotte a piacimento di un sindaco, magari costringendo una parte degli alunni -che lo ricordiamo in questo caso sono minorenni e sotto la tutela dell’insegnate ad allontanarsi dalle aule.

L’ordinanza n.8 del 22 marzo 2023 del Comune di Pennabilli lascia attoniti quando prescrive “PRECISATO che la presenza di alunni di diverso credo politico può essere tutelata con semplici accorgimenti nei luoghi del plesso scolastico” ed evoca spettri del passato che non possono trovarci indifferenti. I Patti Lateranensi del 1929 e gli Accordi di Villa Madama del 1984 – impropriamente richiamati dall’ordinanza del Sindaco – non sanciscono affatto il diritto di culto nelle scuole della Repubblica.

 

FLC CGIL Rimini ha chiesto un tempestivo intervento dell’Ufficio scolastico provinciale al fine di ribadire e tutelare i principi di autonomia dell’ordinamento scolastico che dipendono esclusivamente dal Ministero.