HomeCronacaCarabiniere colpito a Rimini dalla banda Uno Bianca: “Lati oscuri, nuovo esposto”

Vito Tocci oggi in pensione venne gravemente ferito in una sparatoria a Miramare il 30 aprile 1991: "Fu un agguato"


Carabiniere colpito a Rimini dalla banda Uno Bianca: “Lati oscuri, nuovo esposto”


31 Maggio 2023 / Redazione

Il 3 giugno riceverà a Calvi Risorta (Caserta) il premio Legalità nella decima edizione del Premio nazionale testimoni di giustizia e impegno civile.

Vito Tocci, carabiniere in pensione ed ex presidente dell’associazione familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca, si dice “fiero e orgoglioso del riconoscimento”.

Tocci rimase gravemente ferito il 30 aprile 1991, mentre era insieme a due colleghi, in zona Rivazzurra di Rimini da una pioggia di calibro 12 esplosi dai componenti della banda, “un’azione che non fu casuale, fu un agguato”, dice oggi. “Riuscimmo a sfuggire alla morte sotto solo perché ci allontanammo repentinamente, fummo sicuramente più fortunati di quei tre colleghi uccisi al quartiere Pilastro di Bologna”.

“Mi sono battuto e continuerò a farlo per la verità e la giustizia, non solo in relazione al mio agguato, ma per tutte le vittime della Uno Bianca come ho sempre fatto quando ero presidente dell’Associazione”. E di recente ha firmato l’esposto per la riapertura delle indagini, depositato dall’avvocato Alessandro Gamberini alla Procure di Bologna, Reggio Calabria e Anti-terrorismo: “Un esposto con il quale abbiamo chiesto insieme ad altri 14 familiari di far luce sui tanti lati oscuri della vicenda Uno Bianca”.

“Sono stato il fondatore dell’associazione Vittime della Uno Bianca a Rimini, poi cedetti la gestione a Bologna per estendere al massimo gli aderenti tra i familiari delle vittime maggiormente presenti in quella città. Uno dei punti salienti nello statuto dell’associazione che ho diretto era e lo è tutt’ora, la ricerca della verità, da qualunque parte e con qualsiasi mezzo giunga, la verità è propedeutica alla Legalità, ed anche se a volte è dolorosa e scomoda per qualcuno, bisogna perseguirla, per rispetto dei familiari e delle vittime, se allora da presidente dell’associazione ed oggi come associato, avessi dubbi o perplessità su questo principio, avrei avuto la correttezza di farmi da parte”, dice Tocci.

(ANSA)