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Carim: Bankitalia tifa per Parma, ma Rimini è tentata dagli inglesi che si stanno alleando fra loro

Ore decisive per la Cassa di Risparmio di Rimini. I vertici di Carim sono di fronte ad un aut aut: o accettare l’offerta di Cariparma, oppure quella del fondo inglese J.C. Flowers.

E non è una scelta facile.

Da una parte, a quanto pare Cariparma offre qualcosa di più, fra i 150 e i 170 milioni di euro. Ma è evidente che l’esistenza di una “banca riminese” a quel punto sarebbe compromessa, fin dallo stesso nome. L’operazione dell’istituto parmense, di proprietà del francese Credit Agricole, prevede infatti anche l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Cesena e di quella di San Miniato. In questo schema, la banca toscana verrebbe interamente inglobata da Cariparma, di fatto cessando di esistere, mentre si andrebbe alla fusione dei due istituti romagnoli. Ma sempre, ovviamente, nell’ambito di strategia di espansione della banca emiliana nei territori limitrofi, con quel che ne consegue in termini di “razionalizzazione” degli sportelli e del personale (leggi: tagli).

Questa è anche la strada vista con più favore anche da via Nazionale: Bankitalia infatti privilegia ogni operazione che conduca alla concentrazione di banche e al rafforzamento dei gruppi.

Però a Rimini non sono insensibili alle sirene d’oltre Manica. E anzi le stanno ascoltando con molta attenzione, giudicando la proposta “molto seria”. Perché se è vero che dagli inglesi arriverebbero meno soldi – non si raggiungerebbero nemmeno quei 150 milioni offerti da Parma – le condizioni generali sarebbero più allettanti. Intanto, niente fusione con Cesena. Quindi anche il nome, ma soprattutto l‘autonomia della banca riminese, resterebbero sul mercato. Inoltre, e proprio per questo, le inevitabili riduzioni di personale potrebbero essere meno consistenti e dolorose. Si tratta in definitiva di un fondo di investimento, che non ha sue attività bancarie da dover armonizzare con quelle che andrebbe ad acquisire.

Non solo. Da San Miniato arrivano altri dettagli: per acquisire la locale cassa di risparmio, si era manifestato interesse da Barents di Jean-Claude Chalhoub, cordata anglo-panamense di privati ed istituzionali guidata da Vincenzo De Bustis. Questi ha formalmente presentato un’offerta onnicomprensiva che comprende anche Rimini e Cesena che sarebbe migliorativa rispetto a quella di Parma.
“In queste ore  – scrive la testata toscana cuoio.it – JC Flowers, si apprende da voci di corridoio attendibili, starebbe parlando con De Bustis per unire le forze e realizzare un salvataggio dei tre istituti, Rimini, Cesena e San Miniato. La direzione sarebbe quella di lasciare all’istituto toscano un’autonomia rilevante”.

Per quanto riguardo i correntisti, non dovrebbe cambiare gran che sia con Cariparma che non gli inglesi. E nemmeno appaiono possibili differenze fra le due ipotesi dal punto di vista degli azionisti, che già si sono visti crollare drammaticamente i valori dei loro titoli.

Naturalmente, entrambe le offerte hanno come pre condizione che i crediti deteriorati siano presi in carico dal Fondo interbancario.

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