“Fa male vedere una mamma che viene in Caritas a chiedere un aiuto per comperare le medicine ai figli piccoli o per interventi sanitari urgenti senza copertura finanziaria. Nella nebbia stagnante della crisi, che pure lascia intravedere timidi spiragli di luce, sono presenti sempre più gli italiani over cinquanta residenti e aumentano i profughi che hanno terminato percorsi di accoglienza.”
Inizia in questo modo l’introduzione di Don Renzo Gradara, Direttore Caritas Diocesana Rimini al rapporto 2016 sulle povertà.” Poveri, malati e soli”.
Un’analisi puntuale che ci consegna una mappa dei disagi, delle nuove e vecchie povertà ed il lavoro che viene fatto sul territorio.
Sul territorio della Diocesi di Rimini sono presenti 51 Centri di Ascolto Caritas, compreso quello della Caritas diocesana in via Madonna della Scala 7. Tutte le attività svolte sono rese possibili da circa 900 volontari e 39 operatori.
Nel 2016 sono state 6.776 le persone che incontrate nei centri Caritas. Se si contano tutti i familiari appartenenti ai nuclei delle persone che hanno fatto richiesta di aiuto, si arriva a 16.052 persone, di cui 3.316 minori.
Tre i motivi di un aumento delle richieste:
– attraverso i progetti #EmporioRimini e Fondo per il Lavoro sono state intercettate povertà che
prima risultavano nascoste;
– nel 2016 è aumentato il flusso di richiedenti asilo e profughi che si sono rivolti alle strutture Caritas;
– coloro che sono caduti in povertà in concomitanza della crisi economica, sono rimasti “intrappolati”
in essa, senza trovare vie di uscita se non quelle di tornare in patria o di spostarsi in altri Paesi,
soprattutto per quel che riguarda gli immigrati.
Sono il 61,3% gli “intrappolati” nel fango della povertà, come si nota dal grafico.
La povertà è sempre più maschile: la crisi economica ha indubbiamente colpito il mondo del lavoro e di conseguenza la stabilità nelle famiglie.
Le situazioni di povertà tra gli italiani sono sempre più gravi: in sei anni le persone incontrate sono passate da 1.237 a 2.383, con una differenza del 92,6%; mentre, per quanto la situazione degli immigrati resti allarmante, si constata un andamento ondulatorio passando da 4.603 nel 2010 a 3.945 nel 2015, per risalire a 4.340 nel 2016 con una differenza di – 5,7 punti percentuali.
La povertà è molto diffusa tra le mura domestiche: sono oltre 4.700 le persone che vivono in situazione
di povertà pur avendo una casa; tra queste il 64% sono nuclei familiari. Si tratta di povertà spesso
nascoste, fatte di sacrifici e sofferenze, di lotte quotidiane per sopravvivere e per mantenere salde le
relazioni sia coniugali che filiali.