HomeCulturaC’era una volta Scacciano, dal lavoro nei campi ai locali dei vip


C’era una volta Scacciano, dal lavoro nei campi ai locali dei vip


3 Aprile 2022 / Paolo Zaghini

Agostino Bizzocchi “Te tatarcord? – Scacciano nel tempo e nel cuore” La Piazza.

Mi piacciono le storie di piccoli paesi o di frazioni di città. Sono queste microstorie ricche si di ricordi personali dell’Autore (quasi sempre), ma anche vere e proprie finestre sul mondo da questi abitato: il lavoro, la casa, l’istruzione, il divertimento, i luoghi di aggregazione.

Il volume scritto da Agostino Bizzocchi, classe 1951, consigliere comunale eletto nella lista del PCI e Vice-Sindaco di Misano Adriatico dal 1975 al 1977 (con il Sindaco Antonio Semprini), dirigente comunale prima a Cattolica e poi a Riccione (dove oggi risiede) è il perfetto esemplare di questa tipologia di libri.

Ci racconta la sua vita e quella della famiglia a Scacciano, frazione del Comune di Misano Adriatico, posta sulle prime colline al confine con Coriano e Riccione. Un centro fondamentalmente agricolo, che conta oggi una popolazione di circa 700 abitanti (ad inizio del secolo scorso erano circa 500). Ad un chilometro da Misano Monte, per gran parte del Novecento capoluogo comunale, mentre Scacciano era la seconda comunità per abitanti dell’intero comune.
Il libro di Bizzocchi copre un arco di tempo che va da inizio ‘900 alla metà degli anni ’60, lasciandoci alla fine del testo con la promessa di un prosieguo in un prossimo volume in cui ci racconterà gli anni, suoi e di Scacciano, dal 1965 al 1978.

“Te tatarcord?”, scrive l’Autore, “è un cordiale invito a condividere i ricordi personali per cercare di ricostruire un microcosmo comune fatto di vite vissute”.

La famiglia Bizzocchi arrivò a Scacciano nel 1935 proveniente da Passano di Coriano, acquistando un piccolo podere di circa tre ettari. “I primi tempi furono di duro lavoro per dissodare con l’aratro e le vanghe il terreno che non veniva lavorato da qualche tempo e tenendo conto che si trattava di terreno argilloso per la maggior parte”.

A Scacciano nei primi decenni del ‘900 esisteva la concentrazione di palazzi padronali più numerosa e più importante di tutto il Comune di Misano. Fra questi la villa di Giovanni Ceccarini e Maria Bormann, costruita intorno al 1870, che “rappresentava a suo tempo l’edificio più moderno e più caratteristico dal punto di vista architettonico. I proprietari risiedevano a Roma e utilizzavano la villa di Scacciano per le loro vacanze”. Alla morte di Ceccarini e della Bormann, “grandi benefattori di Riccione, la villa di Scacciano passò in eredità alla figlia adottiva Ersilia Tonini che visse nella villa con il marito, colonnello del’esercito italiano Giuseppe Moretti che fu podestà di Misano dal 1932 al 1938”.

Mussolini venne più volte a Scacciano ospite dei Moretti “per dare inizio alla trebbiatura del grano e propagandare così le ‘campagne del grano’ ispirate all’autarchia italiana negli anni compresi fra il 1933 e il 1938”. Mussolini fu qui l’ultima volta per la trebbiatura il 29 giugno 1939.

Nel 1935 il Comune di Cattolica, divenuto autonomo da San Giovanni in Marignano nel 1896, propose di incorporare il Comune di Misano, non tenendo conto però che la popolazione misanese si sarebbe opposta: “Le due realtà comunali erano molto diverse sotto il profilo economico e sociale; la prima era di tradizione marinara e di nuove aspirazioni turistiche, Misano era ancora prevalentemente agricola”. Il 22 giugno 1938 ci fu la visita ufficiale di Mussolini al Comune di Misano, e in questa occasione il Duce pose fine alla richiesta di Cattolica dichiarando che il comune di Misano “è e rimarrà comune autonomo, purchè resti comune agricolo”. In questa occasione inoltre Mussolini accettò il cambio di nome del comune da “Misano in Villa Vittoria” in “Misano Adriatico” (confermato dal regio Decreto del 7 agosto 1938).

La Seconda Guerra Mondiale costò a Misano 17 morti civili e 37 caduti militari, più “la distruzione materiale profonda del patrimonio abitativo avvenuta anche a Scacciano”.

Il libro si snoda poi, per gli anni del dopoguerra, attraverso le vicende accadute alla famiglia Bizzocchi, la crescita e lo studio di Agostino (i tre anni, dal 1961 al 1963, di scuola media presso il vecchio collegio “San Pellegrino” di Misano stando in collegio dal lunedì al venerdì di ogni settimana), ma soprattutto descrivendo in maniera magistrale per molte decine di pagine le diverse fasi della vita dei contadini nel corso dell’anno, le lavorazioni da compiersi (grano, mais, viti, olivi), l’allevamento degli animali, la commercializzazione dei prodotti agricoli sulla costa, le veglie nelle stalle, la divisione dei prodotti con il padrone per i mezzadri.

E, alla fine degli anni ’50, l’arrivo dei locali notturni a Scacciano. Il primo, il “Tam Tam”, che riproduceva un villaggio africano, poi il “Villa Alta” e il ristorante dancing “La Panoramica” di Bepi Savioli. “I nostri occhi di ragazzi di un piccolo paese di campagna erano sbalorditi nel vedere tante auto e moto da favola parcheggiate tutte intorno ai tre locali notturni di Scacciano e ci sembrava di essere al centro del mondo tutti i sabati dei mesi estivi”. Qui si esibivano personaggi come Claudio Villa, Celentano, Mina, Modugno, Dorelli, Milva, Rascel, Noschese, Valter Chiari che attiravano migliaia di persone, con gli abitanti di Scacciano ammucchiati lungo Via Ca’ Pronti per ascoltare almeno l’esibizione degli artisti fuori dai locali.

Ma a Scacciano negli anni ’50 c’erano anche il circolo ricreativo dei lavoratori, luogo degli incontri politici della sinistra, ed il circolo parrocchiale, luogo di forte attrazione di tutti i ragazzini per quello che offriva: il campo da calcio, la TV (le trasmissioni iniziavano alle 18 con i film per i ragazzi), il calciobalilla.

C’è verso la fine del volume un ricordo di un amico comune, Corrado Savoretti, che mi ha fatto molto piacere: “L’ho conosciuto molto bene quando ci siamo ritrovati sui banchi del consiglio comunale di Misano Adriatico; lui era a capo del gruppo di opposizione della Democrazia Cristiana e io ero Vicesindaco e assessore del Partito Comunista; più tardi ancora a Riccione l’ho ritrovato come assessore del Partito Democratico e io ero dirigente del Comune di Riccione in comando dal Comune di Cattolica”. “Vi è stato sempre un rispetto reciproco pur nella diversità dei ruoli, delle esperienze politiche fatte da entrambi”. “Ogni tanto mi capita di incontrarlo e di salutarlo, cordialmente e sinceramente”.

Ho vissuto con Corrado la difficile storia dell’APEA di Raibano, ovvero la realizzazione della nuova zona industriale che doveva sorgere a cavallo dei comuni di Coriano, Riccione e Misano. Progetto abortito dopo lo scoppio della crisi economica del 2008. Ma il ricordo del comune lavoro fatto con lui mi è rimasto, e pur non vedendolo da molto tempo, colgo l’occasione per salutarlo anch’io con stima ed affetto.

Paolo Zaghini