Home___primopianoComune di Rimini. Approvata in via definitiva la variante al Rue

Nel consiglio comunale si è discusso anche di superbonus edilizi e transizione ecologica


Comune di Rimini. Approvata in via definitiva la variante al Rue


15 Marzo 2023 / Redazione

Il Consiglio Comunale ha approvato  in via definitiva la variante specifica al Rue (con 19 voti favorevoli e 10 contrari), a seguito della controdeduzioni alle osservazioni presentate all’atto urbanistico adottato dall’Amministrazione nel dicembre scorso. Lo strumento nasce per semplificare i processi di sostituzione o ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, evitando il consumo di suolo e incentivando il rinnovamento e in particolare la riqualificazione energetica. Proprio in virtù di questo obiettivo, attraverso le controdeduzioni alle osservazioni sono state introdotte facilitazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici negli edifici pubblici e privati nell’area del centro storico, nella quale sono presenti specifici vincoli a tutela. Con le modifiche introdotte si consentirà l’installazione di pannelli solari termici o fotovoltaici anche sugli edifici ad oggi esclusi, quelli classificati in tutela A e B, fatto salvo il parere favorevole della Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio e la valutazione rispetto al fatto che gli stessi impianti non siano visibili spazi pubblici e visuali sensibili. Per gli edifici di categoria A con tutela diretta l’intervento sarà possibile solo con l’ottenimento dell’autorizzazione della Soprintendenza. Con  le modifiche si prevede inoltre la possibilità in territorio urbanizzato con esclusione della città storica, di posizionare tettoie fotovoltaiche anche su parcheggi di proprietà comunale e di aree produttive e polifunzionali, previa verifica compatibilità. Sarà inoltre ammissibile la realizzazione di pergolati filtranti solari termici o fotovoltaici a servizio degli edifici esistenti, sia in territorio urbanizzato sia non urbanizzato.

Per presentare le novità del nuovo strumento urbanistico è stato organizzato per venerdì 24 marzo a partire dalle ore 14 un incontro di formazione rivolto ai tecnici, in collaborazione con gli ordini professionali.

Il Consiglio Comunale ha anche affrontato lo stato di fatto dell’edilizia nazionale e locale alla luce del Superbonus e il futuro del comparto e del rinnovamento in chiave green del patrimonio edilizio della città sono state al centro del Consiglio Comunale tematico che si è riunito ieri sera. Un confronto sulle criticità attuali e sulle prospettive future, che ha visto anche la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali: Marco Polazzi (Cna Rimini), Gianluca Capriotti (Confartigianato imprese), Meris Montemaggi (Ordine dei commercialisti), Ulisse Pesaresi (Ance Romagna) e Massimo Giorgetti (Rete professioni tecniche di Rimini). L’argomento era al centro dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Andrea Bellucci, approvato con 18 voti favorevoli e 8 contrari (in allegato la proposta).

“Credo sia importante una riflessione su quello che sta succedendo attorno all’intero comparto dell’edilizia – ha esordito l’assessora alla pianificazione del territorio Roberta Frisoni – Mettendoci nella posizione di ascolto delle categorie e delle famiglie. In questa situazione il ruolo degli enti locali è marginale trattandosi di misure frutto di politiche nazionali, ma non possiamo nascondere che gli incagli e gli intoppi a cui abbiamo assistito quale conseguenza delle distorsioni del Superbonus hanno un’inevitabile ricaduta sui territori: imprese che non riescono più ad avanzare coi cantieri, famiglie che non riescono a dare seguito agli impegni presi, problematicità che siamo tutti chiamati a gestire.

Il Bonus 110 nasceva nel pieno periodo pandemico, un’applicazione della politica keynesiana per dare una scossa all’economia e al comparto in un momento di stallo. Qualche risultato per quanto riguarda il nostro territorio c’è stato: grazie al combinato disposto tra bonus nazionali e gli incentivi introdotti nel nostro Rue si è registrata  una importante mole di interventi di riqualificazione dell’esistente a carico dei privati. Solo nel 2022 sono state oltre 1.300 le domande per le agevolazioni e in particolare la ripresa dei cosiddetti interventi di ‘sostituzione edilizia’, cioè di demolizione dei immobili datati per poi essere ricostruiti.

Detto ciò, col passare dei mesi dalla sua introduzione nel 2020 sono emersi tutti i limiti di questa misura. Basti pensare che sono stati trasferiti o scontati in fattura quasi 111 miliardi di euro di bonus tra il 2020 e 1° marzo scorso. Equivalente, più o meno, a 4-5 manovre finanziarie. E va anche sottolineato come pur a fronte della grossa mole di risorse messa in gioco, questa si sia tradotta in un numero di interventi abbastanza circoscritta. Dati riportati dal sole 24 ore sottolineano come a fronte di quasi otto milioni gli edifici residenziali in classe energetica G e F, con le politiche del Superbonus si siano contate 385 mila riqualificazioni asseverate tra condomini, villette e unità indipendenti. Per non parlare delle irregolarità e degli illeciti, che necessitano una forte attività di controllo.

Se quindi le finalità della misura erano condivisibili, è stato un errore non apportare i necessari correttivi per ridurne il peso a carico dei conti pubblici e limitare gli effetti distorsivi che ha generato nel mercato. Serve una riflessione portare avanti misure serie, ma le regole di ingaggio devono essere certe e non continuamente mutevoli, come invece è stato finora. Serve dunque un quadro normativo stabile, anche alla luce della direzione chiara che sta tracciando l’Europa.  Il Parlamento europeo ha appena approvato il primo testo della direttiva sul miglioramento della prestazione energetica degli edifici, che in Italia secondo una prima stima dovrebbe portare ad intervenire su circa 1,8 milioni di immobili, su cui intervenire per portare innalzare la classe energetica: l’iter è appena iniziato, viene delineato un timing stringente e sicuramente da approfondire in sede di commissione e di consiglio europeo, ma è evidente che la traiettoria è quella di aggredire il settore che, insieme ai trasporti, è quello maggiormente energivoro e su cui è indispensabile intervenire se si vuole perseguire una reale transizione ecologica delle nostre città”.