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Cosa farebbe oggi Loris?


11 Dicembre 2016 / Paolo Zaghini

Nando Piccari scrisse, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Loris Soldati, sul Corriere di Rimini (il 12 marzo 1999) un bellissimo ricordo di questo giovane ragazzo di Santarcangelo di Romagna morto tragicamente a 22 anni (articolo riprodotto anche nel volume di Piccari “Poveracce e champagne” Panozzo, 2007).

Soldati era il Segretario della Federazione Giovanile Comunista Riminese ed era uno delle giovani speranze ad essere un futuro ed importante dirigente del Partito in città. Per noi, arrivati in FGCI qualche anno dopo, il suo mito e il suo ricordo segnò il nostro formarsi politico.

Incominciamo dalla fine: “Alle quattro del mattino [del 13 marzo 1969] la bianca mini-minor di Loris Soldati si era schiantata contro un camion, alle porte della sua Santarcangelo” (dove oggi c’è la rotonda davanti a TuttoZoo). Era di ritorno da una notte passata con diversi compagni della FGCI ad attaccare sui muri delle scuole riminesi i manifesti (autoprodotti) che annunciavano la manifestazione nazionale a Rimini domenica 23 marzo contro la NATO. Avrebbero parlato in Piazza Cavour, dove dovevano confluire i tre cortei dopo aver attraversato la Città, Gianfranco Borghini della Direzione Nazionale della FGCI e Achille Occhetto della Direzione Nazionale del PCI.

Loris era stato il promotore e l’organizzatore di questa grande manifestazione. L’aveva costruita nei mesi precedenti con incontri e manifestazioni locali e l’evento era cresciuto assieme alla mobilitazione dei giovani e dei partiti della sinistra contro la guerra americana in Vietnam. La manifestazione fu un grande successo, ma Loris non c’era. Lo ricordarono nei loro interventi sia il Sindaco Walter Ceccaroni che Occhetto e la piazza gli tributò un caloroso riconoscimento alla memoria.

Loris era diventato Segretario provinciale della FGCI nella primavera del 1965, appena diciottenne (era nato il 4 aprile 1947). Si era formato politicamente dirigendo la FGCI di Santarcangelo e subentrò alla direzione della FGCI riminese a Primo Ghirardelli (che l’aveva guidata dal 1963). La FGCI in quegli anni contava un migliaio di iscritti, fra cui molte centinaia di studenti delle scuole medie superiori riminesi.

Loris partecipò attivamente alla vita delle associazioni giovanili riminesi degli anni ’60, organizzata attorno a circoli di diversa estrazione culturale: Circolo Gobetti (sinistra storica), Circolo Astrolabio (area laico azionista), Circolo Maritain (cattolici del dissenso), Circolo Anti-H (pacifismo), Gioventù Studentesca (cattolici), Gioc e Acli (operai cattolici). Oltre naturalmente le federazioni giovanili dei partiti.

Loris perse l’avvio delle agitazioni studentesche a Rimini nell’autunno 1967, perché ad ottobre 1966 era stato costretto a partire per il servizio militare (e rientrò a Rimini solo a maggio del 1968). Alla direzione della FGCI in quell’anno e mezzo della sua assenza lo sostituì Giorgio Giovagnoli.

Rientrato a Rimini, Loris si riprese la direzione provinciale della FGCI e si immerse nel tumultuoso sommovimento che il ’68 stava accendendo nelle scuole e nella società italiana. Con GiovagnoliNando Piccari, Nenè MercantiVittorino CagnoniMarco AlbonettiAngelo EmoWalter MorettiStefano Cevoli, Roberto Battaglia, Soldati guidò con capacità e spirito organizzativo la FGCI riminese, radicandola nelle scuole e nelle fabbriche riminesi.

Sono i mesi anche della discussione nazionale su cosa fare della FGCI: se rimanere una organizzazione di partito o sciogliersi nel tumultuoso movimento giovanile che stava “ribaltando” l’Italia. Loris fu affascinato (così come Petruccioli in quei mesi del ’68 segretario nazionale della FGCI) per un certo periodo da questa possibilità di sciogliersi dentro il movimento. Ma poi sull’onda della mobilitazione contro la guerra in Vietnam, tornò ad occuparsi a tempo pieno dell’organizzazione giovanile comunista.

Nell’estate del 1968 partecipò con una delegazione di giovani riminesi al Festival Mondiale della Gioventù a Sofia, in Bulgaria (dal 28 luglio al 6 agosto). All’8° Congresso del PCI riminese (dal 3 al 5 gennaio 1969) Loris entrò nel Comitato Federale. I suoi rapporti con i massimi dirigenti comunisti riminesi (da Ceccaroni a Pagliarani, da Alici a Randi, da Zaffagnini a Ghirardelli) erano ottimi e si stava profilando per lui un impegno di responsabilità nella Federazione.

Primo Ghirardelli su Ordine Futuro, il periodico della FGCI riminese, scrisse (aprendo 4 pagine di ricordi dei compagni e amici di Loris): “Era un testardo senza uguali ed è con questo suo tratto caratteristico che si era inserito fra i mille e mille militanti rivoluzionari (…) Loris era uno di noi, chiaro come il sole. I combattenti rivoluzionari perdono un compagno che in quattro anni di milizia ardente e totale aveva dimostrato a se stesso e a tutti noi come la dedizione comunista sia una causa ineguagliabile. Ciò che possiamo e dobbiamo fare è di raccogliere il senso della sua vita e continuare a lottare per cambiare questo mondo ingiusto in un modo nuovo. Così , potremo dire che Loris è vivo perché noi siamo vivi e continuiamo con le sue e le nostre rosse bandiere la lotta per un mondo che veda i suoi figli intenti a sorridere ed a costruirsi un destino sempre più degno di essere amato e vissuto”.

Marco invece scrive: “La personalità di Loris era trascinante. La sua volontà di fare e di ricercare, la sua vitalità continua e instancabile, era uno studio costante all’attività, al ‘fare ma fare politica’, a ricercare assieme tutti gli strumenti e i modi per allargare la nostra lotta rivoluzionaria”.

Poi Patrizia: “Forse alcune volte non sei stato capito, ma in compenso sei stato ammirato e stimato da tutti. Tutti ti volevano bene”. E Giorgio: “Noi, anche se il tempo farà sfiorire il ricordo della Sua immagine, lo avremo sempre presente come giovane che ha dedicato i suoi soli vent’anni, con la tempra di un uomo maturo, alla causa degli sfruttati, della libertà, della giustizia, per un mondo migliore in cui tutti potessero essere uguali”.

Al suo funerale a Santarcangelo, in una giornata piovosa, parteciparono migliaia di persone, che attente seguirono i saluti del Sindaco Filippo Tassinari, di Nando Piccari per la FGCI e del segretario della Federazione comunista Zeno Zaffagnini.

Piccari, nel pezzo che citavamo all’inizio, lo conclude così: “Cosa farebbe oggi Loris? Sento di poter rispondere che anche lui, magari con la pancetta e un po’ di calvizie a stemperare quell’aspetto di ‘bel tenebroso’, sarebbe ancora oggi qui con noi, a cercare di non perdere contatto con la parte migliore del mondo”.

Ventidue anni sono pochi per morire, ma gli ultimi cinque anni vissuti da Loris, furono intensi e di grande impegno. Da giovane, con i giovani e per i giovani. Con le loro ansie e le loro aspettative per un futuro migliore. Loris Soldati riuscì certamente a vivere pienamente la sua breve vita, e a lasciare una traccia del suo idealismo e delle sue scelte politiche anche negli anni susseguenti la sua scomparsa.

Ma la domanda che si pone Piccari (“Cosa farebbe oggi Loris?”) è quanto mai stimolante nel momento in cui provassimo ad attualizzarla all’oggi, pensando ai giovani ventenni di questo 2016.

Loris il mondo voleva cambiarlo: è ancora un tema questo per una discussione sull’impegno personale? Sarebbe interessante una risposta dai giovani che oggi militano nella Gioventù democratica del PD.

Paolo Zaghini

1

25-31 gennaio 1966. Roma. XI Congresso Nazionale del PCI. Da sinistra. Nino Vasini, Loris Soldati

2

1966. Rimini, Sala dell’Arengo. Loris Soldati è il primo a sinistra; al centro, Nicola Pagliarani

3

3-5 gennaio 1969. Rimini, Sala dell’Arengo. IX Congresso della Federazione Comunista Riminese. Da sinistra, Franco Mazzocchi, Loris Soldati, Giorgio Giovagnoli, …, Enrico Gnassi

4

3-5 gennaio 1969. Rimini, Sala dell’Arengo. Loris Soldati interviene al IX Congresso della Federazione Comunista Riminese

5

15 marzo 1969. Santarcangelo, Casa del Popolo. Picchetto d’onore alla camera ardente di Loris Soldati. Da sinistra, Vittorino Cagnoni, Giorgio Giovagnoli, Nando Piccari, Marco Albonetti

6

15 marzo 1969. La bara di Loris Soldati portata a spalla nel centro di Santarcangelo verso il Cimitero