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Dalla siccità alle frane, prepariamoci in tempo al peggio

Non è nemmeno trascorso un mese da quella precedente e Angelo Borrelli, il nuovo Capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, ha emesso una nuova “circolare di avvertimento”. Le ha messe sotto forma di “raccomandazioni”, ma a livello delle competenze e delle responsabilità locali, non possono che essere prese come vere e proprie disposizioni in materia di prevenzione dei danni dovuti ad eventi meteo e alle criticità idrauliche ed idrogeologiche.

“Dopo un’estate caratterizzata da caldo, scarsità di piogge e incendi – scrive Borrelli – è necessario prepararsi al meglio per affrontare il maltempo autunnale che potrebbe determinare effetti pesanti sulla popolazione e sul territorio.

Peraltro le fessure che si sono aperte nei terreni per la gran siccità estiva e la perdita di suolo fertile e di vegetazione nelle numerose aree interessate dagli incendi boschivi, possono favorire fenomeni di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge autunnali intense o prolungate, l’erosione del terreno e il possibile innesco di frane o di caduta massi“.

E’ quindi di fondamentale importanza che i Piani di emergenza, in particolare quello del rischio idrogeologico, vengano costantemente aggiornati. Inoltre è necessario che tutti i soggetti coinvolti nella gestione siano preparati, anche attraverso esercitazioni, e che la cittadinanza sia informata sui corretti comportamenti da adottare prima, durante e dopo un evento. Le Regioni (e le Province, per quanto di competenza) devono fornire un adeguato supporto di natura tecnica ai comuni per l’individuazione delle aree a rischio.

Tutto ciò comporta un forte coordinamento a livello locale fra competenze regionali e comunali, visto che la Provincia, col passaggio delle funzioni, è fuori gioco. I soggetti interessati sono il Centro Operativo Comunale di Rimini, i Centri Operativi Intercomunali alta Valmarecchia, bassa Valmarecchia, Valconca e Riviera del Conca, coordinati nell’ambito dell’Ufficio Unico del Sistema di Allertamento, istituito presso il Comune capoluogo, e l’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile.

A livello locale, come si è più volte sottolineato, non si è all’anno zero, anzi, la struttura ha raggiunto un livello strutturale e organizzativo notevole: l’Agenzia e le nuove norme regionali, i Centri Operativi Comunali ed Intercomunali coordinati dal già citato Ufficio Unico del Sistema di Allertamento, il sistema del volontariato. Cosicché la “raccomandazione” che il sistema di monitoraggio, vigilianza e allertamento locale sia portato a compimento secondo le direttive nazionali qui ha ricevuto una risposta immediata e ampiamente positiva.

C’è un passaggio della nota del Capo Dipartimento, che spinge fortemente sul concetto di coordinamento, che è particolarmente significativo ed interessante per la funzionalità del sistema. Laddove Borrelli indica che le attività di previsione e di monitoraggio e sorveglianza vanno raccordate con quelle di contrasto degli eventi, di mitigazione dei possibili danni e di eventuale gestione delle emergenze. Questa forma di coordinamento fra Prefetture, Regione (Agenzia), Comuni (UUSA, COC, COI), Enti gestori dei servizi essenziali e sistema del volontariato è fondamentale per rendere l’azione, oltre che efficiente anche efficace e risolutiva.

E’ auspicabile che nei prossimi giorni, in vista della “stagione delle piogge”, siano attivati i presidi territoriali, i centri operativi, ed i diversi tavoli di coordinamento, per una valutazione attenta e l’applicazione puntuale della circolare del Capo Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.

Riziero Santi
Delegato provinciale
politiche di Protezione Civile

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