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Essere giovani a Rimini senza soldi e senza sogni


3 Giugno 2019 / Paolo Zaghini

“Poveri giovani! Ricerca sulla situazione della popolazione giovanile a Rimini” Coordinamento della ricerca: Isabella Mancino e Virginia Casola – Caritas Diocesana Rimini

“I sogni sono importanti. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato: non potrà capire la vita, la forza della vita. I sogni ti svegliano, ti portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità”. Così Papa Francesco l’11 agosto 2018 alla veglia per il Sinodo dei giovani al Circo Massimo di Roma. Come spesso gli accade, la sua sensibilità lo porta al cuore del problema: questa società sta uccidendo i sogni della maggioranza dei suoi giovani.

La Caritas di Rimini, tra gennaio e maggio 2018, ha intervistato (attraverso un questionario) 508 giovani riminesi tra i 18 e i 35 anni (54,7% ragazzi e 45,3% ragazze), compilati 164 presso il Centro per l’Impiego, 254 in diverse scuole superiori, 48 durante un evento in piazza, 22 nei centri giovani, 20 nelle Caritas parrocchiali.

Scopo dello studio è stato conoscere meglio i giovani della nostra città: la loro situazione lavorativa, familiare, come trascorrono il tempo libero, se hanno delle difficoltà, dei sogni, se conoscono cosa il territorio ha loro da offrire. Ne sono emersi dati molto interessanti che possono essere di grande aiuto per gli adulti che si interfacciano con i giovani, per le Istituzioni e i giovani stessi. La ricerca è stata coordinata dall’Osservatorio e dall’equipe giovani Caritas con la collaborazione del docente Alessandro Martelli della Facoltà di sociologia di Forlì.

A ottobre 2018 i risultati della ricerca sono stati presentati nel corso di un incontro pubblico, assieme al quaderno in cui sono state sintetizzate tutte le varie tematiche emerse. Dispiace che Chiamamicitta.it non abbia dedicato a questo evento una sola riga, ma ripeto qui quello che più volte abbiamo chiesto alla Caritas e alla Diocesi: di poter ricevere anche noi i loro comunicati. Riteniamo che la loro azione in Città sia importante e ne vogliamo dare testimonianza anche sulle nostre pagine virtuali. Chiediamo troppo?

Detto ciò, tornando al rapporto, ci ha colpiti l’affermazione costantemente ripetuta che sono “i giovani i più colpiti dalla povertà”. Scrive nell’introduzione il Presidente di Caritas Mario Galasso: “Un giovane povero è un giovane che non investe nell’educazione, che non può permettersi uno sport, che non va in vacanza. E’ un giovane che ha scarse possibilità di trovare un lavoro, e quando lo trova è sottopagato, di uscire dalla propria casa di origine e fare famiglia. E’ quello che a livello europeo viene chiamato il fenomeno dei NEET, giovani privi di lavoro e fuori dal circuito educativo”.

Ma quanti sono i giovani: secondo l’ISTAT nel 2018 in Italia i giovani fra i 18 e 35 anni sono 11 milioni e mezzo, pari al 19,1% della popolazione totale. Nel Comune di Rimini i giovani, sempre fra i 18 e i 35 anni, sono 25mila, pari al 16,9% della popolazione.

I giovani disoccupati, fra i 15 e i 34 anni, nel 2017 erano pari all’11,2% a livello nazionale. Nella provincia di Rimini il 10,2%.

Solo il 19,1% dei giovani intervistati lavora: il 7,3% ha un contratto a tempo determinato, il 4,5% a tempo indeterminato, il resto svolge lavori precari. A questi si deve aggiungere un 32,7% di giovani che lavora solo durante la stagione estiva (sono 173 su 508 intervistati).

Il 48,6% di questi occupati ha un rapporto di lavoro in nero (24,3%) o parzialmente in nero (24,3%). “Per chi è cresciuto a Rimini non c’è la concezione del lavoro nero, quanto piuttosto del si è sempre fatto così! Se vuoi lavorare questi sono gli orari”.

Inoltre quello che emerge è che avere una laurea non è più garanzia per una occupazione certa.
Fra gli intervistati solo il 4,3% è coniugato. Il 71,3% vive con i propri genitori. Solo il 5,7% ha figli.
Solo 2,7 giovani su dieci desiderano sposarsi; 3,3 avere dei figli e 1,7 andare a convivere. Il 20,3% dei giovani intervistati individua la famiglia come causa della povertà, intesa sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista affettivo e morale.

Il 20% dei giovani si trova in una situazione di povertà (105 ragazzi), “in quanto loro stessi, o le loro famiglie, non sono in grado di pagare bollette e/o canone d’affitto. Coloro che sono maggiormente in difficoltà sono i giovani dai 29 anni in su, quelli cioè che stanno cercando di costruirsi una propria famiglia, soprattutto perché i canoni di affitto del riminese, sono troppo elevati a fronte di stipendi precari o inesistenti”.

Intervistato l’Assessore alle politiche giovanili del Comune di Rimini Mattia Morolli ha dichiarato: “la povertà si riscontra in situazioni familiari definibili e non la si nota a livello di beni o vestiti, piuttosto da una incapacità di attivare rapporti fruttuosi nelle proprie comunità. I giovani in situazione di povertà vengono da famiglie con pochi strumenti e poca tranquillità (…). Credo bisognerebbe lavorare congiuntamente fra Comune, mondo del sociale e ASL, dando vita a un vero e proprio cordone umanitario”.

Chiudiamo riprendendo ancora le parole di Mario Galasso: “La povertà è un fenomeno più pervasivo e diffuso rispetto agli scorsi anni. Il dato allarmante è che le persone più penalizzate non sono solo gli anziani, i pensionati, come nel passato, ma i giovani. E mentre in Europa la povertà giovanile è in declino, in Italia è in aumento. Questo è il vero dramma del nostro paese!”.

Paolo Zaghini