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Foto, atto d’amore: Gabriele Grossi da New York a Riccione


8 Marzo 2017 / Nicola Lucarelli

Si può fermare il tempo? E’ possibile rendere un momento della nostra vita immortale? Oltre alla nostra memoria esiste anche uno strumento che ci ha accompagnato per secoli e continua a farlo anche adesso: la fotografia.

Il primo a sperimentare questa tecnica è stato il francese Joseph Nicéphore Niépce nei primi anni del XIX secolo. Da allora, però, ne è passata di acqua sotto i ponti e la camera oscura, l’ottica, la chimica fotografica e i rullini hanno lasciato il posto a macchine fotografiche digitali ultramoderne, grazie alle quali possiamo ammirare la bellezza e nitidezza delle nostre foto in maniera istantanea.

Meglio o peggio? Sicuramente diverso e per questo molto interessante e degno di approfondimento. In questa società 2.0, però, esistono ancora fotografi che provano a divertirsi con l’obiettivo come succedeva un tempo, spinti da una irrefrenabile voglia di scoprire qualcosa di nuovo, di diverso. Fotografi come il riccionese Gabriele Grossi (classe 1976), laureato in legge, ma con una grande passione per il mare e la fotografia appunto.

Grossi, dopo un periodo trascorso a New York, è ritornato a vivere in Italia per organizzare una mostra fotografica intitolata ‘I remEmber the sea’. Questa mostra, che è stata allestita in comune e durerà fino al 15 aprile, ne comprende anche un’altra: ‘Il Mare in una polaroid’ (una serie di fotografie polaroid scattate tra il 2009 e 2013). Il fotografo riccionese ha esposto le sue opere in tutto il mondo, e si è fatto conoscere tra gli appassionati dell’obiettivo e non solo, grazie anche all’uso di una particolarissima tecnica fotografica: la stenopeica.

"Autoritratto" di Davide Grossi: la foto è stata realizzata con la macchina stenopeica e fa parte della serie 'I remember the sea'

“Autoritratto” di Gabriele Grossi: la foto è stata realizzata con la macchina stenopeica e fa parte della serie ‘I remember the sea’

Grossi, che cos’è esattamente la stenopeica o foro stenopeico? Sono molti i fotografi che usano questa tecnica?

«La serie fotografica ‘I remEmber the sea’ (di cui due fotografie sono esposte al Comune di Riccione), è stata creata con una macchina fotografica stenopeica acquistata a Londra nel 2008 in un negozio di gadget e giocattoli. La particolarità di questa macchina è la sua essenzialità e cioè di fatto è una scatola in cui viene alloggiato il rullino. Attraverso un foro la luce viene catturata dalla emulsione sensibile del rullino e restituisce un’immagine spesso sfuocata della realtà. Ho trovato questo tipo di immagini adatte a riflettere il mio rapporto con il mare, fatto di ricordi non sempre nitidi ma preziosi e dai colori pastello».

Cos’è la fotografia per Gabriele Grossi?

«La fotografia è un atto d’amore. Ritraggo soggetti che attirano la mia attenzione e quindi posso dire che è una celebrazione di ciò che istintivamente percepisco».

Foto di Grossi in una mostra collettiva a New York nel 2016 intitolata 'The Summer show'

Foto di Grossi in una mostra collettiva a New York nel 2016 intitolata ‘The Summer show’

La fotografia quando è entrata a far parte della sua vita?

«Il desiderio di fotografare si è affacciato nella mia vita quando stavo per laurearmi in legge».

Si sente artista o più un tecnico della fotografia?

«Ho approcciato alla fotografia da autodidatta e credo, ancora oggi, di non potermi definire un fotografo nell’accezione tecnica del termine. Mi piacerebbe che fossero le mie opere a restituire all’esterno una immagine di me e del mio approccio fotografico».

Una foto della serie esposta in Comune a Riccione intitolata 'I remember the sea' ed è intitolata "Uomo con bambino"

Una foto della serie esposta in Comune a Riccione intitolata ‘I remember the sea’ ed è intitolata “Uomo con bambino”

Per fotografare usa anche la macchina Polaroid, vero? L’istantanea è tornata di moda?

«La Polaroid è da sempre una mia grande passione. L’immediatezza e l’unicità dei suoi scatti rappresentano una grande magia. Ad oggi un gruppo di entusiasti continua a produrre le pellicole affinché questa meraviglia non scompaia, intuendo, a mio avviso, una esigenza artistica che difficilmente tramonterà».

Quali sono i soggetti delle sue fotografie?

«Ogni mio progetto fotografico inizia con lo studio e l’osservazione di ciò che veramente attira la mia curiosità e mi emoziona. Il passo successivo è decidere la componente estetica adatta a rappresentare l’idea. Da questo momento in poi tutti i soggetti che rientrano in questa scelta diventano protagonisti. Discorso a parte meritano le fotografie astratte che sono frutto di una ricerca sulla luce e quindi su un protagonista onnipresente ma immateriale».

"Manifestazione della forma". Dice Grossi: "A questa opera sono particolarmente legato perché ho avuto l'onore di esporla in una mostra a New York nel 2016 presso la galleria Gr gallery assieme ad opere di grandi maestri dell'arte come Bruno Munari o Victor Vasarely"

“Manifestazione della forma”. Dice Grossi: “A questa opera sono particolarmente legato perché ho avuto l’onore di esporla in una mostra a New York nel 2016 presso la galleria Gr gallery assieme ad opere di grandi maestri dell’arte come Bruno Munari o Victor Vasarely”

Cosa ha imparato nei suoi viaggi e nella sua permanenza a New York?

«L’esperienza newyorkese è stata una grande scuola di vita che ha allargato, in maniera panoramica, la mia percezione dell’arte, dell’amicizia, della solitudine e dell’amore. New York è una città con una così alta densità abitativa che ha innescato incontri con personalità estremamente differenti e mi ha lasciato pochi ma preziosi amici con cui mi sento regolarmente».

Perché ha deciso di tornare in Italia?

«Il mio ritorno in Italia è avvenuto quando ho capito di dover aiutare la mia famiglia a fronteggiare un periodo difficile».

Nel 2015 alcune foto di Grossi sono state scelte come sfondo per la prestigiosa rassegna internazionale  "Il volo del jazz' di Sacile. Qui ullo sfondo è proiettata una opera che appartiene alla serie 'Naos view'  intitolata 'Naos view #1' come omaggio ad una stella supergigante blu appunto chiamata Naos

Nel 2015 alcune foto di Grossi sono state scelte come sfondo per la prestigiosa rassegna internazionale “Il volo del jazz’ di Sacile. Qui ullo sfondo è proiettata una opera che appartiene alla serie ‘Naos view’ intitolata ‘Naos view #1’ come omaggio ad una stella supergigante blu appunto chiamata Naos

Mi parli della sua mostra a Riccione…

«Le opere esposte nel Comune di Riccione rappresentano un omaggio al mare. La mostra si compone di due fotografie di grande formato relative alla serie ‘I remEmber the sea’ che ho scattato appena tornato da New York e da 11 istantanee appartenenti alla serie ‘Il mare in una Polaroid’. Ringrazio l’amministrazione comunale per l’opportunità e per aver aperto un dialogo con la mia ricerca artistica».

Questa fotografia appartiene alla serie: 'New York and the street carillon' , e' stata scattata nel 2009 ed e' intitolata 'Coney island'

Questa fotografia appartiene alla serie: ‘New York and the street carillon’ , è stata scattata nel 2009 ed è intitolata “Coney island”

Quali sono i suoi prossimi progetti?

«Ogni giorno cerco di aggiungere un tassello a questo grande mosaico in continuo divenire. Il mio unico obiettivo è quello di trasformare quotidianamente la vita stessa in un’opera d’arte».

Questa fotografia astratta appartiene alla serie 'About the day and the exact time' ed è intitolata : 'domenica 19 dicembre 2004, 21:55'.  Il titolo rispecchia esattamente il giorno e l'ora in cui è stata scattata come omaggio al tempo e alla sua irripetibilità

Questa fotografia astratta appartiene alla serie ‘About the day and the exact time’ ed è intitolata “Domenica 19 dicembre 2004, 21:55”.
Il titolo rispecchia esattamente il giorno e l’ora in cui è stata scattata come omaggio al tempo e alla sua irripetibilità

Nicola Luccarelli