Non se ne può più. La svolta della Soprintendenza ai beni culturali sui dehors fa sbottare il Comune di Rimini. Le lettere che stanno arrivando e minacciano di arrivare a decine da Ravenna – almeno un’ottantina le posizioni a rischio – impongono di smontare per l’inverno gazebo e ombrelloni, ma perfino sedie e tavolini dalle vie e piazze del contro storico. E allora l’assessore alle attività economiche Jamil Sadegholvaad dice “basta”.
“Tre anni fa – ricorda l’assessore – sui dehors abbiamo varato un regolamento. Quel testo lo abbiamo scritto a quattro mani, noi e la Soprintendenza, recependo tutte le loro indicazioni. Ora non è accettabile che la Soprintendenza se ne arrivi con interpretazioni che vanno contro quel regolamento. E’ inaccettabile l’incertezza in cui vengono precipitati decine e decine di operatori, che hanno investito fior di quattrini in queste strutture”.
E ancora: “Il singolo che abbia commesso degli abusi va ovviamente perseguito e questo facciamo. Ma non si possono colpire indistintamente tutti quanti. Negando, per esempio, che un dehors possa essere annuale. Questa possibilità è prevista nel regolamento del Comune di Rimini e non può ora essere cancellata, come sta avvenendo in questi giorni per tutti coloro che devono rinnovare i permessi. Stanno ricevendo lettere tutte uguali, fotocopie”.
Quindi: “Se il Soprintendente ha deciso che a Rimini i dehors devono essere rasi al suolo, allora si candidi alle elezioni. Vedremo se i cittadini lo sceglieranno come sindaco e allora potrà mettere in pratica il suo orientamento. Noi rispettiamo le istituzioni e le loro competenze, ma qui si deborda”.
“Oltre alle norme, è lo stesso buon senso – sottolinea Sadegholvaad – a dirci che quelle strutture sono innanzi tutto dei presidi sociali, dei vaccini contro il degrado. Lo dice perfino il Ministero dell’Interno nel suo protocollo Safe&Security. Ma vi immaginate certe piazzette di Rimini d’inverno senza nessuno di fuori? E’ la condanna alla desolazione”.
L’assessore non manca di far notare che in qualsiasi piazza storica d’Italia sia piena di installazioni simili, da Roma Venezia, da Firenze a Verona, “situazioni certo di non minor valore rispetto a Rimini”. E invece da queste parti rischia di saltare tutto. Perfino il presepe di sabbia sul porto: “A quanto pare la Soprintendenza non vuole più il tendone. Se sarà così, l’operatore per quest’anno sarà costretto a rinunciare; un’attrazione anche quella molto importante per tener viva la zona d’inverno”.
“Incomprensibile” è la definizione che ricorre nei tanti casi citati dall’assessore. Ombrelloni che un anno devono avere il palo centrale, l’anno dopo laterale; misure dei paraventi che cambiano a ogni rinnovo. “E in occasione di un mercatino di Natale – dice ancora – ci erano arrivate indicazioni perfino su quanti punti food mettere. Ma queste cose non spettano alle Soprintendenze. Non sono fra coloro che le vorrebbe abolire, anzi. Vogliamo collaborare e lavorare assieme. Però noi difenderemo con ogni mezzo questi operatori che arrivano in Comune letteralmente disperati”.
Al privato che si ritrova in queste situazioni non resta che il ricorso al Tar. Il quale, peraltro, finora ha mostrato un’orientamento addirittura opposto a quello della Soprintendenza di Ravenna guidata dall’architetto Vincenzo Napoli. Nell’accogliere il ricorso di un operatore balneare di Riccione riguardo una struttura sulla spiaggia in inverno, il tribunale amministrativo ha addirittura messo in dubbio che il parere del Soprintendente sia vincolante: una vera bomba sotto la sua sedia, visto che invece finora Ravenna ha avuto potere di vita e di morte su ogni autorizzazione riguardante beni culturali, storici e ambientali.