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L'ultimo e modernissimo sotto la scalinata comunale di palazzo Garampi fu abolito nel 2012, ma forse ingegnosi extracomunitari inventeranno il ‘Vu pissà?'


Il mistero dei vespasiani spariti da Rimini


22 Settembre 2024 / Giuliano Bonizzato

L’attuale carenza di servizi igienici pubblici in una città che durante la stagione estiva quadruplica il numero dei propri abitanti, evoca in me il ricordo dei vespasiani di Piazza Malatesta e dei Giardini Fellini, improvvisamente eliminati quarant’anni fa per ragioni avvolte tuttora nel mistero. Le stesse ragioni che più o meno nello stesso periodo condannarono a morte perfino l’elegante bunkerino scintillante di marmi variopinti in Piazza Ferrari che, a causa delle scalette, i turisti distratti scambiavano regolarmente per l’ingresso a una metropolitana.*

Per non parlare del modernissimo cesso elettronico, posto sotto il voltone della scalinata dalla quale si accede a Palazzo Garampi, giustiziato senza processo nel 2012 nonostante gli indubbi vantaggi economici recati al Comune dal momento che l’accesso, consentito da una modesta monetina da venti centesimi, non prevedeva però la restituzione del resto di quelle di maggior importo. Così che in caso di urgente necessità anche i due Euro potevano essere ghigliottinati.

Ciò che più mi stupisce è che Palazzo Garampi abbia ritenuto di risolvere il problema disponendo che (art. 52 del Regolamento di Polizia Urbana) “I titolari degli esercizi pubblici attivi nel territorio comunale, tenuto conto della vocazione turistica della città ed in considerazione del notevole afflusso di turisti durante tutto il corso dell’anno, dovranno adoperarsi affinché venga garantita la massima fruibilità dei loro servizi igienici. (sanzioni da euro 50,00 a Euro 300,00.)”

Purtroppo (e proprio a causa del grande afflusso turistico legato ai nostri attrattivi eventi estivi e ai mercati affollatissimi) non c’è bar che tenga o che, per meglio dire, la faccia tenere. Già. Perché a causa di certe interminabili ‘file’ davanti a una unica toilette (dopo la coda obbligatoria, per il caffè) c’è chi, incalzato da incomprimibili pressioni idrauliche, esce di corsa dal locale rischiando di commettere subito dopo atti contrari alla pubblica decenza (art. 726 c.p.).

Neppure i cessi biologici smontabili predisposti qua e là in occasione dei più oceanici eventi musicali rappresentano una valida soluzione. Alzi la mano chi è riuscito a localizzarli nel momento del bisogno.

Da qui l’intervento dei soliti ingegnosi extracomunitari che, durante la Molo Street Parade (discoteca a cielo aperto con afflusso di circa 200.000 fruitori) mettono a disposizione dei consumatori seriali di birra un enorme pitale artisticamente decorato per la modica cifra di un euro nonché (a richiesta per la privacy) il ‘poncho’ reso celebre da Clint Eastwood in “Per un pugno di dollari”.
Troppo bello per essere vero.
Ma potrebbe comunque succedere.
Le vie della iniziativa privata sono infinite.
–‘Vu pissà?
(Col Poncho: un euro e cinquanta.)

Giuliano Bonizzato

*“Tutto intarsiato di marmi rari
è il vespasiano di Piazza Ferrari
oasi di pace racchiusa nel verde
che custodisce milioni di m…
Molti turisti tra i più distratti
da quelle scale vengono attratti
scendon credendo vi sia un metrò
e invece trovano solo popò”
(da “ Il Goliardo” 1961.)