I.P.
“La nostra missione è preparare gli studenti ad affrontare le sfide di una società globale in continua evoluzione”. Questo l’obiettivo della International School of Rimini, via Santa Chiara 40, che si prepara a presentarsi a tutta la cittadinanza con l’Open Day di giovedì 18 novembre.
Un momento suddiviso in tre tappe per illustrare gli altrettanti ordini di insegnamento proposti dall’istituto: scuola dell’infanzia EARLY YEARS per bambini da 3 a 6 anni (ore 9-30-10.30), scuola primaria ELEMENTARY dai 6 ai 12 anni (ore 11-12) e scuola secondaria di primo grado MIDDLE SCHOOL dagli 11 ai 16 anni (ore 14-15).
La dirigente scolastica Laura Munaro ci ha raccontato la storia e le peculiarità della International School of Rimini.
«La missione della scuola è fornire un ambiente inclusivo, stimolante e di supporto che permetta a tutti gli studenti di raggiungere il loro pieno potenziale – spiega la dirigente scolastica –. La scuola sta crescendo se si pensa che da quando è nata, nel 2018, siamo passati da 15 a 52 bambini iscritti. La novità di quest’anno è l’introduzione della classe prima media che crescerà via via con il tempo. I nostri punti cardine sono l’immersione linguistica inglese e un’attenzione particolare al percorso educativo».
La scuola è aperta a tutti o predilige studenti di origine anglofona?
«International School of Rimini è assolutamente aperta a tutti e la maggior parte dei nostri iscritti sono italiani. Poi ci sono famiglie miste, straniere o nuclei italiani che dopo aver trascorso un periodo all’estero hanno scelto per i loro figli di perseguire un percorso educativo con un’impronta internazionale».
Che tipo di approccio educativo viene attuato?
«L’approccio educativo si caratterizza attraverso l’indagine, la ricerca e il gioco. Se nel metodo tradizionale si seguono i programmi ministeriali, l’approccio all’apprendimento utilizzato nella nostra scuola segue il percorso di sviluppo e gli interessi del bambino, e si costruisce insieme, coinvolgendo il bambino in maniera attiva. Valori quali il senso di responsabilità e la cittadinanza vengono sviluppati attraverso la partecipazione dei bambini alle scelte educative, così il bambino diventa soggetto attivo nel processo di apprendimento. Gli obiettivi di apprendimento e le discipline restano le stesse di un percorso classico, ma le lezioni non sono prestabilite dall’insegnante, ma si costruiscono tenendo in considerazione le risposte dei bambini e le loro conoscenze e competenze. Per esempio, si può far comprendere l’importanza di una alimentazione sana partendo dalla considerazione di quanto la scelta degli alimenti possa influire su una dieta equilibrata e analizzando le proporzioni di un piatto equilibrato in forma di gioco. In termini di obiettivi didattici questo si traduce in concetti didattici che spaziano dalla matematica alle scienze, alla lingua e alla cultura».
E le valutazioni come vengono fatte?
«Tengono conto del bambino nella sua completezza, partendo dall’analisi delle competenze pregresse e valutando lo sviluppo durante tutto il percorso. Si considerano non solo le conoscenze ma anche e soprattutto le competenze: logiche, organizzative, comunicative, sociali ed affettive. Per noi i bambini non sono recipienti vuoti da riempire, ma soggetti competenti portatori di diritti che hanno un ruolo attivo nel percorso di apprendimento. I docenti hanno una formazione internazionale e sono qualificati sia nell’ambito di insegnamento ma anche delle tappe di sviluppo del bambino».
Cosa completa l’offerta formativa?
«Gli spazi curati affinché ogni luogo educativo sia un’opportunità per apprendere e uscite didattiche mirate e collegate al programma».
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