Fotografia e ottima piada, a Riccione è realtà. Infatti, poco più di un anno fa, nel centro della Perla Verde, il 42enne riccionese Emanuele Casalboni, titolare dello storico negozio di fotografia Foto Kino (aperto 60 anni fa da suo babbo Vasco e suo zio Tino), ha voluto aprire, all’interno del suo negozio un’altra attività: la Piada di Kino. Ma come si sposano piada e foto? Lo abbiamo chiesto a colui che ha avuto questa idea.

Emanuele Casalboni
Casalboni, perché hai voluto aprire una piadineria di fianco ad un negozio di fotografia?
«Negli ultimi due anni abbiamo completato questo tipo di attività legata alla fotografia con una piadineria stile vintage che ha ricette gourmet, che mantiene la tradizione di una volta. La cosa più importante della mia piada è quando si mette in bocca la piada si deve distinguere i sapori dei prodotti e soprattutto dell’impasto. Ci sono ancora le “azdore” che fanno la piada tirata con il mattarello, utilizzando due tipi di farine: una integrale e una di tipo 1 macinata a pietra. Volevo creare un locale come questo e così ho girato per Riccione, per cercare la zona in cui poterlo aprire. Non trovando un luogo idoneo, ho deciso di crearlo dentro il mio negozio di fotografia. Tu entri in piadineria, sul lato sinistro c’è la piada e sul destro la fotografia».
Chi è Kino?
«Kino vuol dire cinema in tedesco. Negli anni ’60, quando è stato aperto questo negozio, c’erano molti tedeschi e questo negozio dava il senso del cinema e della fotografia. Poi c’è stata un’evoluzione ed è arrivata la Piada di Kino».
Secondo lei, fotografia e piada possono essere venduti insieme?
«Sì, altrimenti non mi sarei buttato in questa avventura. Io ho molti clienti che devono stampare una fotografia e nel frattempo si fanno una piada, oppure ci sono quelli che mentre stanno gustando una piadina vogliono comprarsi una macchina istantanea, ricordarsi di stampare la fotografia del figlio o comprarsi un gadget. È un’idea vincente comunque».
Esistono altri locali come il suo?
«Credo che sia in Italia che nel mondo non esistono locali come il mio dove si abbina piada e fotografia. Ne esistono alcuni che comprendono bar e mostre fotografiche, però così specifico come il mio no».
Quante persone mandano avanti le due attività?
«In totale siamo in dieci. Sette più io, mia moglie e mia mamma in cucina e mio zio storico fotografo di Riccione».
Quali sono le piace che vanno per la maggiore?
«Sono tre: una con il crudo, formaggio di fossa e spinacino fresco e l’altra è salsiccia, bucciato romagnolo e cipolla caramellata, sardoncino arrosto, squacquerone e rucola».
È soddisfatto di come stanno andando le cose ad oggi?
«Sono molto contento, oltre le più rosee aspettative, soprattutto per quanto riguarda la piadineria. Sono abituato a fare le cose studiando molto. In questo caso, non ho studiato molto ma ho agito di istinto. Ho realizzato le ricette senza nemmeno provarle, ed ero già sicuro di certi tipi di farina, quindi ho fatto un percorso seguendo la pancia, per il gusto di farla e i clienti questa cosa l’hanno percepita fin da subito».
Nicola Luccarelli