In un emendamento alla manovra approvato stanotte arriva il via libera alla vendita della cannabis light in Italia. Fino ad oggi chi la commercializzava era esposto a rischi legati a controlli sulla quantità di principio attivo thc presente nella sostanza e capitava che qualcuno subisse sequestri da parte delle forze dell’ordine e pure procedimenti penali.
Si tratta del subemendamento che porta la firma di Loredana De Petris e Paola Nugnes (LeU), Monica Cirinnà e Daniela Sbrollini (PD), Francesco Mollame e Matteo Mantero (M5S).
L’emendamento modifica il testo unico per gli stupefacenti e stabilendo che sotto lo 0,5% di Thc la canapa non si può considerare sostanza stupefacente. Nelle norme applicate fino ad ora questa percentuale variava a seconda della fonte tra lo 0,2 e lo 0,5% e questo causavano non pochi problemi e fraintendimenti. Infine, l’emendamento, aggiunge che della canapa light non solo è possibile la coltivazione (già prevista dalla legge 242 del 2016) ma anche la vendita.
Se tutto viene approvato dal primo gennaio la norma sarà legge. Solo allora i gestori potranno tirare un sospiro di sollievo.
È un settore che vale 2 miliardi, che porta un gettito di quasi 500 milioni allo Stato e che può creare tra i 40 e i 60mila posti di lavoro.