La tragedia di Traversetolo: e tutti a chiederci come si può non vedere
22 Settembre 2024 / Lia Celi
Questa settimana le italiane si sono divise in due categorie: quelle che hanno seguito morbosamente gli sviluppi del caso di Chiara Petrolini e le bugiarde. L’agghiacciante doppio neonaticidio di Traversetolo coinvolge una molteplicità di figure femminili – una studentessa ventenne, sua madre, sua nonna, le amiche del cuore, la madre del fidanzato – all’interno di una famiglia normale, a sua volta all’interno di una piccola comunità apparentemente sana. Per questo sollecita e interroga le donne di tutte le età e status: tutte siamo state tutte ragazze, abbiamo avuto fidanzati e amiche del cuore, e ora molte di noi sono diventate madri, nonne o quasi-suocere. E in ognuna di queste vesti possiamo domandarci non solo com’è potuto succedere, ma anche di immedesimarci nei vari ruoli e domandarci cos’avremmo fatto se ci fossimo trovate in quella situazione.
Come avremmo affrontato a vent’anni una gravidanza indesiderata? Non avremmo fatto di tutto per evitarne un’altra? Come avremmo aiutato un’amica «nei guai»? E oggi, come madri, sappiamo tenere gli occhi aperti sui drammi segreti delle nostre figlie? Come mamme di maschi, e in collaborazione con i padri, abbiamo istruito a sufficienza i nostri figli riguardo alla sessualità responsabile, o pensiamo che il loro pisellino santo non vada turbato con certe preoccupazioni?
Se abbiamo esperienza di gestazione e di maternità, ci chiediamo sbalordite come sia stato possibile nascondere a tutti il pancione e i malesseri per nove, anzi, diciotto mesi; e partorire da sole senza un lamento, due volte; e poi incrudelire due volte su esseri che sono il massimo della vulnerabilità e dell’innocenza; e poi affrontare subito vita sociale, shopping, serate e viaggi in perfetta efficienza.
Ma ciò che sembra più incredibile è che la doppia gravidanza di Chiara Petrolini sia sfuggita a tutti, genitori, amiche, perfino al fidanzato che ci ha dormito insieme prima e dopo i parti. Traversetolo non è un contesto degradato, è un ricco paese della ricca Emilia, dove d’estate le ragazze non girano in burqa o gonnelloni etnici, ma in shorts e magliette aderenti, come dappertutto.
Non si può ancora escludere che l’enigmatica Chiara nascondesse un disturbo, un disagio psichico mai diagnosticato, e ci saranno perizie per chiarirlo. Ma quelli che le stavano intorno non potevano essere tutti ipovedenti o disturbati. Massimo Gramellini sul Corsera ha parlato di tragedia (anche) della solitudine: «Quando guardo gli altri, anche coloro che amo, li vedo davvero?».
Vabbè, si potrebbe malignare che se c’è un posto in cui non sorprende che la gente abbia il prosciutto sugli occhi è la provincia di Parma. Però vedere solo ciò che vogliamo vedere, anche e soprattutto nelle persone più care, è un problema generale. E se è così, viene da chiedersi perché ciò che tutti a Traversetolo si sono inconsciamente rifiutati di vedere è la cosa più naturale del mondo, una gravidanza. Forse in questa sconnessione collettiva dalla realtà, dalla biologia, dalla natura umana, dalla vita vera, si potrebbe trovare una delle premesse, se non delle ragioni, dei delitti di Chiara Petrolini.
Lia Celi