L’assistenza sanitaria a Rimini: un viaggio tra esperienze e riflessioni”
26 Settembre 2024 / Redazione
Negli ultimi tempi della mia vita, ho avuto bisogno di assistenza medica e sanitaria più spesso di quanto avrei immaginato. Questa situazione mi ha costretto, mio malgrado, a confrontarmi con il nostro sistema sanitario in più occasioni. Dopo otto anni di esperienza in questo ambito, mi sento in grado di condividere alcune riflessioni.
Medico di base
Inizio col mio medico di base e credo che non sia sbagliato far nome e cognome: Il Dr. Corrado Paolizzi. Non posso che esprimere un giudizio positivo nei suoi confronti. In questi anni, infatti, ha saputo creare un sistema di assistenza che è organizzato e assolutamente sostenibile.
Ha diviso infatti (solo idealmente) i suoi assistiti in due gruppi: uno che non ha familiarità con i mezzi elettronici per un dialogo a distanza e uno per coloro che invece li utilizzano. Questa scelta ha permesso a ciascuno di restare libero di decidere come interagire con lui.
Con questo modello di contatto ha reso semplice (e libera) la richiesta di visite mediche, che possono avvenire in diversi modi: presentandosi direttamente nello studio, telefonando, oppure inviando un messaggio su WhatsApp, sempre seguendo gli orari prestabiliti.
Questa flessibilità non ha tolto nulla alla disponibilità di servizi essenziali come per esempio le visite urgenti.
È importante, però che tutti comprendano l’importanza di seguire le regole.
La generazione o l’adozione di questo modello organizzativo ha prodotto risultati evidenti fin da subito: non si formano più quei capannelli di gente dentro lo studio e che talvolta continuavano anche fuori dallo studio come si vedevano un tempo.
Il concetto di assistenza è cambiato e dobbiamo adeguarci ai tempi perché siamo in tanti e i medici sono sempre meno.
L’evoluzione dell’assistenza non ha peggiorato la situazione del rapporto con i pazienti.
Per esempio, so che quei pazienti molto anziani e soprattutto senza assistenza di familiari vengono visitati ad intervalli regolari e questo dobbiamo dircelo, un tempo non sarebbe stato possibile organizzarsi in questo modo.
Infatti, é una formula sostenibile a patto che tutti gli altri pazienti si comportino secondo le regole stabilite dall’organizzazione dello studio.
Se chi ha la possibilità di dialogare attraverso i mezzi elettronici invece di farlo comincia a telefonare (tenendo occupato un centralino che ha già un carico notevole di lavoro) e insiste nel pretendere assistenza immediata e personalizzata o chiede cose a caso senza produrre le dovute informazioni necessarie per avere una risposta adeguata, questo paziente fa male allo studio e a tutti gli altri pazienti. E’ un po’ come se in una strada a senso unico qualcuno decidesse di percorrerla in senso inverso a suo piacimento.
Quindi è necessario educare la platea dei pazienti con messaggi informativi e continui (cosa che avviene regolarmente) ed educarsi a leggerli (perché sono certo che molti non li leggono e quindi sbagliano) e a sforzarsi di seguire le istruzioni.
Tutti devono capire che se qualcuno rallenta il sistema per pigrizia o peggio per arroganza, il sistema penalizza tutti.
Siccome c’è la possibilità di farsi seguire in più modi prestabiliti, non è ammissibile che qualcuno adotti questo o quel modo a seconda delle sue esigenze momentanee.
Quindi, del mio studio medico di base e soprattutto del mio medico di base, sono assolutamente soddisfatto.
Assistenza ospedaliera
Beh, non si può certamente dire che qui da noi le cose vadano male. E’ vero che c’è stato e c’è ancora qualche caso fuori dalle regole previste ma dobbiamo anche considerare la difficoltà a tenere il passo con le aumentate esigenze del nostro territorio, dovute, ahinoi, sia all’aumento di chi ha bisogno di assistenza sia all’aumento relativo alla stagione turistica della città.
Questi problemi si vedono e si sentono soprattutto quando si va a fare una prenotazione o quando si ha la necessità di dover ricorrere al Pronto Soccorso ( o P.S.)
Ma la questione è la solita. I medici del P.S. sono sempre gli stessi mentre il numero di assistiti aumenta o diminuisce come il mantice di una fisarmonica.
I medici non sono in un armadietto e al bisogno si fanno uscire per dare assistenza alla gente. I medici sono quelli e se devono assistere 50 persone al giorno è diverso che assisterne 150.
Ne vengono formati sempre dei nuovi ma stiamo pagando una scelta discutibile di tanti anni fa quando il numero di studenti di medicina vennero contingentati.
Questo dovrebbe essere di facile comprensione per tutti… ma sappiamo anche che c’è tanta gente che si lamenta per ogni situazione.
Personalmente ho imparato che molta gente è, mi dispiace dirlo, piuttosto egoista in questi casi perché si lamenta solo se sono loro a capitare dentro questa spirare di carenza assistenziale e diciamo anche che se dobbiamo dare dei giudizi positivi spesso lo facciamo per ristoranti o luoghi di vacanza mentre nel caso dei servizi alla persona che si ricevono in campo medico e ospedaliero siamo immediatamente pronti a rilasciare solo commenti negativi.
Questo è sbagliato sia nei confronti degli assistenti (medici infermieri o interi reparti) ma anche per gli assistiti (cioè quelli come me) che maturano in questo modo un’ansia negativa e pregiudiziale che non aiuta ad affrontare cure determinanti o complesse e non aiuta a migliorarsi.
Un plauso lo voglio fare sia ai servizi dell’AUSL che disarmano col suo lavoro e la loro efficienza ogni possibile generatore di critiche o di pregiudizio e anche coloro che partono sempre prevenuti. Anche agli sportelli dell’Ospedale di Rimini (che, ho potuto provare personalmente durante la richiesta di documentazione medica) non solo sono veloci e in grado di assistere il fruitore in ogni sua esigenza allo sportello ma addirittura escono dalla loro postazione per guidare coloro, nuovi o non avvezzi, alla procedura del pagamento attraverso le casse automatiche.
Posso dire che io non credo che ciò avvenga ovunque?
In conclusione, credo fermamente che il nostro sistema funzioni perché esiste un dialogo costante tra chi lo gestisce e chi lo utilizza. Dobbiamo tutti fare la nostra parte: chi è alla guida dell’assistenza sanitaria deve operare con integrità e competenza, mentre noi, come cittadini, dobbiamo vigilarne il funzionamento con la stessa onestà.
Luca Camposarcuno