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Attivato un gruppo di lavoro


Legacoop Romagna: nessun danno dal crash Microsoft


19 Luglio 2024 / Redazione

Le cooperative associate a Legacoop Romagna non hanno registrato particolari disservizi legati al crash informatico che ha coinvolto i server di Microsoft, assicurando alla clientela livelli ordinari di operatività. 

Da tempo, considerando anche i crescenti rischi di sicurezza legati alla pervasività delle piattaforme informatiche — in cloud e non solo — nelle aree più strategiche delle aziende, Legacoop Romagna e la sua struttura di servizi Federcoop Romagna hanno avviato un percorso di approfondimento legato ai temi della cybersicurezza, affidandolo a un gruppo di lavoro composto da tecnici, esperti di diritto e professionisti informatici.

Anche nel recente passato, infatti, l’intrusione di hacker e la diffusione di virus hanno causato problemi significativi all’attività di importanti strutture associate, bloccando gli stabilimenti produttivi e causando danni ingenti.

La perdita di dati, oltre tutto, è sottoposta alle regole stringenti del regolamento sulla privacy, che impone sanzioni significative per gli organi dirigenti che non applicano tutte le misure possibili per ridurre al minimo il rischio informatico.

«Stiamo preparando un evento specifico — spiega il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — con alcuni dei principali esperti in materia, ma oltre a ciò abbiamo avviato una verifica di quelle che sono le principali piattaforme in essere all’interno delle cooperative, grazie anche alla filiera cooperativa interna che si occupa di questo settore».

Il 4 luglio l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) ha presentato i dati del primo semestre 2024, evidenziando un aumento degli attacchi hacker e delle violazioni contro le imprese italiane. 

«Secondo l’ACN — prosegue Lucchi — il rapporto tra cybersecurity e imprenditoria in Italia è in uno stato critico. Dati dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica (Clusit) mostrano che l’Italia ha subito l’11% degli attacchi cyber mondiali, con un aumento del 65% degli attacchi gravi tra il 2022 e il 2023. Le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono il 99,6% del tessuto imprenditoriale italiano, hanno una bassa digitalizzazione (60,7%). Questo contesto aggrava la vulnerabilità delle PMI, soprattutto delle microimprese e dimostra che occorre attivarsi prima possibile per affrontare il fenomeno».