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Luigi Cavalli, il sindaco di Morciano che non volle mai lo stipendio


8 Febbraio 2017 / Paolo Zaghini

Quadrio “Dino” Muratori, allora proprietario ed editore de “L’Ape del Conca”, periodico morcianese, una delle più antiche testate giornalistiche della nostra Regione, avversario politico per lunghissimo tempo di Luigi Cavalli, nel numero del luglio 1972 gli dedicava un ampio profilo biografico. Da questo riprendiamo alcune notizie: “Luigi Cavalli è nato a Roma il 24 giugno 1902 [figlio di Francesco e Clarice Cipollini]. E’ venuto a Morciano all’età di 6 anni [risulta immigrato all’anagrafe morcianese il 12 ottobre 1909] e qui ha incominciato ad andare a scuola per terminare gli studi alla V.a elementare. Dopo aver fatto svariati lavori fin da bambino, all’età di 15 anni fu assunto dalla tipografia Gaspari; ma il suo carattere scontroso e l’insofferenza di stare agli ordini del datore di lavoro, gli fecero prendere la decisione di impiantarsi da solo con una piccola tipografia.
Nel 1920-1921 in Italia fu fondato il Partito Comunista e Luigi Cavalli fu uno dei primi ad iscriversi. Da allora la tessera “rossa” è stata sempre rinnovata. Durante l’ultima guerra egli stampava clandestinamente manifesti antifascisti: lo faceva con precauzione ed intelligenza tanto che le varie perquisizioni non hanno mai portato ad alcuna prova di colpevolezza.
E’ stato eletto Sindaco di Morciano subito dopo la guerra e cioè nel maggio 1945, incarico che ha mantenuto fino alle elezioni comunali del 1951; fu rieletto nel 1956, poi nel 1960 ed ancora nel 1964. E’ stato Sindaco fino alle elezioni del 1970 quando l’Amministrazione passò ai democristiani ed alleati.
Perciò per circa 20 anni è stato il reggitore del nostro Paese: senza consultazioni statistiche, pochi uomini possono vantare un simile primato”.

Luigi Cavalli raccontò la sua storia anche a Giorgio Giovagnoli nel 1980, che la riportò nel suo volume “Storia del Partito Comunista nel Riminese 1917/1940” (Maggioli, 1981): “Prima della costituzione del partito comunista d’Italia, io facevo parte del circolo giovanile socialista che contava all’incirca una trentina di aderenti. Alla costituzione del partito comunista tutto il circolo giovanile aderì al nuovo partito. (…) Noi giovani capimmo subito che il partito comunista era l’unico partito che, in quel momento, poteva dare garanzie migliori nella lotta contro il fascismo e per la risoluzione dei problemi per i quali ci si batteva”.

“La Penna Fascista” del 16 ottobre 1922 scrive: “Il signor Cavalli attualmente comandante di una squadra di arditi rossi, pare abbia l’incarico di somministrare anche i mezzi per l’acquisto di armi. Da oggi inizieremo un rastrellamento militare su vasta scala. (…). Siamo informati da tempo che fra Morciano e Coriano si sono concentrati i peggiori elementi del sovversivismo (…) un branco di teppisti che la notte infestano le campagne. E’ ora che questo indecente carnevale canagliesco cessi!”.

Luigi, assieme al fratello Armando (anche lui nato a Roma il 21 febbraio 1899 ed immigrato a Morciano alla fine del 1909), gestivano la propria tipografia collocata nei pressi dello stabilimento della Ghigi a Morciano. Nel 1927 Armando venne arrestato per attività comunista. Liberato non rientrò più a Morciano, ma si trasferì il 13 ottobre 1928 a Casalfiumanese, vicino a Imola. Ma la tipografia Cavalli continuò a stampare tutto il materiale di propaganda del partito nel riminese sia negli anni Venti che Trenta. Ed ancor più negli anni della guerra e dell’attività partigiana. Alla fine di settembre del 1943 fu costituito il CLN Valconca, presieduto da Gianni Quondamatteo. Luigi Cavalli ne era membro. Nel giugno 1944 divenne il responsabile del CLN di Morciano e il caposquadra del gruppo partigiano delle SAP morcianesi.

Il fratello Armando invece si arruolò, tra i primi, nella 8.a Brigata partigiana sull’Appennino forlivese nel settembre 1943. Il 17 aprile 1944, nel corso del grande rastrellamento antipartigiano, in uno scontro con i tedeschi a Corniolo, a pochi chilometri da Santa Sofia, venne ferito e catturato e di lui non si seppe più nulla.

Casalfiumanese “venne liberata da truppe americane e da soldati italiani della “Nembo” il 12 aprile 1945. Il CLN, presieduto da Luigi Baroncini, nominò alla carica di sindaco il partigiano Armando Cavalli e altri 4 membri della giunta amministrativa. Quando i nomi furono sottoposti al governatore militare inglese, questi non accolse la nomina del Cavalli perché ancora impegnato con la brigata che egli stesso comandava e al posto di sindaco indicò lo stesso Baroncini. (Purtroppo il Cavalli era stato trucidato dai nazifascisti a Santa Sofia di Romagna)”. (L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998). Il Municipio di Casalfiumanese ha intitolato una piazza ad Armando Cavalli e apposto un busto a lui dedicato.
Il 21 luglio 1951 venne emesso dal Tribunale civile di Bologna la sentenza di morte presunta.

Per l’attività di direzione della resistenza a Morciano e nella Vallata del Conca, Luigi Cavalli subito dopo la Liberazione, alla fine di settembre del 1944, divenne Sindaco su nomina dei responsabili militari Alleati.

Luigi si era sposato il 29 ottobre 1927 con Giuseppina Villa (nata a Morciano il 30 settembre 1904 e qui morta il 7 aprile 1970). La coppia non ebbe figli. La moglie lavorò sempre con il marito in tipografia.

Cavalli fu ininterrottamente Consigliere Comunale dalle prime elezioni del 7 aprile 1946 fino al 15 giugno 1975. Venne eletto Sindaco, a capo di una lista PCI-PSI, una prima volta il 7 aprile 1946. Poi alle elezioni del 27 maggio 1951 la lista PCI-PSI perse le elezioni (vinse la lista DC-PRI e Sindaco divenne il democristiano Arrigo Broccoli). Ma il 27 maggio 1956 e il 6 novembre 1960 le elezioni le vinsero nuovamente i comunisti e i socialisti: Cavalli venne rieletto Sindaco. E lo fu nuovamente il 22 novembre 1964 alla testa di una lista PCI-PSIUP (suo vice divenne il psiuppino Atos Berardi, futuro Sindaco per il PCI dal 1985 al 1990), Ed infine ancora solo consigliere comunale (in quanto la lista PCI-PSIUP perse le elezioni contro il raggruppamento di tutte le altre forze politiche: DC-PRI-PSI-PSU. Sindaco venne eletto il democristiano Marzio Belloni) nelle elezioni del 7 giugno 1970.

Scrive “Dino” Muratori nel numero di febbraio/marzo 1982 in occasione della sua morte: “Morciano, sotto il suo mandato, ha conosciuto il più lungo periodo di immobilismo che un paese possa sopportare”. Questa fu l’accusa che le opposizioni mossero costantemente a Cavalli. Ma lui in una intervista concessa al giornalista Duilio Cavalli (che non era suo parente) e pubblicata su “L’Ape del Conca” del marzo 1971 così ribatteva facendo un elenco delle cose su cui aveva lavorato e realizzato: “l’allacciamento al metanodotto. Questo progetto è nostro e noi ci siamo battuti senza risparmio per realizzarlo. Le scuole: per 16 anni abbiamo rinnovato la domanda per la edificazione del nuovo edificio delle elementari. Per ottenere i finanziamenti necessari abbiamo agito in stretta collaborazione con le minoranze. Però non s’è visto nulla lo stesso. In merito alla sede dell’unità sanitaria [messa a Cattolica e non a Morciano] è stata una scelta della Commissione provinciale. In relazione allo sviluppo di nuove industrie, abbiamo subito intuito che le difficoltà del Pastificio [Ghigi] erano gravissime e difficilmente superabili, ma per noi era difficile ogni azione. La “614” [la legge sulle aree depresse] l’abbiamo ottenuta noi dato che Morciano era circondata da una vasta zona considerata depressa, era un’isola senza riconoscimento e quindi priva dei vantaggi per una urbanizzazione industriale. Per l’acqua abbiamo messo tubi in ogni zona edificabile. Nell’acquedotto abbiamo speso circa 60 milioni. Potrei aggiungere numerose realizzazioni quali il nuovo campo boario, il nuovo campo sportivo, il progetto di illuminazione pubblica, l’allargamento delle strade. Non siamo stati fermi quindi, ma abbiamo cercato di lavorare con impegno e serietà”.

Ma il vero nodo per i pubblici Amministratori morcianesi sin dal dopoguerra fu prima la crescita dello stabilimento della Ghigi e poi, dalla fine degli anni 60, la sua lenta e progressiva crisi. Ricordiamo che nel momento più alto della produzione lo stabilimento occupava quasi 500 persone, provenienti da tutta la Vallata. E Cavalli cercò sempre di colloquiare in positivo con i fratelli Angelo ed Emilio Ghigi, pensando però sempre all’interesse del Paese.

Cavalli frequentò la vita di partito a Morciano. Ma ben poco interesse ebbe per quella più ampia, riminese. Egli fu negli organismi dirigenti circondariali del Pci solo per un brevissimo periodo nella neo costituita Commissione Federale di Controllo al 4° Congresso (30 novembre-2 dicembre 1956): si dimise il 26 marzo 1959. Negli anni ’60 il PCI in Valconca aveva circa 1.300 iscritti.

Nel profilo dedicatogli, Quadrio Muratori nel luglio 1972 scrive ancora: “Io personalmente, fino a 10 o 15 anni fa, non nutrivo simpatia per il nostro Sindaco, e sono convinto che neppure Lui mi vedesse di buon occhio. Con il passare degli anni ci siamo compresi meglio: abbiamo visto insomma che si poteva vivere da buoni cittadini, con amichevole comprensione, senza darsi battaglia continua che non portava a niente di costruttivo. (…) Egli è sempre stato un comunista convinto e pacato. Sono convinto che egli non approvi le intemperanze di oggi, gli scioperi continui, le agitazioni senza fine. Egli ha lavorato tutta la sua vita in tipografia, giorno per giorno con le mani eternamente sporche d’inchiostro [la tipografia fu in attività sino alla metà degli anni ‘70]. Io non gli conosco un vizio: non fuma, non beve, non gioca … e come si fa a parlare male di un uomo al quale non si può rimproverare un difetto?
In 20 anni di primo Amministratore di Morciano, è stato uno scrupoloso risparmiatore della spesa pubblica. Non c’era verso di fargli fare debiti per le varie migliorie da apportare nel paese (…). Egli non ha mai ritirato il suo stipendio da Sindaco: una delle poche mosche bianche in un mondo di uomini avidi e corrotti”.

Anche il suo Vice, Atos Berardi, ricorda che Cavalli andava per conto del municipio a Rimini, a Forlì con la corriera a sue spese, senza mai chiedere il rimborso.

Morciano fu nel corso dei decenni il Comune dove più spesso si è registrata l’alternanza del potere locale. Tanto è vero che nelle elezioni del 15 giugno 1975 una lista PCI-PSI riconquistò il Comune (Sindaco divenne il socialista Luciano Montanari). Il 28 gennaio 1979, in una convocazione straordinaria del Consiglio Comunale, il Sindaco Montanari consegnò all’ex Sindaco Luigi Cavalli e all’ex Segretario Comunale Ezio Perugini due medaglie d’oro. Fu l’ultima uscita pubblica fatta da Cavalli. Perugini, con una battuta, ricordò come ai “loro” tempi la spesa pubblica fosse improntata alla legge del risparmio e dell’economia. Cavalli rispose lapidariamente: “Altri tempi”.

Nando Piccari così sintetizza il successo politico di lunga durata di Cavalli: “Morciano ha sempre cercato nei suoi amministratori il buonsenso, scegliendo Sindaci che, prima ancora del colore politico, sapessero interpretarne lo spirito pacato e laborioso (…) [Cavalli fu un] uomo del tutto ‘rassicurante’ anche per chi non fosse di sinistra” (nel 2. volume di “Morciano in posa. 1946-1975”, Comune di Morciano, 2006).
Luigi Cavalli morì il 31 luglio 1981.

Ringrazio per le informazioni fornitemi Daniele Susini, ricercatore dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini; Fabio Galli della Segreteria del Sindaco di Morciano; Atos Berardi, vice-Sindaco con Luigi Cavalli dal 1964 al 1970, nonché oggi proprietario ed editore de “L’Ape del Conca”. Le foto sono tratte dal 2. volume di “Morciano in posa. 1946-1975. Dalla fototeca di Mario Polverelli”, a cura di Nando Piccari, Comune di Morciano, 2006.

1 - 1975. Morciano di R. Luigi Cavalli

Luigi Cavalli (1902-1981)

2 - 1956. Morciano di R. Teatro Ronci. Veglione del Garofano Rosso. 2. da sx Luigi Cavalli

1956. Morciano di Romagna. Teatro Ronci. Festa del Garofano Rosso. Da sin. Egisto Trombetti, Luigi Cavalli, Giuseppina Villa, Maria Fabbri, Adriana Leardini, Angelo Rossi, Fernando Marchini

3 - 1969. Morciano di R. Assemblea all'interno della Ghigi. Al tavolo anche Luigi Cavalli

1969. Morciano di Romagna. Assemblea all’interno della Ghigi. Al tavolo della presidenza Giorgio Bastianelli, il sindaco Luigi Cavalli, il vice-Sindaco Atos Berardi, l’on. Stefano Servadei (PSI), Gualtiero Migani, il sen. Mario Livigni (PSIUP), l’on. Sergio Flamigni (PCI)

4 - 1979, 28 gen. Medaglia d'oro a Luigi Cavalli

28 gennaio 1979. Morciano di Romagna. Consiglio Comunale straordinario. Consegna Medaglia d’oro all’ex Sindaco Luigi Cavalli e all’ex Segretario Comunale Ezio Perugini. Da sin. il Sindaco Luciano Montanari, Cavalli, Perugini

Paolo Zaghini