Chiuse in cucina da quattro nigeriane richiedenti asilo in un centro accoglienza di Modaino in cui opera una cooperativa che si occupa di distribuzione alimenti. Le giovani, dell’età tra i 25 e i 30 anni e richiedenti asilo avrebbero lamentato la scarsa qualità del cibo preparato dalle dipendenti pretendendo di ricevere alimenti di qualità migliore e soldi per acquistarli in autonomia. La denuncia è stata fatta dalle donne “sequestrate” e dai Carabinieri intervenuti per sedare la situazione. All’arrivo dei militari, le giovani avrebbero infatti permesso alle donne di uscire dalla stanza senza porre resistenza.
Parliamo di un fatto che risale a 10 giorni fa arrivato solo ieri all’attenzione della Procura della Repubblica di Rimini. Il caso rischia di essere controverso e non è casuale che l’intervento del segretario provinciale della Lega di Rimini Bruno Galli: “Si tratta di un fatto non banale, che suona come un campanello d’allarme. Siamo convinti che serva molta più trasparenza su questi centri di accoglienza e sulle cooperative ospitanti, oltre che sull’effettivo status di questi migranti richiedenti asilo. Le norme varate dall’attuale Governo in tema di immigrazione sono estremamente chiare, accoglienza vera a chi fugge da guerre e persecuzioni, razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l’immigrazione”.