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Morosa per colpa del moroso


18 Febbraio 2018 / Nando Piccari

Venerdì mattina, in attesa del mio turno alle poste, non ce l’ho fatta a non ridere sotto i baffi orecchiando questa conversazione fra due signore, Maura e Lucia – così le ho sentite chiamarsi – le quali mi precedevano di qualche numero nella prenotazione e, data la confidenza che mostravano nel parlarsi, evidentemente si conoscevano già.

Maura: «Di’ Lucia, ma hai sentito della Giulia Sarti?»

Lucia: «E chi sarebbe?»

Maura: «Dài, la deputata di Grillo che nelle foto ha sempre quella “ciurma” lunga così; quella che da quando l’hanno eletta non s’è più vista a Rimini».

Lucia: «Ah, adesso ho capito. Ma cosa le è successo?»

Maura: «È successo che sembra sia anche lei nell’elenco delle morose che Di Maio vuol lasciare a piedi».

Lucia: «Come sarebbe a dire “le morose”? Con quell’aria da patacone, diograzia che ne abbia rimediata una…»

Maura: «Cos’hai capito? Morose nel senso dei soldi che non hanno pagato…»

Lucia: «Non mi dire che quel lombardone vuole addirittura che loro lo paghino!?»

Al che Maura, non senza un piccolo segno di impazienza, spiega all’altra del famoso impegno a lasciare una quota d’indennità, imposto dal “clan dei casaleggesi” e da tutti sottoscritto, che oggi si scopre essere stato invece disatteso da un certo numero di onorevoli grillini i quali, appunto, si sono resi “morosi” nel senso di insolventi.

Lucia: «Adesso ho capito. Ma in quell’elenco immagino che non ci siano solo delle morose, ma anche dei morosi».

Maura: «Hai voglia! I morosi sono più delle morose. Ma la Sarti dice che non è colpa sua se non ha pagato tutto quello che doveva “alla causa”».

Lucia: «E allora di chi è la colpa? Mia…?»

Maura: «Lei giura che è colpa del moroso, che…»

Lucia: «…che, è chiaro, si trova anche lui in quella lista di Di Maio, no?»

Maura: «Lasciami finire! No, in quella lista non c’è perchè lui era sì il moroso, ma nel senso del fidanzato, hai capito?»

Lucia: «Cavolo, così lei è morosa due volte! Ma com’è potuto succedere?»

Maura: «Niente, è successo che lui, Bogdan Andrea Tibusche, faceva i versamenti e teneva dietro ai bonifici. Così lei, quando è venuto fuori tutto il casino e Di Maio ha sclerato contro i morosi e le morose, dicendo che erano “mele marce” da eliminare, le è venuto lo scrupolo di dare un’occhiatina ai conti e ha scoperto il patatrac.»

Lucia: «Ma benedetta ragazza, non poteva pensarci lei ai bonifici, ai resoconti e a tutte quelle diavolerie lì? In fondo, se anche a Roma faceva quello che ha fatto a Rimini, vedrai che di tempo altroché se ne aveva…»

Maura: «Dài, non essere esagerata. Se una fa la deputata non è che non abbia più bisogno di andare dalla parrucchiera, dall’estetista, un po’ in palestra e via dicendo. E poi si vede che considerava Andrea De Girolamo un collaboratore fidato».

Lucia: «Ma adesso chi è quest’altro, cosa c’entra?»

Maura: «No, è sempre lui, col quale è convissuta fino a non molto tempo fa. Solo che, pur essendo ormai in Itala da un bel pezzo, gli era rimasto quel nome da immigrato rumeno. E sapendo che sugli immigrati molti grillini la pensano come Salvini, si sarà dato un nome italiano anche per stare un po’ più dalla parte del sicuro».

Lucia: «Ma allora era solo il moroso che viveva con lei o in più era anche un collaboratore? E aveva un contratto, non da moroso ma da collaboratore, intendo?»

Maura: «Ma cosa vuoi che ne sappia? E poi fammi capire: cosa cambierebbe se avesse o non avesse avuto un contratto retribuito? O magari, putacaso, avesse invece solo percepito il “reddito di cittadinanza”, che i grillini dicono di voler dare a tutti, fidanzati e non? Siamo seri: se ha fatto alla Sarti quello di cui lei l’accusa, la cosa è gravissima e non cambia in quale veste l’abbia fatta. Però lui dice che le cose stanno diversamente e che ha sempre registrato e tenuto tutte le telefonate e i messaggi fra loro due».

Lucia: «Certo che quando c’è la fiducia… Mia nonna diceva che “i soldi mandano l’acqua d’insù”, ma stavolta mi sa proprio che l’abbiano mandata…un bel po’ d’ingiù. Ma non è che adesso a qualcuno gli viene in mente che lui poteva essere una spia di Renzi?»

Maura: «Boh? Certo che se le cose stanno come dice la Sarti, oltre alle parlamentarie senza mele marce, bisognerà che l’Ente Supremo, cioè Casaleggio, cominci a pensare anche ad una qualche forma di “fidanzatarie”».

A quel punto la conversazione si interrompe perché s’è liberato lo sportello corrispondente al numero di Lucia, che in pochi minuti conclude l’operazione e si avvia ad uscire. Le due signore si salutano, scambiandosi al volo le ultime battute.

Lucia: «Senti Maura, mi raccomando, tienimi aggiornata su cosa succede nelle prossime puntate di questa appassionante “Beatiful Cinque Stelle”».

Maura: «Hai detto bene, “appassionante”. Quasi quanto la soap opera di Salvini: “Anche i bricchi piangono”».
Nando Piccari