Sta prendendo sempre più corpo il progetto di rilanciare la zona di piazzale Boscovich e dintorni, e farne per Rimini quello che è diventato il Marano per Riccione. Il sindaco Andrea Gnassi ci sta lavorando ormai da tempo, insieme ai gestori dei locali e degli stabilimenti della zona.
Era aprile 2012 e veniva presentato il progetto di riqualificazione dell’area del “triangolone”.
«Siamo di fronte a una svolta rimandata per tanti, troppi anni — conferma Lucio Paesani, titolare del Coconuts e presidente del consorzio Rimini porto — Nel 2003, quando aprì il Turquoise (e fu la rivoluzione) abbiamo gettato una chance. E’ cominciata la guerra tra bagnini e locali, si è arrivati a eccessi che hanno solo fatto del male a Rimini. Ora abbiamo la concreta occasione di rilanciare, una volta per tutte, la zona del porto, e offrire un prodotto turistico che manca completamente a Rimini: quello destinato ai giovani. Altrimenti è meglio chiudere i locali».
Più verde, parcheggi interrati, niente auto in superficie. Ed ancora: una piastra sopraelevata, di appena due metri rispetto all’attuale piano stradale, dove saranno sistemate le funzioni ricreative legate al divertimento (discoteche e loisir), al ristoro (ristoranti e bar), al passeggio (attività commerciali e percorsi di transito) e al riposo (piazze e luoghi riparati). Si paventava un investimento di circa 30 milioni di euro.
Da allora più nulla o quasi. La motivazione principale del fermo, la situazione patrimoniale delle aree: erano allora del Demanio statale.
Oggi quelle aree sono passate al Comune.
Nel frattempo apprendiamo che il Consorzio Rimini Porto rappresenta solo quattro delle attività che operano nell’area.
Infatti è stato presentato ieri un altro progetto di riqualificazione da parte di Consorzio Rex e Comitato Spiaggia Rex. Il primo è costituito dalla maggioranza degli operatori del cosiddetto “triangolone” (Rock Island, Bar Souvenir, Ok Pizza, Bar Peter Pan, Parco Peter Pan, La Buca, Lo Squero, L’acquario di Rimini, The Barge, Bar Giardino), il secondo dagli operatori balneari proprio sul fronte mare (zone di spiaggia dal n. 1 al n.8, escluso il Turquoise).
Progetto con funzioni simili ma progettualità diversa. Anche nei costi. Siamo passati dai 30 milioni del primo progetto ai 50/60 di quest’ultimo.
Ma non è questo il problema. Ma come si sta sviluppando il coinvolgimento dei privati per questa iniziativa? Infatti si parla di aree ed edifici di proprietà pubblica (Stato o Comune cambia poco). Il Comune è anche impegnato a pagare, allo Stato, ogni anno 573.000 euro per i canoni che lo stato riscuoteva. Quei canoni sono oggetto anche di un contenzioso.
Evidente che in una situazione del genere è indispensabile:
– Definire il contenzioso sui canoni pregressi (fondamentale una legge nazionale di riordino di tutti i canoni delle concessioni demaniali).
– Definire i nuovi canoni (quelli attuali, 573.000 euro, sono insostenibili e vanificherebbero qualsiasi intervento di riqualificazione).
– Definire in che modo gestire questa fase transitoria che porterà all’inevitabile bando di evidenza pubblica per la riqualificazione dell’area. Si tratta di verificare che tipo di contratto e le modalità con il quale viene rilasciato (rinnovo, proroga oppure evidenza pubblica) a chi svolge le attività nel triangolone.
Senza questi chiarimenti il rischio è un blocco totale di qualsiasi iniziativa. In altre parole, invece del Rex si rischia di vedere arrivare il Titanic.