HomeCronacaNiente paura, si resta veri maschi anche tenendo le mani a posto


Niente paura, si resta veri maschi anche tenendo le mani a posto


4 Dicembre 2021 / Lia Celi

A me è capitata solo una volta nella vita, la classica toccata di sedere non voluta. Avevo diciassette anni, era sera, e stavo guardando una vetrina. Qualcuno è passato dietro di me e mi ha palpato inequivocabilmente una chiappa. Mi sono voltata, più stupefatta che indignata, ma il manolesta si era già confuso nella folla dei passanti. E mi sono messa a ridere da sola.

Forse perché ero di buonumore, forse perché ero ancora una bambinona e quella toccata e fuga mi sembrava più uno scherzo da scuola elementare che una molestia. E poi il colpevole era sparito – molto peggio gli importuni che ti si appiccicano, magari non ti toccano ma ti seguono, vogliono attaccare bottone a tutti i costi, ti dicono cosacce e se provi a rimbalzarli diventano pure aggressivo.

Peggio il tizio che ti appoggia addosso il pacco in autobus, quello che si smanazza i gioielli di famiglia davanti a te nello scompartimento ferroviario vuoto, quelli che completano la stretta di mano con la grattatina… il mio album giovanile di molestatori, bavosi e scocciatori è quello di tutte le ragazze della mia generazione, mancano solo le avances sul posto di lavoro, che per fortuna mi sono state risparmiate. Quelle che oggi chiamiamo molestie allora le consideravamo una specie di tassa da pagare per il fatto di stare al mondo e di non voler rimanere chiuse in casa come le nostre madri. Il molestatore solitario era un tipo di mezza età che non avremmo toccato nemmeno con una canna da pesca, oppure un anziano; i più giovani ti importunavano solo quando erano in gruppo, se no manco avevano il coraggio di guardarti in faccia.

Le ragazze di oggi fanno benissimo a indignarsi e a denunciare, come ha fatto Greta Beccaglia, l’inviata televisiva che non solo è stata molestata, ma anche disturbata e messa pubblicamente in imbarazzo mentre stava svolgendo il suo lavoro, altra cosa intollerabile. Andrea Serrani, il palpeggiatore, sta passando tutti i guai che noi a vent’anni potevamo solo augurare a chi ci infastidiva, perché per la legge infastidire una ragazza non era reato – figurarsi, perfino lo stupro era un delitto «contro la morale» e non contro la persona, che cos’era mai un’avance o una toccatina? Al massimo una forma di maschio apprezzamento, via, gli uomini sono uomini.

Ecco, sarebbe bello che entrasse in testa a tutti e a tutte che nel 2021 essere uomini non significa non saper tenere le mani a casa propria e biascicare oscenità a chi non vuole sentirle. Si può rinunciare a queste non fondamentali espressioni di mascolinità senza intaccare minimamente il cromosoma Y o la propria dignità virile. Spiace che un concetto così semplice non sia ancora entrato in testa con le buone, e per disincentivare i cafoni ci voglia un caso Serrani, con tutti gli eccessi polemici aizzati dai media e dal web.

Ma se non altro noi italiani possiamo consolarci guardando in casa d’altri: in Inghilterra l’ultimo accusato di “inappropriate touching” ai danni di una giornalista non è un tifoso scalmanato, ma nientemeno che Stanley Johnson, politico conservatore, ex deputato europeo e padre del premier Boris…

Lia Celi